Dopo le parole speranzose lanciate dal Premier Gentiloni, arrivano quelle più accorte e con qualche difficoltà manifesta del deputato Pd Carlo Dell’Aringa: il rinnovo dei contratti statali arriverà ma con una strada ancora “lunga e tortuosa”, come scrive il deputato dem sul quotidiano La Voce. «Governo e sindacati hanno trovato l’accordo sull’aumento di 85 euro mensili da concedere ai pubblici dipendenti nel triennio 2016-2018. Ma non per questo la firma è dietro l’angolo. Perché le questioni da definire sono tante, specie sulla parte normativa», spiega Dell’Aringa, sottolineando come gli 85 euro non sono un risultato facile da realizzare. «I rinnovi sono molto più complessi di quanto si pensi. Oltre ai contenuti economici, dovranno riguardare la parte normativa che fa in genere riferimento a istituti molto importanti, alcuni dei quali sono espressamente indicati nell’atto di indirizzo che il governo ha inviato all’Aran. Dovranno essere trattati argomenti come l’utilizzo delle varie tipologie di lavoro temporaneo (come quello a termine o in somministrazione), il part-time, il contrasto all’assenteismo, il welfare contrattuale, la previdenza integrativa e molto altro ancora».



GENTILONI, “PRONTO RINNOVO CONTRATTO”

La Manovra ha ricevuto il primo sì al Senato, ora tocca alla Camera andare a completare l’opera immaginiamo sempre col voto di fiducia imposto dal Governo: poi ci sarà il rompete le righe in Parlamento e per questo che chi insegue da tempo il rinnovo dei contratti statali a livello di ogni singolo comparto Pa analizzato, teme che il fronte delle “elezioni subito” prevalga, lasciando in sospeso quello che ormai non può più essere rimandato. Da 8 anni l’aumento degli statali manca e la pazienza è davvero ai minimi termini: il premier Gentiloni via Twitter si è detto però sicuro, «Primo via libera alla legge di bilancio. Risorse per il lavoro dei giovani, la lotta alla povertà, le imprese 4.0, il rinnovo dei contratti statali, le famiglie, gli investimenti. Fiducia per la crescita». Il presidente è sicuro, l’aumento ci sarà e per tutti: ma quando arriveranno le discussioni tra Aran e sindacati per chiudere l’accordo? Quando si penserà a risolvere il problema delle risorse e delle cifre a disposizione? Basterà l’approvazione della Manovra alla Camera per “sistemare” il tutto?



RINNOVO TEMPO DETERMINATO PA, “TETTO MASSIMO DI 4 ANNI”

Dopo l’approvazione al Senato della Manovra dovrebbero dimezzarsi i tempi verso il “nuovo” e definitivo rinnovo dei contratti statali, ovvero l’ultimo passo per rendere effettiva la Riforma Pa espletata nei mesi scorsi dal ministro Madia. La Legge di Bilancio che dovrebbe contenere le cifre e le risorse anche per l’aumento medio degli stipendi degli statali – alla Camera potrebbero esserci novità dell’ultimo momento, la partita dunque non si può dire ancora finita – mentre intanto ieri sera la Pubblica Amministrazione ha ammesso – secondo fonti Ansa – una evoluzione del contratto a tempo determinato. Per gli statali potrebbe avere un tetto massimo di 36 mesi prorogabili di altri 12 ma non frazionabili e su specifiche casistiche: se i rumors dovessero diventare realtà, il rinnovo del contratto nazionale per la Pa centrale vedrebbe un netto cambio di passo rispetto alle condizioni finora in uso. In pratica si tratta di un format di tre anni con un “bonus” di un quarto. Non ci sarebbe inoltre spazio per altre forme flessibili come i tirocini e l’apprendistato. Da un lato potrebbe essere una ottima notizia per una evidente corsa al tempo indeterminato nella Pa, dall’altro però il rischio è che togliendo i vari elementi “intermedi” le varie amministrazioni si ritrovino le consuete pochissime risorse a disposizione e l’impossibilità di andare ad assumere i propri dipendenti. Come dire, o si inverte l’economia, oppure anche la Pa – esattamente come il lavoro privato – avrà sempre più problemi, tempo indeterminato o determinato che sia.



SINDACATI SCUOLA, “SERVONO GLI AUMENTI”

Sono ancora i sindacati ad alzare la voce sulla situazione ancora stagnante dei rinnovo per i contratti statalI: questa volta però a muoversi sono le sigle nazionali che saranno protagoniste in Aran con gli ultimi tasselli per il rinnovo definitivo da qui a fine 2’017 (si spera). Lo fanno per il mondo della Scuola, uno dei punti centrali dei vari comparti Pa che attendono l’aumento stipendiale: «Rinnovare il contratto nel settore scuola, dopo 10 anni di blocco, e’ un obiettivo importante ed ineludibile su cui Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal proseguono il loro impegno unitario», si legge nella lunga nota diffusa in queste ore tramite Orizzonte Scuola. La trattativa è da accelerare, altrimenti la firma del nuovo contratto slitterà ancora e si rischia di non essere pronti per il nuovo anno che sta per cominciare. «Il primo obiettivo che ci poniamo e’ ottenere nella legge di stabilita’ le risposte alle nostre rivendicazioni: risorse aggiuntive per la scuola da investire anche nel rinnovo contrattuale, potenziamento degli organici Ata e infanzia, eliminazione del divieto di sostituire il personale Ata indispensabile per il funzionamento delle nostre scuole», scrivono i sindacati Scuola.