Dopo che i sindacati hanno chiesto al Governo di riaprire il confronto sulla riforma delle pensioni cominciato alla fine dello scorso anno, dal ministero del Lavoro è arrivata la convocazione ufficiale ai Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per un incontro che si terrà martedì 21 febbraio presso la sede del ministero. Giuliano Poletti ha fatto sapere che l’incontro “è finalizzato a riprendere il confronto sui temi previdenziali e a fare il punto sull’attuazione dei provvedimenti avviati con l’ultima legge di Bilancio”. Con tutta probabilità, quindi, le organizzazioni dei lavoratori presenteranno le loro istanze per modificare alcuni di tale provvedimenti. La Cgil, per esempio, non ha mai nascosto di voler una rivisitazione dell’Ape social e della Quota 41 per i lavoratori precoci. Dal mondo politico è invece stata ipotizzata la proroga di Opzione donna, ma difficilmente questo tema troverà immediato spazio sul tavolo del confronto. Il 21 febbraio Governo e sindacati si incontreranno per riprendere il confronto sulla riforma delle pensioni. Uno dei temi sul tavolo potrebbero essere relativo alla Quota 41 prevista per alcuni lavoratori precoci nella Legge di stabilità, dato che ci sono sindacati che hanno chiesto di poter rivedere questo intervento. I lavoratori precoci non sembrano però essere molto ottimisti su questo confronto. Spulciando tra i commenti alla notizia comparsi sul gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, si trovano parole che esprimono amarezza e sconforto, con il timore di trovarsi ancora una volta con un pugno di mosche in mano. Tutti vorrebbero la Quota 41 accessibile a chiunque, ma l’esecutivo non ha mai mostrato un’apertura totale su questa richiesta e dunque l’ottimismo non può davvero trovare spazio tra i lavoratori precoci.
I lavoratori precoci intendono ricordare ai sindacati che anche loro stanno attendendo che venga riaperto il confronto con il Governo sulla fase 2 della riforma delle pensioni. Lo spiega Roberto Occhiodoro, uno degli amministratori del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, avvisando che sabato prossimo il Comitato del Lazio parteciperà alla manifestazione che si terrà a Tor Bella Monaca per l’avvio della campagna referendaria della Cgil. “Sarà anche l’occasione per ricordare ai vertici sindacali che anche noi stiamo aspettando l’apertura del nuovo tavolo di confronto riguardo alla fase 2 della riforma delle pensioni e riaffermare anche a loro che i decreti attuativi devono essere firmati al più presto e che il 1 maggio deve essere la data di partenza di quanto stabilito in legge finanziaria”, ha scritto Occhiodoro in un post su Facebook.
Sperando che un cambiamento nella riforma delle pensioni possa favorire anche chi come lui lavora da quando è giovane, ma ancora non vede vicina la quiescenza, uno dei lavoratori precoci ha deciso di scrivere una lettera a Giuliano Poletti, spiegando in particolare il perché dell’avversione al prepensionamento di sette anni di lavoratori del settore bancario. “Se questa possibilità fosse finanziata solo dal loro fondo speciale per i prepensionamenti avrei da ridire soltanto che con 35 anni di contributi, o poco più, i bancari potrebbero andare in pensione e riceverla dall’Inps, ma lo Stato sta contribuendo a questo con circa 650 milioni di euro. Quindi ancora una volta saranno i nostri soldi che andranno a beneficio delle banche e dei bancari”, scrive Andrea detto Il Toscano mettendo in copi anche Cesare Damiano e Tito Boeri. Al ministro del Lavoro arriva quindi un consiglio: “Mi permetto di suggerirle di vedere fin da ora cosa sarà scritto nei decreti attuativi di Maggio, chiedendo espressamente di allargare la platea dei 41 anni senza penalizzazioni e senza vincoli di età. Questo chiaramente non ha il carattere di ultimatum, ma di un serio consiglio”.
Il perché è presto detto: molti lavoratori precoci sono esasperati e il loro malcontento potrebbe non trovare più sfogo in forme di protesta “urbane”. In questo senso Andrea avvisa anche il ministro che i lavoratori precoci torneranno in piazza a Roma. Chissà se per allora ci saranno state delle novità positive per chi da tempo chiede di poter accedere alle pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni.