GOVERNO PRONTO A ESONARE 15 CATEGORIE DAI 67 ANNI

Il Governo non fa marcia indietro sull’innalzamento a 67 dell’età pensionabile a partire dal 2019, ma sembra pronto a concedere delle deroghe. L’intenzione dell’esecutivo, secondo quanto filtrato dopo l’ultimo incontro coi sindacati, sembrerebbe quella di esonerare 15 categorie di lavoratori. Già si sapeva dell’intenzione di ricomprendere i lavori gravosi contenuti nella platea dei beneficiari dell’Ape social, vale a dire, ricorda Adnkronos, gli operai dell’industria estrattiva, i conduttori di gru e di macchine di perforazione, i conciatori, i macchinisti ferroviari, i camionisti, gli insegnanti di scuola pre-primaria, i facchini, gli addetti alle pulizie, le ostetriche ospedaliere e assistenti per non autosufficienti. Oltre a loro verrebbero ricompresi i lavoratori marittimi, gli agricoli, i pescatori e i siderurgici. In totale si parla di circa 15-20mila lavoratori esentati dall’aumento dell’età pensionabile.



PADOAN: NON MI SPOSTO DI UN METRO

Pier Carlo Padoan è piuttosto tassativo: “I pilastri fondamentali del sistema pensionistico non si possono e non si devono toccare perché andrebbero a detrimento dell’intero sistema italiano. Su questo punto non mi sposto di un metro. Sarebbe aprire il sistema a un rischio”. Il ministro dell’Economia, secondo quanto riporta Rainews, parlando in audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio di Camera e Senato lascia invece spazio a delle “deroghe” all’innalzamento dell’età pensionabile, spiegando che “è del tutto immaginabile poter esplorare il novero dei lavori gravosi”, anche se “il meccanismo di adeguamento dell’età può essere migliorato in modo marginale”. Dunque un’apertura piuttosto limitata da parte di Padoan. Vedremo se i sindacati la riterranno sufficiente o se invece cominceranno a dar battaglia con delle mobilitazioni già paventate nelle scorse settimane.



BANKITALIA: NO PASSI INDIETRO SULL’ETÀ PENSIONABILE

La Banca d’Italia e la Corte dei Conti tornano a ribadire l’importanza di non intervenire sulle pensioni modificando l’attuale sistema, in particolare quello che incrementa l’età pensionabile in base all’aspettativa di vita. Il vicedirettore di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, nell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra ha ricordato che la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo periodo “poggia in larga misura sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione. È importante non fare passi indietro”. Posizione simile a quella della Corte dei conti, che ribadisce, “ai fini della tutela degli equilibri di fondo della finanza pubblica”, come gli interventi sulle pensioni debbano essere “disegnati in maniera tale da limitare la platea dei destinatari alle situazioni di effettivo disagio”.



RIZZETTO IN PIAZZA PER OPZIONE DONNA

Walter Rizzetto si era già fatto sostenitore di una petizione per chiedere che venisse prorogata Opzione donna, ora è pronto a tornare in piazza a fianco delle italiane che si stanno battendo per questo obiettivo. Sulla sua pagina Facebook il deputato di Fratelli d’Italia scrive infatti: “Lavoro e pensioni. Mercoledì prossimo, 8 novembre, sarò ancora in piazza, al fianco di lavoratrici, per sostenere la proroga e la stabilizzazione strutturale di uno strumento intelligente per l’uscita dal mondo del lavoro, quale è opzionedonna. E lo farò come sempre fatto in questi anni, e lo farò ogni volta che sarà necessario. Ci vediamo mercoledì a Roma. #opzionedonna #lavoro #pensioni”. Non è certo la prima volta che Rizzetto si schiera a fianco di quanti (anche esodati e lavoratori precoci) chiede una modifica della Legge Fornero e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima.

FLAI PRONTA ALLO SCIOPERO

Ivana Galli è molto chiara è netta: se il Governo non inserirà i lavoratori agricoli, agli addetti alla pesca e alla macellazione tra le categorie da esentare dall’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, la Flai-Cgil è pronta “a proclamare assemblee in tutti i luoghi di lavoro per avviare una mobilitazione, fino allo sciopero della categoria”. Alla richiesta della Segretaria generale della Federazione lavoratori agroindustria si unisce anche quella della Coldiretti Abruzzo. Secondo quanto riporta virtuquotidiane.it, l’associazione fa sapere che  “l’estensione alla categoria degli operai agricoli dell’ipotesi di anticipo pensionistico da riconoscere quali soggetti che svolgono lavori usuranti, non può che trovare l’appoggio dell’intero sistema agricolo ma deve naturalmente ricomprendere i lavoratori autonomi agricoli, ovvero i coltivatori diretti, che svolgono i medesimi lavori”.

