GLI EMENDAMENTI APPROVATI IN COMMISSIONE LAVORO
La commissione Lavoro della Camera ha approvato 17 emendamenti alla Legge di bilancio. Cesare Damiano ha spiegato che si tratta certamente di un numero inferiore rispetto ai 102 da cui si era partiti. “I temi affrontati – ha detto l’ex ministro del Lavoro – sono svariati. Citiamo solo alcuni titoli, tutti da approfondire: mobilità, Dis-coll, pesca, Ape sociale, casse dei professionisti, amianto, dottorandi, Anpal, contratti di collaborazione, prestazioni occasionali, vincitori e idonei di concorso, collaborazioni nella Pubblica amministrazione, tracciabilità delle buste paga, governance di Inps e Inail e indennità di licenziamento. Solo su questi ultimi 2 emendamenti, anch’essi approvati, il Governo ha dato un parere negativo”. In particolare, ha spiegato Damiano, “sulla governance dei due Istituti, l’emendamento ha inteso dare una conclusione al lungo esame svolto dalla Commissione”. Va anche detto che, come fatto sapere da Davide Baruffi, è passato anche l’emendamento sul cumulo contributivo gratuito. Vedremo se questi emendamenti resteranno nel testo definitivo della manovra.
SCIOPERO DELLA FAME DEL MOVIMENTO OPZIONE DONNA
Il Movimento Opzione donna ha deciso di iniziare uno sciopero della fame a staffetta a sostegno della proroga di Opzione donna fino a tutto il 2018. “Nonostante tutto sia a favore del varo di questo provvedimento, il Governo ci ha arrogantemente opposto solo un immotivato no! A nulla sono valse le innumerevoli ragioni della proroga e le nostre reiterate richieste! Diamo allora avvio allo sciopero della fame cui ci avete costrette con la vostra ostinazione e senza vergogna a non voler far nulla per le donne”, si legge in un comunicato del Movimento. Nel quale viene anche ricordato che la prossima settimana inizieranno le votazioni della Legge di bilancio, che dovrebbe arrivare in aula alla Camera il 19 dicembre. Sulla pagina del Movimento ci sono anche le prime immagini di chi ha deciso di aderire allo sciopero mostrando una cartello in cui si legge “Meglio digiunare oggi che fare la fame domani!”.
L’EMENDAMENTO SUL CUMULO GRATUITO
Arriva un’importante notizia per quanti attendevano venisse sanata l’ingiustizia che non permette ancora di usare il cumulo contributivo gratuito per accedere a Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati. Davide Baruffi ha infatti postato sulla sua pagina Facebook una foto riportante il testo dell’emendamento alla Legge di bilancio teso a raggiungere questo obiettivo. “Diritto al #cumulo gratuito dei contributi per accedere ai requisiti pensionistici sia delle #salvaguardie sia di #OpzioneDonna: questo è il testo dell’emendamento approvato poco fa in Commissione Lavoro con il parere favorevole del Governo. Ora si passa alla Bilancio, che lavorerà la prossima settimana. Un primo passo avanti, niente di scontato, continuiamo a lavorarci per arrivare al risultato”, sono le parole scritte dal deputato del Pd per accompagnare la foto.
SPI-CGIL CONTRO LA DIFFERENZA DI GENERE
Dalla sua pagina Facebook Ivan Pedretti evidenzia come le donne scontino ancora delle differenze di genere che pesano anche a livello previdenziale. “Le donne sono la spina dorsale del nostro Sindacato. Senza di loro non saremmo quella grande Organizzazione capace di rappresentare milioni di persone e di dare loro delle risposte. Eppure le donne nel nostro paese continuano ad essere penalizzate, tanto quando sono al lavoro quanto quando sono in pensione”, è l’incipit del post del Segretario generale dello Spi-Cgil, che poi aggiunge: “La differenza di genere è importante e valorizzarla sempre di più è uno dei nostri obiettivi. Ne abbiamo discusso per due giorni alla grande Assemblea delle donne dello Spi-Cgil che si è tenuta il 4 e 5 dicembre a Roma. C’è stato un dibattito intenso e ricco di preziosi spunti e di proposte di lavoro. Sta a noi ora tradurre tutto questo in azioni sindacali quotidiane, incisive e concrete”. Vedremo in che modo ciò avverrà.
