È assodato che il bilancio pensionistico (rapporto tra contributi versati e prestazioni erogate) dei lavoratori stranieri è in forte attivo per tanti motivi: il fenomeno dell’immigrazione è relativamente recente (anche se ormai si può parlare di alcuni decenni); gli immigrati sono in prevalenza giovani che potranno varcare la soglia del pensionamento in tempi non certo prossimi. Tuttavia anche in questo caso, insieme con l’incremento dell’occupazione di lavoratori stranieri (che pure ha risentito della crisi economica) è iniziato anche un maggiore accesso alle prestazioni sociali (siano essi trattamenti pensionistici o misure di sostegno al reddito di persone ancora in attività).



Per approfondire questa problematica è certamente utile una recente pubblicazione dell’Osservatorio dell’Inps (a cura del Coordinamento attuariale) riguardante le statistiche dei lavoratori extracomunitari, intendendo per essi i soggetti in possesso di regolare permesso di soggiorno e conosciuti all’Inps perché lavoratori nel settore privato o percettori di prestazione a sostegno del reddito o pensionati, nell’anno di rilevazione (anche per una frazione d’anno). Nell’anno 2016 il numero di cittadini extracomunitari conosciuti all’Inps, è stato pari a 2.173.879, di cui 1.976.731 lavoratori (90,9%), 88.860 pensionati (4,1%) e 108.288 percettori di prestazioni a sostegno del reddito (5,0%).



È evidente il notevole scostamento tra attivi e pensionati a conferma delle analisi compiute in altre sedi dallo stesso istituto previdenziale. Tuttavia è altrettanto palese un rilevante trend di crescita dei pensionati. In dieci anni (dal 2007 al 2016) i lavoratori sono aumentati di 400mila unità, mentre il numero dei pensionati è quadruplicato (nel 2007 erano poco più di 28mila, l’1,8% del totale). Soltanto negli ultimi tre anni il numero dei pensionati extracomunitari è cresciuto del 18,7% passando appunto da 74.857 a 88.860. Le prestazioni di sostegno al reddito sono quintuplicate (erano poco più di 20mila dieci anni or sono: 1,3% del totale): un dato che, comunque, si spiega anche con gli andamenti dell’economia; infatti, il numero delle prestazioni erogate nel 2016 è risultato inferiore a quello degli anni immediatamente precedenti.



Diversamente dal numero dei lavoratori caratterizzato da andamenti altalenanti, i pensionati e i percettori di prestazioni a sostegno del reddito sono cresciuti in maniera sostanziale per tutto il periodo fino al 2015. Nell’anno 2016, i lavoratori risultano stazionari (+0,6%), i pensionati crescono del +7,7% mentre – come abbiamo già ricordato – i percettori di prestazioni a sostegno del reddito hanno subito una flessione (-5,4%). Ma quali sono le tipologie delle pensioni erogate ai cittadini extracomunitari? Nell’anno 2016, su 88.860 cittadini extracomunitari pensionati (con un importo medio annuo delle prestazioni di poco superiore a 7mila euro) 54.416 sono percettori di sole pensioni assistenziali (61,2%), 18.751 hanno percepito una pensione di tipo Ivs (21,1%), 9.521 una sola pensione di tipo indennitario (10,7%), mentre il residuo 6,9% dei pensionati extra-comunitari percepisce più di una pensione di tipologia diversa.

Il netto prevalere delle prestazioni assistenziali – riservate a persone anziane – induce a ritenere che si tratti, più che di lavoratori, di loro familiari. Queste statistiche, nel loro insieme, vanno confrontate con i trend dell’occupazione. Nell’anno 2016, il numero di extracomunitari che ha svolto prevalentemente un lavoro dipendente era pari a 1.637.654, con una retribuzione media annua di euro 12.631. All’interno delle diverse tipologie di lavoratori dipendenti extracomunitari vi erano però notevoli differenze. I lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo erano 1.112.543, in prevalenza maschi (68,6%) con una retribuzione media annua pari a 14.710 euro (16.111 euro per i maschi, 11.654 euro per le femmine). Nel settore privato agricolo vi erano 135.234 extracomunitari, ancora in prevalenza maschi (81,2%), con retribuzione media pari a 8.328 euro (8.628 i maschi, 7.036 le femmine). I lavoratori domestici extracomunitari erano 389.877 e si caratterizzavano per una netta prevalenza femminile con una retribuzione superiore a quella maschile (8.279 euro contro 7.759 euro). Quanto alle nazionalità, nel 2016, i Paesi maggiormente rappresentati tra gli extracomunitari erano l’Albania (282.522), seguita dal Marocco (254.588), dalla Cina (205.971), dall’Ucraina (164.234), dalle Filippine (114.785) e dalla Moldavia (103.626). Nel complesso queste sei nazioni, totalizzavano più della metà del totale degli extracomunitari conosciuti all’Inps.

Analizzando la distribuzione degli extracomunitari per Paese e tipologia di prestazione, la popolazione in cui prevalevano i lavoratori era la Cina, per la quale su 205.971 soggetti, il 98,8% di essi era lavoratore, lo 0,8% pensionato e lo 0,4% percepiva una prestazione a sostegno del reddito. Seguivano il Bangladesh (95,2% lavoratori, 1% pensionati, 3,8% percettori di prestazioni a sostegno del reddito) e l’India (94,7% lavoratori, 1,9% pensionati, 3,4% percettori di prestazioni a sostegno del reddito). La percentuale più alta di percettori di prestazioni a sostegno del reddito era invece quella dei cittadini dell’Ucraina: su 164.234 soggetti, 16.641 erano percettori di prestazioni a sostegno del reddito (10,1%), l’86,4% lavoratori e il 3,5% pensionati. Il Paese di provenienza che poteva vantare il maggior numero di pensionati, sia in termini assoluti che relativi, era l’Albania con 19.759 pensionati su un totale di 282.522 soggetti (7%).