OPZIONE DONNA, APPROVATO ODG PER LA PROROGA
Andrea Maestri, sulla sua pagina Facebook, ha pubblicato un post per annunciare che l’ordine del giorno che aveva presentato insieme al collega Stefano Fassina sulla proroga di Opzione donna è stato approvato. “Il mio ultimo atto parlamentare, prima dello scioglimento delle Camere, per il diritto alla pensione delle lavoratrici: un ordine del giorno che è atto di indirizzo politico per la proroga di Opzione Donna. Approvato alle 22.00 del 21 dicembre 2017. Un Sereno Natale e un Felice 2018 a Voi tutte e alle vostre famiglie”, ha scritto il deputato di Liberi e uguali. C’è da chiedersi però quale seguito potrà avere questo odg, non certo per responsabilità di Maestri. Nel testo infatti si impegna il governo “a valutare l’opportunità di garantire” la prosecuzione di Opzione donna. Non bisogna poi dimenticare che viene dato per certo lo scioglimento delle Camere entro la fine dell’anno, con le elezioni a marzo. Davvero difficile che l’esecutivo faccia qualcosa di concreto su questo fronte.
TASSO DI SOSTITUZIONE ITALIANO SOPRA LA MEDIA UE
Gianni Balduzzi ricorda un dato sul nostro sistema pensionistico che forse ignoriamo completamente. Nonostante la Legge Fornero, infatti, il tasso di sostituzione, ovvero quello che indica a quanto ammonta la pensione rispetto all’ultimo reddito percepito, è pari al 69%, contro una media europea pari al 58%. Oltretutto questo dato nel 2007 era al 49%, dunque è cresciuto di parecchio. Altro dato messo in evidenzia un un articolo su Linkiesta è che il tasso di sostituzione per gli uomini sale addirittura al 73%, contro il 56% delle donne. Tuttavia c’è da notare che i contributi per la previdenza sociale in Italia sono più alti della media europea e questo vuol dire che “per mantenere la generosità dei trattamenti che oggi consentono quelle vette in termini di redditi dei pensionati si è dovuto prelevare sul lavoro di chi una pensione non l’aveva ancora più di quanto non si facesse altrove, e continuiamo anche oggi”.
RIZZETTO RICORDA QUOTA 41 NELL’AULA DELLA CAMERA
La Legge di bilancio è stata approvata dalla Camera e passa ora al Senato per la terza lettura. Sul provvedimento il Governo ha posto la fiducia e nelle dichiarazioni che hanno preceduto il voto, Walter Rizzetto non ha mancato di esprimere il proprio dissenso sui provvedimenti che l’esecutivo ha inserito nella manovra, ma soprattutto ha ricordato quelli che sono stati bocciati durante l’esame degli emendamenti in commissione Bilancio, anche in tema di pensioni. Durante il suo intervento ha anche mostrato la maglietta del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, con il “41” a caratteri cubitali a ricordare la richiesta di Quota 41, cioè la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. “Ci avete detto di no a queste cose per fare le vostre marchette!”, ha detto il deputato di Fratelli d’Italia rivolto al Governo.
INSEDIATO IL NUOVO CIV DELL’INPS
Si è insediato il nuovo Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, rinnovato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri risalente allo scorso 14 novembre. Il Civ è composto da Michele Gentile, Francesco Rampi, Giuseppe Gargiulo, Ciro Giulio Colecchia, Guglielmo Loy, Claudio Durigon, Rosario Giuseppe Meli, Walter De Candiziis. Marco Valerio Broccati, Antonio Marsilia, Fabio Pontrandolfi, Giulia Dongiovanni, Jole Vernola, Elvira Massimiano, Roberto Caponi, Sabina Valentini, Claudia Trovato, Maurizio Oliviero, Romano Magrini, Riccardo Giovani, Antonio Donato Pantaleo Pellegrino e Maria Magri. Alla seduta inaugurale ha presenziato anche Giuliano Poletti, insieme a Tito Boeri. Il Civ ha nominato suo presidente Guglielmo Loy, Segretario confederale della Uil, e vicepresidente Sabina Valentini, rappresentante di Confcooperative/Legacoop/Agci.