APE SOCIAL, LE RICHIESTE DI PARENTE (PD)

Oggi non prende il via solamente il tavolo tecnico tra Governo e sindacati per discutere delle categorie di lavori da esentare dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. Prende il via infatti una nuova settimana di lavori parlamentari in cui si discuterà anche di pensioni. Parlamento24, la videorubrica del sito del Sole 24 Ore dedicata all’attività delle Camere, ha a questo proposito intervistato Annamaria Parente. La senatrice del Pd ha spiegato che verrà presentata un emendamento al decreto fiscale per far confluire le risorse avanzate dall’Ape social in un fondo. Questo in attesa degli emendamenti alla Legge di bilancio con cui cercare di allargare i criteri di accesso all’Ape social stesso usando appunto il fondo. Maria Cecilia Guerra di Mdp chiede intanto una soluzione adeguata sull’aumento dell’età pensionabile, che tenga conto del fatto che le aspettative di vita sono differenziate a seconda dei lavori che si svolgono. Clicca qui per la puntata di Parlamento24.

FORNERO APPROVA LA SCELTA DEL GOVERNO

Elsa Fornero torna a parlare di pensioni e promuove la scelta del Governo di non bloccare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019: “È una scelta che risponde a un’esigenza di medio periodo nell’interesse generale e non, appunto, elettorale. Si è evitato di scaricare sui giovani il costo di un’operazione che avvantaggerebbe solo le generazioni più mature”, spiega l’ex ministro del Lavoro in un’intervista a Repubblica. Nella quale evidenzia anche come sia “un luogo comune, frutto di un’interpretazione eccessivamente rigida sul funzionamento di un’economia e del suo mercato del lavoro” ritenere che aumentare l’età pensionabile tolga posti di lavoro per i giovani. “È lo stesso ragionamento che negli anni è stato adottato nei confronti delle donne al lavoro e si è visto che non è così”, aggiunge.

Fornero si dice d’accordo con l’esecutivo anche sull’ipotesi di ampliare la platea dell’Ape social e dei lavori gravosi che verrebbero esentati dall’incremento dei requisiti pensionistici: “Penso che sia una buona innovazione che può permettere a categorie sfortunate di non subire l’effetto dell’indicizzazione senza mettere a repentaglio la sostenibilità del sistema previdenziale”. L’ex ministra del Lavoro replica poi a Giulio Tremonti, che intervistato dal Corriere della Sera ha detto che la Legge Fornero, fatta su ordine dei tedeschi, ha distrutto tutto: “Trovo penoso che una persona, che qualcuno definirebbe personalità, si abbassi a questo livello di polemica politica. Non gli fa onore. Evidentemente è entrato in campagna elettorale, io no”.

SATTA (UPC): IL GOVERNO DIA RISPOSTE CERTE

Sembra ampliarsi il fronte di coloro che si oppongono all’innalzamento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita a partire dal 2019. Il Segretario dell’Unione popolare cristiana, Antonio Satta, ha infatti detto che “non è pensabile che si innalzi l’età pensionabile a 67 anni, e non è pensabile rivedere il tempo del pensionamento in base all’aspettativa di vita. Questo rischia di scombinare i progetti di centinaia di migliaia di persone e non dà la possibilità a tante persone di entrare nel mondo del lavoro”. Satta chiede quindi che venga trovata “una quadra nella vicenda delle pensioni. Il governo dia risposte certe ai lavoratori, ai sindacati, perché oltre alle statistiche c’è la vita delle persone”. Vedremo se il tavolo tecnico tra esecutivo e organizzazioni sindacali darà le risposte richieste da Satta.

TREMONTI CONTRO TUTTI

I requisiti pensionistici aumenteranno di 5 mesi a partire da 2019, a causa dell’incremento dell’aspettativa di vita. Un meccanismo, quello che lega speranza di vita e pensioni, introdotto dal Governo Berlusconi, ma secondo Giulio Tremonti “l’aumento di 5 mesi dei requisiti per la pensione non sarebbe stato una tragedia, se nel frattempo non ci fosse stata la coppia Monti-Fornero che ha distrutto tutto. In questi termini, chi dice che la Fornero va abrogata, ha pienamente ragione. Agirono su ordine dei tedeschi”. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex ministro ritiene che il Governo sorto nel 2011, dopo le dimissioni di Berlusconi, abbia “distrutto le basi della fiducia”, con un mix di “imposizioni esterne e tragici errori imputati a tecnici”. Rispetto all’ipotesi di ampliare le categorie di lavori gravosi da esentare dall’aumento dell’età pensionabile, il Senatore dice: “C’è il ritorno degli opportunisti elettorali, vagamente suicidi, perché tanto nessuno ci crede. Un conto è rivedere seriamente le categorie, altro è considerare le badanti usurate come i camionisti”.

Dal suo punto di vista, poi, l’emendamento del Pd che propone di rinviare di sei mesi la decisione circa l’aumento dell’età pensionabile “è la conseguenza di una classe dirigente che perde verticalmente credibilità. Un giorno mercatisti, regalando l’acciaio agli indiani, un giorno colbertiani, con dazi e golden power, che gli stessi ancora l’anno scorso demonizzavano. L’effetto, da Monti a Renzi, è la sottomissione”. Parole forti e non certo tenere quelle di Tremonti. Non mancheranno probabilmente delle repliche.