LANDINI: CAMBIARE L’APE SOCIAL

Maurizio Landini è scatenato dopo aver visto i dati sulle domande presentate per accadere all’Ape social. “Noi chiediamo delle modifiche sostanziali all’Ape e alle pensioni precoci, perché questi sono solo pannicelli caldi. Sono importanti, perché non voglio banalizzare ma vorrei che fosse chiaro che l’invenzione dell’Ape e altre, sono misure per non modificare la legge Fornero”, ha detto all’Adnkronos Il Segretario confederale della Cgil. Il sindacalista ha aggiunto che occorre una vera flessibilità in uscita, perché la richiesta “una persona di 62 anni deve potere scegliere di andare in pensione in base ai contributi che ha versato”. Inoltre, ha spiegato che è necessaria una pensione di garanzia per i giovani, con un importo minimo di 930 euro. A proposito della Legge Fornero, Landini, intervistato dal Manifesto, ha detto che si tratta di “una ferita ancora aperta perché le persone stanno ancora vivendo sulla loro pelle la follia di andare – unici in Europa – in pensione a 67 anni quando i loro figli sono ancora disoccupati o precari”.



I MESSAGGI DI SALVINI A BERLUSCONI

Matteo Salvini continua a ritenere importante, nel predisporre il programma elettorale, il tema delle pensioni. Sulla sua pagina Facebook sabato ha scritto: “Legge Fornero, la prima legge che cambieremo quando saremo al governo, su questo l’impegno di Berlusconi deve essere chiaro”. E ieri è tornato a “punzecchiare” l’alleato sul tema. Secondo quanto riporta La Provincia di Varese, parlando a Busto Arsizio il leader della Lega ha infatti detto che Berlusconi “parla di 1000 euro di pensione sociale, ma oggi un signore di mi chiede, ‘ma io che ho pagato per più di 30 anni i contributi per averne 700 sono più scemo degli altri?’. La riforma delle pensioni, che la si sottoscriva dal notaio o dal macellaio o dal farmacista, va presentata prima del voto, e non dopo il voto: e per me andare in pensione a 67 anni è immorale ed economicamente sbagliato”. Di pensioni e lavoro la Lega parlerà anche questa sera a Biella, con un incontro pubblico al Museo del territorio cui prenderà parte anche Roberto Simonetti, Segretario della commissione Lavoro della Camera.



LANDINI, “BASTA SPOT ELETTORALI”

Impegnato con il nuovo corso di proteste in piazze della Cgil anti-Governo e anti-riforma pensioni, Maurizio Landini ieri a Palermo ha rilanciato la sua personale battaglia contro la Riforma Fornero, ma non nel modo indetto dal Governo: «”Il messaggio che mandiamo è che per far ripartire l’Italia bisogna rilanciare investimenti pubblici e privati e il lavoro soprattutto dei giovani- ha aggiunto – Nel Mezzogiorno ci sono dati di disoccupazione drammatici e tanti giovani devono andare via se vogliono avere una prospettiva. Questo è un tema che va messo al centro dell’agenda politica del governo». Secondo l’ex segretario della Fiom, il punto da rilanciare sulle pensioni è divisibile in pochi sottoinsiemi: «pensioni minime a 1000 euro? Il problema non è cosa pensi Berlusconi, ma cambiare la legge Fornero. Siamo stanchi di spot elettorali. I temi sono le pensioni per i giovani, la contribuzione per le donne, separare la previdenza dalla assistenza, l’uscita a 62 anni e i 41 anni di contributi per andare in pensione». (agg. di Niccolò Magnani)



ENERGIE PER L’ITALIA: “LEGGE DA BOCCIARE TUTTA”

Non solo la Sinistra oggi si è ritrovata per rilanciare la propria candidatura verso le prossime Elezioni, ma anche il partito di Stefano Parisi “Energie per l’Italia” ha trovato spazio oggi a Milano sul palco di Megawatt per proporre la propria linea sulle pensioni, sul lavoro e sulla scuola. «Il sistema Fornero sarebbe da bocciare perché legato genericamente alla speranza di vita mentre, per perseguire l’equità, andrebbe commisurato all’aspettativa di vita dei lavoratori diversificata a seconda degli impieghi e tenendo in considerazione quelli usuranti e non», spiega Francesco Forte, ex ministro delle Finanze del Governo Fanfani, tra i principali collaboratori e aderenti alla lista di centrodestra dell’ex candidato sindaco di Milano. «Chi lavora ha una aspettativa minore rispetto a chi non lavora e chi fa un lavoro usurante tende a vivere ancora meno»; sul fronte dell’uscita dal mondo del lavoro invece la proposta va diretta sugli scaglioni previsti, «bisogna lasciare ai cittadini la libertà di scegliere quando ritirarsi». Da ultimo, sul palco di Energie per l’Italia si osserva la proposta anche per i pensionati ultraottantenni: «agli ottantenni che ancora lavorano dovrebbe essere chiesto il solo contributo di solidarietà, perché i contributi li hanno già pagati per tutta la vita». (agg. di Niccolò Magnani)

DI MAIO, “PENSIONI MINIME A 780 EURO”

Luigi Di Maio prosegue il suo tour elettorale in vista delle prossime elezioni 2018: e oggi, in visita al Pio Albergo Trivulzio a Milano, si è sbottonato su un punto del programma M5s proprio riguardante le pensioni e le ultime decisioni del governo. Ovviamente non ci sono parole buone per la riforma e viene espressa forte preoccupazione per l’immediato futuro di tanti pensionati: «Non è pensabile che le pensioni minime in Italia siano sotto la soglia di povertà. Ci impegniamo a portarle sopra i 780 euro. Poi daremo una stretta delle nomine della politica nella sanità che deve essere al servizio dei cittadini e non della politica». Si tratta anche indirettamente di una risposta alla proposta choc di Berlusconi, che sulle pensioni insiste sul suo nuovo cavallo di battaglia al grido di “minime a 1000 euro”. (agg. di Niccolò Magnani)