IN ARRIVO IL CONGUAGLIO DI PEREQUAZIONE DEL 2015
Nel 2018 i pensionati dovranno fare i conti con il recupero del conguaglio di perequazione del 2015. In quell’anno, infatti, c’era stata una rivalutazione dello 0,3%, a fronte di un indice reale (conosciuto solo dopo) dello 0,2%. Il recupero di questo 0,1% è stato rimandato per due volte, nel 2016 e nel 2017, ora quindi è venuto il momento di recuperarlo. L’Inps ha fatto sapere che se l’importo da recuperare non supera i 6 euro, il conguaglio verrà effettuato in un’unica soluzione sulla pensione di gennaio. Se invece l’importo è superiore ai 6 euro, si procederà con un conguaglio diviso in due parti uguali nei mesi di gennaio e febbraio. Dunque per i primi due mesi dell’anno si potrebbe avere un assegno di importo lievemente più passo. Oppure, se vogliamo vederla in altro modo, certamente da marzo, se non da febbraio, la pensione sarà leggermente più alta.
LE PAROLE DI ORIETTA ARMILIATO
Orietta Armiliato non nasconde un profondo sconforto rispetto al mancato inserimento nella Legge di bilancio dell’emendamento relativo all’estensione del cumulo contributivo gratuito a Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati. Tuttavia, sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social da lei amministrato, ha voluto fare un paio di rilievi. Il primo è relativo al fatto che né il Governo, né i parlamentari hanno mai promesso che questa estensione ci sarebbe stata. “Molti deputati hanno lavorato affinché questa norma si potesse leggere in GU ma nessuno mai ne ha garantito la riuscita e, d’altra parte, come avrebbero potuto farlo quando esistono analisi, esami e Commissioni ai quali i temi sono sottoposti per essere giudicati ed eventualmente accolti? Nessuno può promettere in queste fattispecie perché nessuno può decidere per se stesso: si chiama democrazia e vogliamo continuare a che mai venga meno”, ha scritto Armiliato.
Il suo secondo rilievo riguarda i toni purtroppo utilizzati in alcuni commenti da alcuni iscritti al Comitato per esprimere il proprio disappunto. Armiliato ha comunque voluto ringraziare “tutto il Gruppo Pd della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati poiché, al di là del risultato negativo conseguito da questa istanza, hanno battagliato per ore e pesantemente in Commissione Bilancio, per sostenere la bontà del loro emendamento”. Un pensiero speciale l’ha rivolto poi a Davide Baruffi e Anna Giacobbe, “per la loro disponibilità, abnegazione e competenza e per il modo con il quale svolgono il loro compito, con semplicità, modalità che riesce ad avvicinare le persone alla politica, quella buona”.
L’INGIUSTIZIA DEL CUMULO CONTRIBUTIVO
Davide Baruffi definisce “una profonda e stupida ingiustizia” il fatto che il cumulo contributivo gratuito non sia ancora utilizzabile per accedere a Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati. Un emendamento alla Legge di bilancio che aveva presentato sul tema, insieme ai colleghi del Pd, è stato bocciato. Tuttavia su Facebook il deputato dem evidenzia che le risorse non sarebbero un problema. “È accettabile proseguire in questa ingiustizia? Il Ministero del Lavoro mi ha risposto più volte in questi giorni che Inps non forniva quantificazioni per la relazione tecnica di accompagnamento. Credo che il Ministero i dati li dovrebbe pretendere, dopo 12 giorni che un emendamento è segnalato e per di più su un tema di cui dibattiamo da oltre un anno. Sanare questa stortura dovrebbe essere preoccupazione del Ministero e dell’Inps, prima ancora che di qualche deputato rompiscatole”, scrive Baruffi.
PENSIONATI IN CALO, MA CRESCE L’IMPORTO DEGLI ASSEGNI
L’Istat ha diffuso oggi i dati relativi alle condizioni di vita dei pensionati. Emerge che dal 2015 al 2016 il loro numero è sceso di circa 115.000 unità, attestandosi a quota 16,1 milioni, mentre l’importo medio delle pensioni percepite è salito da 17.323 a 17.580 euro lordi l’anno. C’è tuttavia da dire che esiste una marcata differenza di genere, poiché le donne ricevono mediamente 6.000 euro in meno degli uomini. Esiste poi anche un divario territoriale, considerando che l’importo medio delle pensioni del Nord-Est supera del 18,2% quello delle pensioni del Mezzogiorno. Un dato interessante riguarda il fatto che circa 3,2 milioni di famiglie si mantengono grazie alle pensioni. Complessivamente, sono più di 12 milioni quelle in cui è presente un pensionato. Ci sono poi poco più di 430.000 pensionati, nel 75% dei casi uomini, che continuano a lavorare, in particolare nelle regioni settentrionali.