VITALIZI, LA “SCOMPARSA” DEL DDL RICHETTI
Con le ultime decisioni sulle calendarizzazioni delle leggi da discutere in Senato, il ddl Richetti che avrebbe dovuto abolire i vitalizi dei parlamentari non verrà approvato in questa legislatura. Quanto accaduto sembra dare ragione al Movimento 5 Stelle e non fa fare una bella figura al Partito democratico, che aveva proprio bloccato le iniziative dei pentastellati sul tema sfidandoli a sostenere la proposta messa a punto da Matteo Richetti. Dopo l’approvazione alla Camera, però, il testo non è approdato all’aula del Senato, dove tra l’altro non sarebbero mancati dei franchi tiratori proprio nelle file della maggioranza. Secondo quanto scrive Blitz Quotidiano, Richetti ora sarebbe pronto a far inserire l’abolizione dei vitalizi nella Legge di bilancio, che, già approvata dal Senato, deve ora affrontare il voto della Camera.
OPZIONE DONNA, NUOVA RICHIESTA DI PROROGA
Lucia Rispoli, amministratrice del Movimento Opzione donna, in un post su Facebook ha voluto ricordare i dati relativi alle pensioni liquidate con Opzione donna dal 2011 al 31 agosto 2017. Dati che mostrano un trend crescente per via dell’innalzamento dell’età pensionabile seguito alla Legge Fornero. Rispoli ricorda che dopo Opzione donna non c’è stata alcuna misura specificatamente pensata per le donne. “Allora perché non prorogare questa misura pensionistica anticipata, consentendo a tutte le donne che hanno subito i drammatici effetti della Riforma Fornero di poter esercitare un’opzione, scegliendo liberamente il sistema contributivo per accedere alla pensione?”, si chiede Rispoli, che ricorda come la legislatura che sta per terminare abbia dedicato tempo e risorse per approfondire le disparità di genere presenti anche nel sistema previdenziale. Ciò nonostante, è stata eliminata “l’unica possibilità per le donne di andare in pensione con qualche anno di anticipo, utilizzando il sistema contributivo in grado di generare un virtuoso risparmio per lo Stato”.
Rispoli dà anche un’indicazione importante circa l’ipotesi di valorizzare i lavori di cura ai fini previdenziali: “Il Movimento Opzione Donna ritiene che il ‘lavoro di cura’ non sia una responsabilità femminile, ma una responsabilità collettiva: per questo a favore delle lavoratrici deve essere trovata una compensazione almeno come riconoscimento di una contribuzione previdenziale, oppure con un intervento di agevolazione ad un pensionamento anticipato”.
DAMIANO: IN ARRIVO INTERVENTI SU APE SOCIAL
La commissione Lavoro della Camera è pronta a presentare degli emendamenti alla Legge di bilancio legati alle pensioni. Lo fa sapere Cesare Damiano, spiegando che l’azione si concentrerà in particolare sulla riforma della governance dell’Inps, superando la formula dell’uomo solo al comando, tornando al consiglio di amministrazione. Una riforma che è stata anche letta come uno “sgambetto” del Partito democratico nei confronti di Tito Boeri, che non ha risparmiato critiche all’azione di Governo sia adesso con Paolo Gentiloni che precedentemente con Matteo Renzi. Damiano ha anche detto che la commissione Lavoro da lui presieduta cercherà di estendere l’Ape social alle categorie di lavori gravosi per cui non si applica l’aumento dei requisiti pensionistici oltre a quelle già ricomprese nella platea dei beneficiari dell’Anticipo pensionistico agevolato.
OCSE: AUMENTARE ETÀ PENSIONAMENTO
Per Tito Boeri, l’Ocse fa bene a guardare all’età effettiva di pensionamento e non a quella legale. “L’Ocse conferma quello che diciamo da tempo”, ha detto il Presidente dell’Inps. E l’organizzazione internazionale ritiene anche che il nostro Paese dovrebbe continuare ad avere come priorità l’aumento dell’età dell’effettivo pensionamento, in modo da “garantire adeguati benefici pensionistici senza mettere a rischio la sostenibilità finanziaria”. L’Ocse promuove anche l’Ape, vista come una soluzione innovativa, anche se viene riconosciuto che solamente coloro che hanno un buon monte contributivo alle spalle possono trarne vantaggio, visto che occorre mettere in conto una decurtazione del futuro assegno pensionistico. Per Giorgio Ambrogioni, Presidente della Cida, Ocse o meno “resta il fatto che le cifre su cui si sta ragionando sono sempre le stesse: ovvero, in Italia, quando si parla di spesa previdenziale non si distingue fra assistenza e previdenza”.