Con gli ultimi dati Istat relativi alla disoccupazione, il Movimento 5 Stelle va all’attacco delle politiche del Governo e anche della riforma delle pensioni targata Fornero. Sul blog di Beppe Grillo è infatti apparso un post in cui si evidenzia come “gli occupati stabili diminuiscono con l’afflosciarsi del doping degli incentivi contributivi, i giovani continuano a emigrare o rimangono a marcire in casa, mentre aumenta il numero di quelli che hanno un lavoro solo tra gli over 50, imprigionati da una folle riforma delle pensioni targata Fornero”. Per il Movimento 5 stelle, per invertire la rotta occorre “sostenere i redditi e l’occupazione direttamente, ciò che prevede la nostra proposta sul Reddito di cittadinanza”. Insieme a un programma di investimenti pubblici in settori strategici, così da contribuire a limitare la fuga di cervelli.



Elsa Fornero ancora una volta ha difeso la riforma delle pensioni che porta il suo nome durante la trasmissione diMartedì. Francesco Giorgino, ospite di Giovanni Floris, ha infatti evidenziato come spesso la politica  economica sia vittima del “presentismo”, ovvero “lo schiacciamento sul tempo del presente”. Secondo il giornalista del Tg1, ciò è avvenuto anche nel caso della Legge Fornero, perché si è varata in tutta fretta senza prestare attenzione alle conseguenze che avrebbe avuto e agli effetti collaterali come il contributo all’aumento della disoccupazione giovanile. L’ex ministro ha quindi replicato spiegando che a suo modo di vedere l’unica legge che non si può accusare di “presentismo” è proprio la sua, perché si tratta di una riforma strutturale che guarda agli anni futuri. E che ha contribuito a ridurre il debito, che altrimenti sarebbe rimasto sulle spalle dei giovani.



La vita dei pensionati può non essere facile al giorno d’oggi, per questo ci sono dei comuni che hanno deciso di stipulare delle convenzioni con l’Inps per avere degli sportelli direttamente nella sede del Comune, rendendo fruibile un servizio in più da parte dei cittadini. Il Comune di Mola di Bari ha fatto sapere che presto sarà possibile ottenere l’estratto contributivo, così da avere anche una “fotografia” della situazione riguardante i versamenti fatti all’Inps. Inoltre, altro servizio molto utile, sarà possibile avere una copia della propria Certificazione unica, un documento che l’Inps non spedisce più a casa, ma che è necessario nel caso si sia tenuto alla dichiarazione dei redditi, anche se teoricamente esistente la possibilità di avvalersi della precompilata. Presso il comune sarà possibile anche ricevere informazioni sui sostegno al reddito.



Da tempo si discute di quanto l’innalzamento dell’età pensionabile possa influire negativamente sulle opportunità di lavoro dei giovani. Cesare Damiano, come anche i sindacati, lo scorso anno proponevano una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità proprio per far sì che ci fossero più posti di lavoro per i giovani. E anche Giuliano Poletti si trovava d’accordo su questo linea di pensiero, arrivando ad appoggiare quanto fatto emergere da uno studio dell’Inps: la Legge Fornero ha tolto lavoro ai più giovani. L’ex ministro del Lavoro ha voluto rispedire al mittente queste accuse proprio a inizio settimana, bollando come “modo vecchio e sbagliato di pensare” il ritenere che mandare in pensione delle persone possa liberare dei posti di lavoro. Enrico Mentana ha sul tema una posizione piuttosto chiara, che ha voluto ribadire ieri, dopo la pubblicazione dei dati Istat sul mercato del lavoro, attraverso un post su Facebook. Il direttore del Tg La7 ha voluto citare il caso dell’Anm che protesta per il mancato innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni per tutti i magistrati, evidenziando che “se per tutti i ruoli portanti della nostra società la barra è innalzata oltre i 70 anni, quando mai ci sarà un ricambio generazionale in questo Paese?”. Mentana non chiede per forza una revisione dell’età pensionabile, ma qualcosa di diverso: “Ho già proposto tante volte una misura di equità e solidarietà generazionale: tutte le categorie che vogliono superare la barra generale dell’età pensionabile di 66,7 accettino da quel punto in poi un prelievo del 30% sugli emolumenti, da destinare all’assunzione per concorso di giovani. Così si tutelerebbero insieme presente e futuro”.

Giuliano Poletti cerca di rassicurare gli italiani e i sindacati sulla riforma delle pensioni. Alle organizzazioni sindacali ha fatto infatti sapere che verrà ripreso il confronto sulla cosiddetta “fase due”, che riguarda in particolare gli aspetti della previdenza che hanno a che fare con i giovani. Inoltre, a margine di un incontro organizzato ieri dal Partito democratico, ha detto ai giornalisti che “sulle pensioni rispetteremo i tempi e quindi predisponiamo i decreti di attuazione della Legge di bilancio così come sono previsti”. Senza citare le voci di possibili rinvii delle misure previdenziali per far fronte alla richiesta europea di un manovra aggiuntiva, Poletti ha detto che “Ape, Ape social, cumulo, quattordicesima: tutte le cose che sono previste in Legge di bilancio le faremo partire puntualmente secondo quanto la Legge di bilancio prevede”. Non sembrerebbero quindi esserci “tentennamenti” o “ripensamenti” sulla riforma delle pensioni, almeno da parte di Poletti.

Si avvicina il termine per rispondere alla lettera con cui la Commissione europea ha chiesto all’Italia una manovra correttiva per mettere in sicurezza i propri conti pubblici. E secondo quanto scrive Il Manifesto, il ministero dell’Economia avrebbe valutato diverse ipotesi che vanno “dai tagli di spesa (lineari e alla ricerca di sprechi, magari sulle partecipate pubbliche), anticipando alcune misure previste per il 2018, alla marcia indietro su alcune agevolazioni fiscali già annunciate o comunque esistenti (sulle pensioni o le famiglie)”. Dunque torna a riaffacciarsi lo spettro di un intervento sulla riforma delle pensioni, anche perché il Governo non ha di fatto mai smentito i rumors in questa direzione emersi nei giorni scorsi. Una delle ipotesi in questo senso era quella di un rinvio dell’aumento delle quattordicesime, criticato anche dal Presidente dell’Inps Tito Boeri.