SACCONI: LE DONNE SONO PIÙ A RISCHIO

Il confronto tra Governo e sindacati sull’età pensionabile continua, dopo il via al tavolo tecnico tra le parti. Ma al di là di quelli che saranno le categorie esentate dall’innalzamento dei requisiti pensionistici, per Maurizio Sacconi rimane aperto “il nodo della rigidità della Legge Fornero soprattutto per le donne cui è stata drasticamente alzata l’età di pensione senza che usualmente possano anticiparla con l’anzianità contributiva dati i loro percorsi discontinui di lavoro”. Con un post su www.amicidimarcobiagi.com, l’ex ministro del Lavoro segnala che sono proprio le donne a essere “a rischio di restare senza lavoro e senza pensione. Sono quindi soprattutto le donne il problema e per esse vanno individuate soluzioni di uscita flessibile, almeno da una certa età”. Sacconi propone di cominciare a porre rimedio a questa situazione “con un aggancio non biennale ma triennale, come era prima, dell’età di pensione all’aspettativa di vita e con la riproposizione di ‘opzione donna’”.



I RILIEVI ISTAT SULL’ASPETTATIVA DI VITA DIFFERENZIATA

Mentre si discute dell’età pensionabile e ha preso il via il tavolo tecnico tra Governo e sindacati per individuare le categorie di lavoratori da escludere dall’incremento a 67 anni, l’Istat dà un’indicazione importante. Secondo Giorgio Alleva, infatti, non è al momento possibile classificare l’aspettativa di vita per i diversi lavori. Il Presidente dell’Istat ha fatto infatti notare che bisognerebbe tener conto del percorso lavorativo individuale, considerando per esempio la durata dell’attività svolta. Dunque ci vorrebbe un progetto ad hoc e un lavoro di valutazione piuttosto approfondito che andrebbe ben studiato, come ha avuto modo di segnalare Valeria Buratti, della Direzione centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione dell’Istat. Tempi che non sembrano compatibili con quelli che si sono dati Governo e sindacati.



CAMUSSO: SU PREVIDENZA C’È VUOTO PNEUMATICO

Il tavolo tecnico tra Governo e sindacati è stato avviato e a quanto si apprende domani il Governo dovrebbe presentare la sua proposta sulla platea dei lavori da esentare dall’adeguamento dell’età pensionabile a 67 anni. Per il momento, tuttavia, Susanna Camusso non sembra ottimista su come andranno le cose in generale sulla previdenza. Parlando in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di bilancio, la Segretaria generale della Cgil ha detto che “sulla previdenza c’è il vuoto pneumatico nonostante gli impegni sottoscritti un anno fa rispetto alla fase due”. Per Camusso bisognerebbe varare un provvedimento di legge per fermare l’innalzamento automatica dell’età pensionabile e poi intervenire per favorire giovani e donne. Anche la Cisl, per bocca del Segretario confederale Gigi Petteni auspica che ci siano “segnali in coerenza con l’accordo fatto lo scorso anno”.



APPELLO DEI PRECOCI AGLI UOMINI DELLE ISTITUZIONI

La scelta di Walter Rizzetto di sostenere la petizione a favore della discussione del disegno di legge in tema di pensioni di Cesare Damiano, che contiene anche Quota 41, alla Camera è stata molto apprezzata dai lavoratori precoci. E Carmen Reitano, che ha dato il via alla petizione on line, chiede ora “che anche gli altri uomini che fanno parte delle istituzioni, che decidono sulla pelle di coloro che hanno tenuto insieme l’Italia per oltre 40 anni e che dicono di essere pronti a modificare la legge Fornero, iniziassero a sostenerci mettendoci la faccia, firmando la petizione e condividendola sui loro profili FB come ha fatto l’On.le Rizzetto. Non abbiamo più tempo, noi moriamo nei posti di lavoro e i giovani vanno all’estero e invece noi gridiamo: a non la pensione, ai giovani il nostro lavoro!”. Vedremo chi risponderà all’appello dei lavoratori precoci.

LUIGI SBARRA CONTRO BOERI

Non sono certo una novità le dichiarazioni contro Tito Boeri e le sue opinioni sul sistema pensionistico italiano. Quelle di Luigi Sbarra si fanno però notare. Il Segretario generale della Fai-Cisl ha infatti detto che se il Presidente dell’Inps si ostina a ritenere che non vadano portati cambiamenti al sistema dovrebbe “lavorare qualche giorno sui campi, magari sotto il sole cocente di agosto, piegato nelle grandi campagne di raccolta del pomodoro, degli agrumi o delle olive. Non si può chiedere a un bracciante di lavorare fino e oltre i 67 anni: è semplicemente ingiusto”. Sbarra ha anche chiesto al Governo di ampliare la platea dei beneficiari dell’Ape social comprendendo anche i lavoratori rappresentati dalla Fai  e di far sì che venga “riconosciuto lo status di lavoro usurante a tante tipologie del lavoro agricolo, alimentare, della pesca e dei settori forestali e ambientali”.

DOMANI CONFRONTO GOVERNO-SINDACATI

È stato confermato il nuovo confronto tra Governo e sindacati per la giornata di domani a Palazzo Chigi, con il tema delle pensioni e l’innalzamento dell’età a 67 dal 2019 come vero piatto forte del tavolo di trattative. Come spiega l’Ansa, il primo vero obiettivo è proprio “bloccare” lo scatto a 67 voluto da Governo e Inps, almeno per la platea dei lavoratori “gravosi” e per la categoria dei lavori “usuranti”, come però già il Governo ha lasciato intendere nei giorni scorsi. Secondo obiettivo dei sindacati, allargare la platea di questi lavoratori “esclusi” dall’aumento dell’età pensionabile, tra cui ad esempio le donne con figli. Intanto però l’esecutivo è in attesa di capire quanti emendamenti saranno portati in aula per la Manovra in modo da capire anche il livello effettivo delle risorse ancora disponibili per le trattative sindacali sul tema pensioni: «Considerando che le risorse sono limitate, Palazzo Chigi vuole capire quanto costerà estendere eventualmente la platea. Il termine ultimo per i gruppi per presentare le proposte di modifica alla manovra è il 10 novembre», spiega ancora l’Ansa. (agg. di Niccolò Magnani)