Buone notizie per i pensionati italiani riguardo alla tanto chiacchierata riforma delle pensioni: il Governo ha mantenuto la parola e ha presentato l’emendamento per “congelare” il recupero della rivalutazione delle pensioni data in più nel 2015. Questo vuol dire che l’Inps non procederà, com’era previsto dal mese di aprile, a togliere una piccola parte dagli assegni dei pensionati per recuperare quanto dato in più in passato. La notizia arriva tramite Ivan Pedretti, che si dice soddisfatto, dato che lo Spi-Cgil è stato in prima linea per chiedere che l’esecutivo evitasse questo taglio di entità non certo significativa, ma che avrebbe potuto avere un impatto importante per le pensioni di importo più basso. Va detto che l’emendamento “congela” e quindi rinvia all’anno prossimo questo recupero. Bisogna quindi sperare che ci sia un tasso di inflazione positivo per evitare di ritrovarsi nella stessa situazione tra dodici mesi. 



La riforma pensioni è forse il tema più urgente nell’agenda dei politici solo dopo la Legge elettorale. Per le tante italiane che sperano in una proroga di Opzione donna arrivano importanti dichiarazioni da parte di Mariastella Gelmini, che fanno seguito a quelle di Renata Polverini e che sembrano mostrare un atteggiamento unitario di Forza Italia per una riforma delle pensioni che contempli l’estensione del regime di accesso anticipato alla pensione per le donne che hanno versato almeno 35 anni di contributi. L’ex ministro dell’Istruzione ha infatti evidenziato, come aveva fatto la collega Polverini, che vi potrebbero essere importanti risorse avanzate rispetto a quelle stanziate per Opzione donna alla fine del 2015. E dunque, a suo modo di vedere, si potrebbe “allargare la platea delle potenziali beneficiarie anche al 2018”. Inoltre, a suo modo di vedere Opzione donna consente alle casse pubbliche di avere un risparmio e quindi ci sarebbe un motivo in più per pensare a una sua estensione. È noto tuttavia che questo risparmio sarebbe nel lungo termine, mentre nel breve ci sarebbe un costo da sostenere, ragione che è parsa sinora essere alla base del blocco di ogni proroga di Opzione donna. In ogni caso la Gelmini ha voluto ringraziare la Polverini “per aver acceso un faro sulla previdenza italiana e in particolare sull’Opzione donna”. Secondo quanto riporta BlastingNews, ha inoltre detto che “dopo la notizia di un basso ricorso al part time agevolato per favorire i lavoratori prossimi alla pensione, Opzione Donna rappresenta la migliore modalità per ripensare il nostro sistema previdenziale, attraverso interventi strutturali anche – ha concluso la Gelmini – con l’impiego delle risorse inutilizzate per interventi settoriali”. Vedremo se ci sarà un’iniziativa specifica di Forza Italia relativa proprio a Opzione donna.



Il Movimento 5 Stelle torna a stuzzicare il Partito democratico sulla sua presunta volontà di non far tornare gli italiani al voto solamente per far sì che i parlamentari di prima nomina possano raggiungere la soglia necessaria a incassare in futuro il vitalizio. “La sentenza della Corte c’è’. Il Legalicum al Senato è la via più semplice per votare. Adesso il Pd deve decidere: o pensioni o elezioni”, ha infatti scritto sul proprio profilo Twitter Luigi Di Maio. Di certo queste parole del vicepresidente della Camera non passeranno inosservate ai dem e non mancherà qualche replica. Si va quindi a rinforzare l’attacco del Movimento 5 Stelle verso il principale partito della maggioranza di  governo in un pressing per far tornare gli italiani al voto. Cosa che il Pd, a detto del Movimento 5 Stelle, non vorrebbe permettere non solo per via delle pensioni dei propri parlamentare, ma anche perché timoroso della vittoria che il Movimento otterrebbe alle urne.



Anche la Cisl torna a sollecitare una ripresa del confronto tra Governo e sindacati come previsto dal tavolo sulla riforma delle pensioni della fine dell’anno scorso. “Sollecitiamo la convocazione del tavolo sul lavoro e pensioni per avviare la seconda fase, va accelerato il tavolo sul contratto pubblico e con lo stesso metodo chiediamo che venga affrontato il tema della riforma fiscale”, ha detto Annamaria Furlan, Segretario generale del sindacato, che ha anche detto che “se agiamo male le disuguaglianze crescono, bisogna superare la logica dei bonus per fare una riforma del fisco strutturale. Noi abbiamo due proposte: 1000 euro di tasse in meno fino a una certa soglia di reddito oppure mettere mano alle aliquote fiscali”. Resta da capire, a parte le dichiarazioni di Giuliano Poletti, quando effettivamente verrà ripreso il confronto.

Con la riforma delle pensioni c’è il rischio che qualcuno faccia il “furbetto”. Un servizio della trasmissione diMartedì ha infatti spiegato che chi accederà all’Ape social potrà poi comunque lavorare, purché, ha detto Enzo De Fusco, Coordinatore scientifico della Fondazione Studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoratori, resti nei limiti di reddito annuale previsti dalla legge, ovvero 8.000 euro per il lavoro dipendente e 4.800 euro per quello autonomo. In questo modo, si potrà per esempio lavorare part-time per 600 euro al mese, cui aggiungere i 1.500 euro di Ape social: una cifra superiore sia allo stipendio precedente che a quanto si incasserà una volta in pensione. Ci possono essere quindi dei “furbetti”, ha spiegato De Fusco: qualcuno che lavora part-time può chiedere l’Ape social e farsi poi riassumere part-time, magari dalla stessa azienda, riuscendo di fatto a guadagnare tre volte tanto.