Sempre sul fronte dei premi aziendali, ma “in positivo” questa volta, va segnalato all’interno del pacchetto di rinnovo per i contratti dei lavoratori statali anche una “riforma” del welfare aziendale della Pubblica Amministrazione. Verranno concessi benefici di natura assistenziale e sociale e saranno permessi premi più alti al «personale che consegua la fascia di valutazione più elevata prevista nel sistema di valutazione dell’amministrazione», riporta la bozza in mano all’Ansa. Secondo le anticipazioni, il premio da distribuire non potrà essere inferiore al 30% del valore medio pro capite delle risorse riservate ai premi individuali: la quota poi da distribuire al personale non potrà superare il 30% del totale dei vari dipendenti sottoposto alla valutazione. Intanto domani è convocato il tanto agognato tavolo dell’Aran e l’attesa di novità sugli aumenti è spasmodica per i sindacati, «il contratto bisogna firmarlo rapidamente per aumenti salariali adeguati, per la sicurezza, per l’ape sociale», spiega Carmelo Barbagallo di Uil.



MOLESTIE E ASSENZE DI MASSA: LICENZIAMENTI PIÙ FACILI

Tra le pieghe del nuovo maxi rinnovo di contratto pubblico spuntano e vengono confermate le novità per tutti i dipendenti statali sul fronte molestie e assenze ingiustificate: in poche parole, nella Pubblica Amministrazione sarà più “semplice” arrivare al licenziamento davanti a casi eclatanti (e proprio su questo punto le polemiche sono molte, visto che bisognerà stabilire volta per volta quali siano i criteri per l’eclatante motivo di licenziamento). Sul fronte molestie, chi le commette sul luogo di lavoro incappa in una prima sospensione fino ad un massimo di 6 mesi, ma se il comportamento viene dimostrato reiterato allora potrà scattare l’espulsione definitiva e la cacciata dalla Pa. Per i vari “furbetti” le sanzioni sono altrettante dure: «Si rimarrà fuori dall’ufficio e senza stipendio fino a due assenze ingiustificate in continuità con le giornate festive. La stessa sanzione è prevista per ingiustificate assenze di massa (l’esempio più eclatante è il Capodanno dei vigili urbani della Capitale). Se la condotta si ripete si passa al licenziamento. E non si scappa, visto che tutto sarà registrato in un ‘fascicolo personale’», scrive Huffington Post riportando le varie novità contenute nel rinnovo Pa del contratto pubblico. 



IL MECCANISMO DEGLI AUMENTI A 85 EURO

Mercoledì mattina ci sarà un nuovo tavolo all’Aran con i sindacati nazionali per riprendere (e si spera terminare) le trattative di rinnovo per i contratti statali, in modo da condurre il comparto centrale della Pa verso la chiusura del rinnovo, in attesa di risolvere i tanti dubbi su scuola e sanità. Resta il fatto che la trattativa per il rinnovo dei contratti è alla volata finale, dopo quasi dieci anni di attesa e al momento lo scatto di aumento a 85 euro medi sembra essere mantenuto, secondo le ultime promesse della Pubblica Amministrazione. «Un complicato meccanismo assicurerà un aumento medio di 85 euro mensili lordi. Questo per il complesso dei dipendenti delle funzioni centrali, ovvero gli statali in senso stretto (247 mila ‘teste’)», spiegano le prime anticipazioni dell’Ansa. In termini pratici, l’adeguamento di aumento per tutti i contratti Pa punta ad accorciare la forbice retributiva, applicando di fatto la percentuale di rialzo stabilita con la Manovra ora in via di approvazione anche alla Camera (+3,48%), per cui si avranno scatti più omogenei in base a reddito personale e percepito. Sul tavolo anche le nuove norme sul lavoro Pa, già anticipate dalla riforma Madia: in particolare, «le organizzazioni dei lavoratori non saranno più solo informate delle decisioni prese dall’amministrazione, ma si darà vita a un confronto (una sorta di concertazione nella versione 2.0) nelle materie che hanno riflessi sul lavoro», spiega l’Huffington Post.



AUMENTI “IN PERCENTUALE”? UIL, “INACCETTABILE”

L’accordo è ancora lontano: tra sindacati e Governo, il rinnovo dei contratti statali rischia di rimanere “impallato” nel problema di risorse economiche, diatribe tra i vari comparti della Pubblica Amministrazione e “vicinanza” alle urne, con la classe della Pubblica Amministrazione che il Pd non vuole inimicarsi ulteriormente come già avvenuto dopo la “Buona Scuola” di Renzi. La Ragioneria Generale dello Stato nella relazione inviata al Governo per la Manovra Economica, ha spiegato che la somma di 2,85 miliardi di euro messa a punto per l’aumento degli stipendi garantisce un surplus del 3,48% rispetto alla busta paga dei lavoratori pubblici, «calcolato su una retribuzione media di 31.749 euro, garantisce 85 euro lordi mensili per tredici mensilità», spiega la Ragioneria Generale dello Stato. Intervistato dal Messaggero, il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi ha spiegato con chiarezza: «Trasformare in percentuale l’aumento medio degli 85 euro, indistintamente su tutti i comparti, avvantaggia i comparti con le retribuzioni più elevate, in contrasto con l’accordo del 30 novembre che prevede la riduzione della forbice retributiva e la valorizzazione dei livelli retributivi che più hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione che, come è noto, comprendono la scuola che rappresenta il fanalino di coda nelle retribuzioni dei dipendenti pubblici».