PARTITO PENSIONATI D’ACCORDO CON BERLUSCONI
La proposta di Silvio Berlusconi di un reddito di dignità di mille euro e di innalzare le pensioni minime sempre a mille euro non sembra dispiacere al Partito Pensionati. Agenpress riporta infatti le dichiarazioni di Luigi Ferone, Segretario regionale del Friuli-Venezia Giulia, secondo cui in Italia è necessario tagliare le tasse e creare nuova occupazione. Il problema principale da affrontare dal suo punto di vista è quello dei tanti cittadini con più di 40 anni che hanno perso il lavoro e sono lontani dalla pensione. “Da sempre il Partito Pensionati si batte per garantire dignità, anche economica, a tutti i cittadini e l’iniziativa del Presidente Berlusconi, che ipotizza un intervento dello Stato, anche in relazione alla composizione del nucleo familiare, va in questa direzione. Mille euro è la somma che viene ipotizzata, come minimo, per le pensioni e anche come soglia minima per una vita appena dignitosa. Una misura che va accompagnata da percorsi diretti alla eventuale riqualificazione e da politiche per il lavoro”, ha detto Ferone.
HANNO L’APE SOCIAL, MA DEVONO RESTARE A LAVORO
Il Messaggero Veneto, nella sua edizione di Pordenone, riporta una notizia davvero singolare. Una ventina di docenti ha infatti chiesto di utilizzare l’Ape social, risultano di fatto in pensione per il ministero dell’Istruzione da settembre, ma in mancanza di un decreto attuativo devono continuare a lavorare. “L’Ape sociale sembra una fregatura. Questa situazione capita a una decina di nostri iscritti, ma i casi saranno di più in provincia. Sono docenti in pensione per il ministero dell’Istruzione da settembre 2017, ma privi del decreto applicativo di altri enti previdenziali, mai arrivato”, sono le parole Gianfranco Dall’Agnese, sindacalista della Cgil riportate dal quotidiano per descrivere la situazione. Situazione che probabilmente non riguarda solo la provincia di Pordenone, ma altri casi sempre nel mondo della scuola.
2018, DIFFIDARE DELLE PROMESSE ELETTORALI
“Per il 2018 si prevede un anno fecondo per le pensioni”. È quanto scrive Camillo Linguella su Finanzaonline, pur riconoscendo che l’anno che sta per chiudersi ha portato molte novità, a partire dal cumulo contributivo gratuito, fino all’Ape social, passando per l’aumento della quattordicesima e della no tax area. L’autore evidenzia che in ogni caso nella Legge di bilancio 2018 qualche nuova misura previdenziale è stata inserita, anche se resta l’aumento dei requisiti pensionistici che scatterà nel 2019. L’invito, ora, in questo clima ormai avviato di campagna elettorale, è quello di non dare ascolto alle promesse dei partiti. “Sono più valide ed affidabili quelle dei marinai che quelle dei politici. Per cui mettiamo da parte le promesse sulle pensioni minime di 1000 euro e mirabilia simili e teniamo saldi i piedi per terra”, scrive Linguella.
IL PUNTO DELL’ANP-CIA SULLA MANOVRA
La Legge di bilancio 2018, per i pensionati, rappresenta il classico bicchiere mezzo vuoto. È quanto afferma Alessandro Del Carlo, Presidente dell’Associazione nazionale pensionati della Cia, in un comunicato stampa. “Viene confermata la quattordicesima per le pensioni sotto i mille euro e l’aumento per quelle già in essere, ma non è ancora una misura stabilizzata. Le pensioni minime sono ancora lontane dalle 650 euro mensili come indica la Carta Sociale Europea, mentre non ci sono le riduzioni fiscali per le pensioni più basse”, evidenzia Del Carlo. Che poi aggiunge: “Siamo in presenza di misure in parte buone, in parte insufficienti e contraddittorie; fra le categorie di lavori usuranti si è introdotto quello degli operai agricoli, mentre sono stati esclusi gli agricoltori. Un errore e un’ingiustizia grave che continueremo a denunciare e chiede di rimediare”.
Per il rappresentante della Confederazione italiana agricoltori resta poi da affrontare il tema dell’età pensionabile in rapporto all’aspettativa di vita, visto che con la Legge Fornero si sta determinando una situazione socialmente ingiusta e inaccettabile. Del Carlo plaude poi agli interventi che mirano a contrastare la povertà, anche se non può non notare delle carenze nella manovra, la più grande delle quali riguarda la sanità, con una riduzione del super-ticket piuttosto scarsa e che non aiuta ad affrontare un problema piuttosto grave: quello dei cittadini, soprattutto anziani, che rinunciano alle cure sanitarie perché troppo onerose. Dunque c’è lavoro da fare per il prossimo Governo.
DEROGA ALLA LEGGE FORNERO PER I POLIGRAFICI
Tra le pieghe della Legge di bilancio 2018 spunta anche una deroga alla Legge Fornero prevista per i poligrafici dipendenti di aziende editoriali in crisi. Lo ricorda pensionioggi.it, evidenziando come la misura consenta l’accesso al pensionamento anticipato ai lavoratori collocati in Cigs e poi in mobilità da aziende in stato di crisi, in base ad accordi specifici sottoscritti tra il 1° gennaio 2014 e il 31 maggio 2015, ampliando così la salvaguardia che era prevista per gli accordi sottoscritti tra il 1° settembre il 31 dicembre 2013. Coloro che rispondono a queste caratteristiche potranno chiedere il pensionamento con un minimo di 32 anni di contributi. Tuttavia non potranno accedere a questa salvaguardia coloro che siano riusciti a trovare una nuova occupazione a tempo indeterminato. Gli interessati dovranno presentare domanda all’Inps entro 60 giorni dall’entrata in vigore delle Legge di bilancio, ovvero il 1° gennaio.
I CHIARIMENTI SU ESODATI E OPZIONE DONNA
In questi giorni sui social è cominciata a girare l’ipotesi di creare un coordinamento tra i vari gruppi che chiedono interventi sulle pensioni. Un’ipotesi che non piace né al Comitato Opzione donna social, né al Comitato licenziati o cessati senza tutele. Orietta Armiliato ha chiarito che gli obiettivi del Cods restano quelli di far valere il cumulo contributivo gratuito anche per Opzione donna e l’ottava salvaguardia degli esodati, oltre che vedere riconosciuti, ai fini previdenziali, i lavori di cura svolti dalle donne. Obiettivi che ancora devono essere raggiunti, ma su cui sono impegnati anche sindacati e alcuni parlamentari. Il Comitato licenziati o cessati senza tutele, oltre a condividere la battaglia sul cumulo contributivo gratuito con il Cods, ha lo scopo primario di far sì che gli esodati (circa 6.000) che ancora sono privi di salvaguardia la possano ottenere.