BOTTA E RISPOSTA BARBAGALLO-FORNERO

Botta e risposta tra Carmelo Barbagallo ed Elsa Fornero. Il Segretario generale della Uil, durante un incontro organizzato dal sindacato, ha infatti attaccato l’ex ministra del Lavoro, nonché Tito Boeri e Mario Monti. termometropolitico.it riporta queste sue dichiarazioni: “Chiediamo una nuova governance dell’Inps; siccome Monti, Fornero e Bori rispondono agli interessi delle multinazionali internazionale, è meglio che se ne vadano all’estero”. Parole che ricordano quelle di Matteo Salvini, che aveva parlato di spedire in esilio Elsa Fornero. La quale, ospite in televisione di La7, ha voluto replicare al sindacalista, spiegando che le sue parole “sono irresponsabili, il linciaggio mediatico oggi è inaccettabile perché istiga al rancore e alla violenza”. In questo senso ha voluto sottolineare come la mobilitazione della Cgil di sabato scorso sia stata invece civile, “anche negli slogan”.



BERLUSCONI ANCORA SULLE MINIME A 1.000 EURO

Silvio Berlusconi è tornato a parlare della proposta di aumentare le pensioni minime a mille euro, aggiungendo alcuni dettagli. L’ex Premier, ospite di Mattino 5, ha infatti detto che con la flat tax aumenteranno le entrate dello Stato. Tagliando le spese inutili, ci saranno quindi le risorse necessarie a interventi sulle pensioni. “Nel proporre l’ampliamento a 1000 euro delle pensioni minime ho messo anche le nostre mamme. Credo che anche loro abbiano diritti a una vecchiaia serena e dignitosa”, ha aggiunto poi Berlusconi, che ha poi criticato l’operato degli ultimi due governi riguardo le politiche in favore delle donne: “La sinistra la sventola adesso a tre mesi dalle elezioni, per noi la difesa delle donne è invece prioritaria e lo è sempre stata. Dopo un po’ di tempo hanno dato la delega alle pari opportunità a Boschi che non ha fatto assolutamente nulla”. A suo modo di vedere la sinistra non sembra avere come priorità il tema della parità di genere.



BARBAGALLO (UIL) SI PREPARA ALLA FASE 3

Carmello Barbagallo ha incontrato i gruppi parlamentari di Lega, Articolo 1 e Sinistra italiana, portando così avanti il confronto sulle proposte del Governo in tema di pensioni inserite nella Legge di bilancio. Il Segretario generale della Uil ha detto di aver riscontrato una grande attenzione al tema dei parte degli interlocutori, pur con impostazioni differenti. Il sindacalista ha anche evidenziato ai parlamentari “la necessità che vengano insediate al più presto le due Commissioni ottenute dal confronto con il Governo, quella per la separazione della previdenza dall’assistenza e quella tecnico-scientifica per la definizione dei lavori gravosi. Queste due Commissioni, peraltro, rappresentano una vera e propria garanzia per il prosieguo della terza fase sulla previdenza che servirà a continuare nella nostra azione sindacale per modificare la legge Fornero e determinare un sistema fondato sull’equità e sulla flessibilità”.



I TRE PRINCIPI DEL PACCHETTO PENSIONI

Marco Leonardi ha voluto evidenziare che “nella Legge di bilancio 2018 c’è un pacchetto pensioni articolato e importante. Tutte le iniziative di risparmio sulle pensioni di questo Governo, che spero non vengano triturate in un messaggio elettorale, sono improntate alla prudenza e tengono i conti pubblici in equilibrio”. Il consigliere economico di palazzo Chigi, secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, ha spiegato che il pacchetto pensioni si muove lungo tre direttrici: non tutti i lavori hanno lo stesso grado di gravosità; il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita può essere corretto; le somme stanziate e non interamente spese possono essere utilizzate per altre misure con le stesse finalità, come l’Ape social. Leonardi ha quindi evidenziato che “abbiamo avanzato questi tre principi tenendo i conti pubblici sotto controllo”.

ESODATI, UN PROBLEMA STRUTTURALE?

Un lettore de Il Giorno ha scritto una lettera al direttore per segnalare come a suo modo di vedere “il problema degli esodati è strutturale”, perché ci sono molti over 60 che restano senza lavoro e lontano dalla pensione, con possibilità scarsissime di trovare una nuova occupazione. Per questo “occorre rendere strutturale l’Ape sociale o reintrodurre quota 96, erroneamente cancellata dalla riforma Fornero”. Sandro Neri ha risposto al lettore, segnalando come la Legge del 2011, “criticabile sotto vari aspetti, nella sostanza ha risposto a un problema concreto che non ha trovato diverse soluzioni se non quella dell’innalzamento dell’età pensionabile e del venir meno del combinato azianità-anni di contribuzione. Il calo demografico e il venir meno di posti di lavoro e occupazioni stabili deve trovare risposte prima che il sistema si presenti definitivamente in default. Tema che dovrebbe essere il perno centrale di una responsabile campagna elettorale”. 