CARCERATI, 15MILA PENSIONI ANNULLATE

La protesta è vibrante e forte e viene dalle carceri, gli ambienti tra i meno considerati e “valorizzati” dell’intero panorama sociale italiano: di solito non ci si pensa, ma anche per i detenuti il piano pensioni e il prospetto futuro è uno degli argomenti più importanti visto che la rieducazione e il reinserimento nella società deve anche portare ad un sostentamento una volta uscito dal carcere. «Con l’entrata in vigore della Riforma Fornero (Legge 92/2012, in base all’art. 2 commi 58/63) dallo scorso maggio sono state revocate le prestazioni previdenziali a circa 15.000 detenuti»: la denuncia arriva in una lettera scritta da Sandra Berardi dell’associazione Yairaiha Onlus e Vincenzo Miliucci dei Cobas Confederazione dei Comitati di Base e indirizzata al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e al presidente dell’Inps Tito Boeri. «Per alcuni di loro è stata presentata diffida nei confronti dell’INPS per il ripristino delle pensioni e dell’indennità di disoccupazione (Naspi) revocati in precedenza in quanto il provvedimento va a ledere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione (artt. 25 e 38) svincolati, peraltro, dal titolo del reato. In merito all’indennità di disoccupazione c’è da sottolineare che la Legge, al comma 58 dell’art. 2, stabilisce che il giudice debba dimostrare la provenienza fittizia della contribuzione da cui deriva la prestazione ed anche in assenza di pronunciamenti giuridici in merito». La richiesta della lettera è quella di un intervento deciso per ristabilire il diritto di coloro che si sono visti da un giorno all’altro revocare il beneficio garantito per legge. (agg. di Niccolò Magnani)

POLETTI: IL CONFRONTO È SEMPRE APERTO

La Cgil è scesa in piazza ieri per protestare contro le proposte del Governo in tema di pensioni. Mentre le manifestazioni erano in corso, Giuliano Poletti ha fatto sapere che “per noi il confronto è sempre aperto”. Democratica, il sito di informazione del Partito democratico, riporta alcune sue dichiarazioni rilasciate all’istituto Aldini di Bologna alla mostra-convegno Handymatica dedicata alle tecnologie per la disabilità. “Noi siamo convinti di aver fatto il possibile vincoli che la legge di bilancio ci da. Ma per noi questa è una tappa di un confronto che continuerà”, ha detto il ministro del Lavoro. Che ha specificato che “non abbiamo detto: ‘Si arriva qui e poi non c’è più dialogo’. Abbiamo detto che dentro la legge di bilancio siamo in grado di fare queste cose, e reputiamo di aver fatto cose positive e importanti. Detto questo, continuiamo a considerare aperto il dialogo e il confronto”.

Da parte sua Susanna Camusso, chiudendo la manifestazione in piazza del Popolo a Roma, ha detto che “non ci fermiamo oggi, non è questa la risposta unica che daremo. Continueremo nei prossimi giorni in Parlamento, presidieremo la discussione sulla legge di bilancio. E continuiamo a lavorare per preparare le prossima mobilitazione generale che, ve lo posso garantire, non è lontana nel tempo”. Dunque la Cgil è pronta a tornare in piazza, mentre il Governo si dice pronto al confronto, ma fa capire che nella Legge di bilancio non c’è spazio per altri provvedimenti. Una situazione che non lascia presagire a “ricuciture”, quanto meno non prima della fine dell’anno. E tornare dopo, nel 2018, a trattare con un Governo che avrebbe pochi mesi ancora di vita non avrebbe molto senso.

IL PD PRONTO A SCARICARE BOERI

Il Pd è pronto a scaricare Tito Boeri. Lo scrive Repubblica, segnalando che il partito di maggioranza ha pronto un emendamento alla Legge di bilancio, da presentare alla Camera, per riformare la governance dell’Inps. L’obiettivo sarebbe quello di ripristinare il Consiglio di amministrazione, composto da quattro membri più il Presidente, che non sarebbe quindi più “l’uomo solo al comando”. Nell’emendamento, inoltre, si darebbe sei mesi di tempo a Governo e Parlamento per procedere con le nomine. Dunque Boeri potrebbe dover lasciare il suo posto con più di un anno di anticipo, considerando che era stato eletto alla fine del 2014. Nell’articolo del quotidiano romano si evidenzia che i numeri per far passare questa riforma in Parlamento non dovrebbero essere un problema. E se le nomine non venissero fatte nei tempi previsti, complici le elezioni, ci sarebbe un commissariamento dell’Inps.

GLI STUDENTI A FIANCO DELLA CGIL

A manifestare con la Cgil contro le proposte del Governo in tema di pensioni non ci sono solo lavoratori in età avanzata, ma anche degli studenti. La Rete degli studenti medi e l’Unione degli universitari hanno infatti deciso di partecipare alla mobilitazione “per rivendicare un sistema pensionistico che sappia finalmente tener conto delle esigenze dei lavoratori di domani”. Ansa riporta la parole di Giammarco Manfreda, Coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi: “Rifiutiamo da subito un’idea per la quale i nostri diritti e le nostre conquiste debbano andare a discapito di qualcuno, che la nostra felicità e il benessere della nostra generazione debbano fondarsi sui sacrifici di altre generazioni”. Elisa Marchetti, Coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, aggiunge: “Abbiamo di fronte una legge di bilancio che non parla ai giovani”, “vogliamo poter avere tutti i diritti e le tutele che ci permettano di guardare al futuro avendo una prospettiva”.