OPZIONE DONNA, IL PROBLEMA DELLA VOLONTÀ POLITICA
Patrizia Bisiniella, insieme alle colleghe Raffaela Bellot ed Emanuela Munerato aveva presentato, e poi ritirato, un emendamento alla Legge di bilancio per la proroga di Opzione donna. Intervistata da Blasting News, la senatrice di Fare ha spiegato che “se ci fosse la volontà politica di mettere mano al tema opzione donna” sarebbe probabilmente possibile pensare a nuovi emendamenti sul tema. Inoltre, ha detto di ritenere corretta e meritevole di approfondimento la proposta di quante, chiedendo la proroga di Opzione donna, ritengono sia necessario fissare una scadenza, per chi ha già maturato il diritto di accedervi, di sei mesi, in modo che sia così possibile evitare la cristalizzazione del diritto che non consente di utilizzare le risorse già stanziate per Opzione donna per una sua eventuale proroga. “Credo, inoltre, che la questione del trovare una soluzione per le tante donne in attesa da troppo anni sia ormai una necessità non più rinviabile, da parte di chiunque sia al governo anche in futuro”, ha aggiunto Bisinella.
APE SOCIAL, LA RICHIESTA PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO
Garantire l’Ape social anche agli italiani residenti all’estero. È quanto chiedono Marco Fedi e Fabio Porta in una lettera indirizzata a Paolo Gentiloni, Pier Carlo Padoan e Giuliano Poletti. I due deputati del Pd eletti all’estero, secondo quanto riporta il sito de La voce d’Italia, hanno infatti fatto presente che ci sono diversi cittadini che hanno versato contributi in Italia e svolgono attività gravose e usuranti all’estero. E dunque chiedono se potranno avere accesso all’Ape social, utilizzando, per raggiungere gli anni di contributi necessari, quelli versati all’estero, in paesi in cui vige un accordo di sicurezza bilaterale o multilaterale. Anni che, con la proposta del Governo, dovrebbero scendere a 30, mentre le categorie di lavori gravosi dovrebbero diventare 15. Vedremo quale sarà la risposta dei destinatari della missiva.
DAMIANO CRITICA L’INPS
La notizia che il tribunale di Bergamo ha riconosciuto anche alle lavoratrici straniere il diritto di avere il bonus bebè spinge Cesare Damiano a parlare di un episodio che mostra “i margini, troppo discrezionali, di cui dispone l’Inps con le sue circolari che, in molti casi, vanno al di là di quanto stabilito dalle stesse leggi”. Un qualcosa, spiega l’ex ministro del Lavoro, visto anche nel caso di Opzione donna o dell’Ape social. Vedremo se ci saranno dei cambiamenti nel caso passi la riforma della governance dell’Inps. Nel frattempo sul tema Repubblica ha raccolto il parere di Tiziano Treu, secondo cui “la soluzione che il Parlamento si appresta a votare non è solo buona, ma condivisibile e opportuna. Consente all’Istituto di previdenza di tornare alla normalità di una governance duale. E di uscire dal regime di commissariamento in sequenza: un’anomalia grave”.
GLI ESODATI DA APE SOCIAL
Nuovi esodati in arrivo? Pare di sì, almeno così sembrerebbe da quel che scrive Repubblica, ricordando che ci sono persone che sono disoccupate e ancora in attesa dell’Ape social. Nel suo articolo Valentina Conte racconta le storie di chi attende con ansia l’erogazione della prestazione, compresi gli arretrati, visto che, per chi in possesso dei requisiti, è garantita la retroattività fino allo scorso primo maggio. Secondo quanto comunicato dall’Inps, i pagamenti dovrebbero essere erogati da gennaio, ma per molti attendere un altro mese può essere problematico. Si tratta infatti di persone di 63 anni, che hanno magari figli precari o disoccupati, che senza lavoro non hanno molte possibilità per riuscire a procurarsi quello di cui hanno bisogno, se non ricorrendo all’aiuto di altri familiari. Nell’articolo si ricorda che sono più di 35.000 i disoccupati con ammortizzatori esauriti ad aver presentato domanda per l’Ape social e per quasi 10.500 di loro è già arrivato l’accoglimento, mentre gli altri devono confidare nel riesame delle domande.
Qualcuno sa già che non ce la farà, perché pur avendo i requisiti giusti, magari per un piccolo particolare tecnico non avrà diritto alla prestazione. È il caso, per esempio, di chi pur avendo fatto l’autista di mezzi pesanti (attività gravosa), lo ha fatto con un contratto con qualifica di autista privato. Il che vuol dire restare escluso dall’Ape social, senza nessun tipo di speranza e nemmeno di attesa fino a gennaio. In questo caso non resta che aspettare di maturare i requisiti della normale pensione, difficilmente vicina se si voleva un Anticipo pensionistico.
MDP CON CGIL: “INSIEME CONTRO IL SISTEMA PENSIONI”
Nella giornata di ieri la Sinistra, nelle sue varie e più disparate anime sociali e politiche, si è ritrovata in più piazze d’Italia per protestare contro il sistema pensioni e le ultime riforme del Governo: in particolare, il partito di fuoriusciti dal Pd, da Speranza a Bersani fino a D’Alema e La Forgia hanno partecipato a numerose iniziative in cui hanno di fatto rilanciato un fronte unico sul sistema-lavoro in Italia, con la Cgil come diretto e immediato interlocutore favorito. «La mobilitazione nasce su rivendicazioni che riteniamo sacrosante», afferma il capogruppo alla Camera di Articolo 1-Mdp, Francesco Laforgia. In un comunicato poi diffuso sempre ieri, Mdp rilancia il suo sostegno alle battaglie della Cgil, provando così a recuperare un fronte comune della Sinistra oltre il Partito Democratico. Governo bocciato nelle sue ultime aperture sulle pensioni, sul lavoro e sui conti della Manovra: «Articolo 1-MDP condivide e sostiene le ragioni che hanno portato la CGIL ad organizzare la manifestazione del 2 dicembre a Roma e in altre città italiane ribadendo che, nel rispetto dell’autonomia del sindacato, se lo stesso promuove battaglie giuste vogliamo sentirci liberi di appoggiarlo. La necessità di cambiare il sistema previdenziale, per sostenere sviluppo ed occupazione, per garantire un futuro ai giovani sono contenute anche nel nostro documento programmatico. Riteniamo che quello delle pensioni sia un tema delicato perchè tocca la fase della vita spesso più fragile per cui bisogna essere molto seri su questa discussione e sulle proposte. In questi anni si è ritenuto di non coinvolgere la parte sindacale nella discussione, applicando la disintermediazione e chiudendo il confronto con i corpi intermedi. Noi riteniamo che sia necessario lasciarci questa stagione alle spalle per rafforzare le ragioni di merito». (agg. di Niccolò Magnani)