A RISCHIO LE PENSIONI DELLE CAMERE DI COMMERCIO SICILIANE

In Sicilia i dipendenti delle Camere di Commercio rischiano di non ricevere, da gennaio, lo stipendio e anche gli ex dipendenti potrebbero non ricevere la pensione. Il Giornale di Sicilia riporta infatti una notizia secondo cui i Presidenti degli enti hanno convocato urgentemente i sindacati per comunicare che dal prossimo anno le Camere di commercio siciliane sono a rischio sopravvivenza. In particolare, quelle di Palermo e Messina potrebbe vedere già a rischio i pagamenti a partire da gennaio o febbraio. L’emergenza coinvolge complessivamente circa 1.200 persone tra dipendenti e pensionati. L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha garantito un intervento per scongiurare il peggio. Il problema, ricorda il quotidiano, è che già nella scorsa legislatura sono falliti i tentativi di trasferire i pensionati delle Camere nel fondo pensioni regionale.

I CONTROLLI CHE AIUTANO I PENSIONATI

Si avvicina la fine dell’anno e i pensionati hanno ricevuto la tredicesima. Alcuni di loro hanno avuto, qualche mese fa, anche la quattordicesima. C’è chi però pur non ricevendola non sa che ne avrebbe diritto. Non a caso la Cgil sta portando avanti la campagna per continuare a informare i pensionati, offrendo un controllo sulla loro pensione per vedere se si ha diritto a una prestazione integrativa che non viene erogata semplicemente perché va richiesta. Magari attraverso una procedura online piuttosto complicata per un anziano che non ha confidenza con i mezzi informatici. Il Tirreno, nella sua edizione della Versilia, ricorda che su questo territorio potrebbero essere dodicimila le persone che potrebbero vedersi incrementare la pensione a seguito dei controlli. Inoltre, viene evidenziato che c’è la possibilità di avere gli arretrati fino a 5 anni.

LE PAROLE DI AMBROGIONI (CIDA)

“Evidentemente il governo – ma forse sarebbe meglio dire i governi – quando non sa come reperire risorse per tamponare la voragine del debito pubblico o per rendere credibili a Bruxelles le promesse sui tagli alle spese, non può che giocarsi la carta delle pensioni”, comincia così un intervento di Giorgio Ambrogioni pubblicato su Formiche.net, nel quale il Presidente della Cida affronta il tema dei presunti squilibri nel sistema pensionistico italiano tornati alla ribalta sulla stampa. “Non vorremmo che l’improvviso risvegliarsi di paludati quotidiani su un ripetuto allarme per un presunto eccesso di spesa pensionistica, rappresenti un modo per preparare il terreno a qualche nuova ‘sortita’ ai danni dei pensionati. In particolare di quelli che, avendo lavorato di più (e meglio) di altri, percepiscono pensioni dignitose”, scrive Ambrogioni, che ci tiene a evidenziare come la situazione descritta su alcuni quotidiani sia opposta rispetto ai dati di fatti che il centro studi Itinerari previdenziali ha fornito e che mostrano che la spesa pensionistica si sta stabilizzando. 

“L’errore di fondo, tutto italiano, è di mettere l’assistenza all’interno della previdenza: in questo modo l’Istat comunica a Eurostat (e poi all’Ocse, al Fmi, ecc.) che la nostra spesa per le pensioni è pari al 18,5% del Pil, mentre quella della media dei Paesi Ue a 27 è del 14,7%. Ma gli altri Paesi non mettono insieme previdenza e le diverse funzioni dell’assistenza, che noi neanche specifichiamo nelle comunicazioni all’Ue. Sono i conti dell’assistenza ad essere fuori controllo, non quelli della previdenza”, segnala il Presidente della Cida.

FURLAN DIFENDE LA SCELTA DELLA CISL

Annamaria Furlan difende la scelta della Cisl di dire sì alle proposte del Governo in tema di pensioni. “Nessuno potrà mai convincermi che non dovevamo accettare le risorse stanziate dal Governo proprio a tutela di chi rappresentiamo e lasciare tutto in mare aperto, rinviando tutto alla prossima finanziaria. Ora sta partendo la campagna elettorale e si parla tanto di pensioni. Sentiamo tante belle e buone intenzioni. Ma noi abbiamo messo in sicurezza attraverso l’accordo con il governo 20 mila persone attraverso il blocco dell’aspettativa di vita. E stiamo lavorando sul Parlamento perché si allarghi anche la platea delle categorie per l’ape sociale che consente il pensionamento a 63 anni”, ha detto la Segretaria generale della Cisl secondo quanto riporta italiannetwork.it. “La Cgil ha scelto la strada di non condividere l’esito del negoziato con il Governo, facendo delle proprie iniziative. La Cisl, al contrario, ha ritenuto che l’esito del negoziato con il Governo sia stato coerente rispetto all’ accordo che avevamo fatto l’anno scorso”, ha aggiunto.

I SERVIZI DA AFFIANCARE ALLE PENSIONI

Quando si versano contributi in una cassa previdenziale lo si fa sperando un giorno di avere una pensione. Questo assunto deve essere in parte modificato, ha spiegato Walter Anedda durante “Previdenza in tour”, appuntamento organizzato dalla Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti  di cui è Presidente. “Oggi si vive molto più a lungo, le spese che si sostengono da pensionato possono essere maggiori per quanto riguarda l’aspetto sanitario, assistenziale, domiciliare”, ha evidenziato Anedda. Secondo quanto riportato da Ansa, a suo modo di vedere bisogna quindi arrivare ad “affiancare al trattamento pensionistico anche una serie di servizi assistenziali, che oltretutto la Cassa paga sul mercato molto meno di quanto pagherebbe il pensionato. E qui l’effetto leva è fondamentale”.