Con la Manovra passata alla Camera e ora alla terza e ultima lettura del Senato tra domani e dopo, il rinnovo dei contratti statali si fa più vicino: le cifre infatti dal Ministero del Tesoro vengono confermate e la trattativa in Aran tra sindacati e Ministero PA resta serrata e ad oltranza per provare a chiudere il tutto entro fine 2017. Secondo Ignazio Ganga, segretario confederale della Cisl, «la trattativa è a buon punto», anche se restano dubbi sulla copertura reale delle cifre per tutti i lavoratori statali, Scuola e Sanità inclusi. Stando invece a quanto spiega la Cgil con Franco Martini (segretario confederale), due sono i punti cardinali, la parte economica che prevede un aumento 85 euro medi mensili e qui «la soluzione più o meno può andare», e poi «Inoltre lo spostamento dell’asse dalla legge alla contrattazione che significa, per essere concreto, che la contrattazione dovrà poter esercitarsi su materie che fino a oggi escluse».
RIVOLTA SANITÀ, “AUMENTI SOLO AI DIRIGENTI”
È rivolta nel mondo sanità dopo l’approvazione dell’ultima bozza di rinnovo per i contratti statali in Commissione Bilancio alla Camera: il segretario generale Fials Giuseppe Carbone, con una lettera-denuncia sul Quotidiano Sanità, spiega perché il provvedimento della Ria (Retribuzione Individuale di anzianità) sia un “pugno nello stomaco” per tutto il comparto della sanità, esclusi dirigenti medici. «Un pugno allo stomaco alle professioni sanitarie e dipendenti del comparto sanità è stato sferrato vigliaccamente dalla Commissione Bilancio della Camera. Non si può che definire così quanto accaduto con l’approvazione in Commissione Bilancio della Camera dell’emendamento che, sottolinea, “concede solo ed esclusivamente alla dirigenza medica e sanitaria del SSN un aumento contrattuale oltre 200 milioni con il ripristino della RIA (Retribuzione Individuale di anzianità). Una preferenza abominevole da parte di coloro che predicano bene e razzolano male», spiega il sindacalista. Mentre si discutono eccome gli aumenti agli statali in Aran per il comparto centrale, i nodi Scuola e Sanità saranno i punti più caldi per le prossime settimane e nulla fa immaginare che sarà una “passeggiata”: «Mentre il Ministro Madia ed il Governo emanano direttive all’ARAN di considerare le retribuzioni stipendiali inferiori rispetto alle altre, la Commissione Bilancio favorisce la classe dirigenziale medica, sanitaria e non sanitaria costituita da appena 150 mila dipendenti concedendo 200 milioni di euro, negando ingiustificatamente invece i 20 milioni di euro della RIA ai circa 600 mila infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, OSS, amministrativi e tutti gli altri dipendenti non dirigenti del comparto sanità e dirigenti non medici del SSN».
TAGLIO PAUSA PRANZO A 10 MINUTI
Proseguono le anticipazioni dell’Ansa riguardo il contratto degli statali presentato nella bozza ufficiale ai sindacati in sede Aran: il più è fatto, anche se restano nodi aperti assai ingenti come le cifre sugli aumenti e le “novità” sui regolamenti nuovi della Pubblica Amministrazione. Ad esempio tra i temi in ballo ci sono «il tetto agli straordinari e la durata minima della pausa pranzo, con l’ipotesi di accorciare da 30 a 10 minuti. Intanto è stato fissato a sette euro il valore del buono pasto per tutti i quasi 250 mila dipendenti del comparto (ministeriali, agenzie fiscali e parastato)». Novità all’orizzonte anche per il buono pasto, visto che è stata ripresa la clausola della spending review, per cui non può superare i sette euro. Restano i dubbi però sull’intera regolamentazione della pausa pranzo: «il contratto conferma che dopo le sei ore si ha diritto a una pausa. Ma su quanto deve essere lungo il break, mezzora, come oggi, o solo dieci minuti, come qualcuno propone, c’è un punto interrogativo. L’idea di tagliare i tempi è caldeggiata da una parte del sindacato, con l’intento di eliminare un ostacolo alla flessibilità dell’orario. C’è però chi fa notare come abbreviare la pausa eliminerebbe uno dei paletti a cui è condizionato il rilascio del buono pasto», riporta ancora l’Ansa.