Un nuovo tema potrebbe aggiungersi al confronto sulla riforma delle pensioni previsto tra Governo e sindacati il 21 febbraio. I segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Roberto Ghiselli, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti, hanno infatti scritto ieri a Giuliano Poletti e a Tito Boeri per chiedere una proroga della scadenza per la presentazione della domanda di accesso all’ottava salvaguardia degli esodati, “in considerazione del ritardo da parte dell’Inps nel rendere disponibili le procedure necessarie per il corretto invio delle domande stesse”. La scadenza è infatti fissata al 1° marzo, ma, segnalano i sindacalisti, l’Inps ha reso pienamente operativa la procedura per l’invio delle domande il 1° febbraio. Dunque, considerando l’importanza di questa salvaguardia, viene chiesta una proroga di modo che tutti gli interessati possano presentare correttamente e con tutti i documenti del caso la domanda.



Stando a quanto stabilito al pacchetto riforma delle pensioni fatto approvare nell’ultima Legge di Stabilità, dal prossimo 1 maggio i dipendenti in possesso di determinati requisiti potranno far domanda per entrare anticipatamente nel sistema previdenziale (Ape). Senza dubbio l’Ape aziendale è il dispositivo che sta suscitando maggior interesse nei lavoratori in quanto finanziata dalle imprese. Ma chi può richiederla? Si tratta di una particolare normativa indirizzata esclusivamente al mondo del lavoro privato e permette di fatto ai datori di lavoro di mandare in pensione in anticipo i propri dipendenti a patto che questi siano d’accordo e soprattutto a proprie spese. I lavoratori che ne potranno fruire sono coloro in possesso di almeno 20 anni di contributi versati e 63 anni di età compiuti. In pratica l’azienda potrà aumentare il montante contributivo maturato versando all’Inps in un’unica soluzione un contributo aggiuntivo che verrà calcolato in funzione degli anni di anticipo del lavoratore rispetto all’età in cui sarebbe dovuto andare in pensione. Insomma un bel vantaggio anche per gli stessi dipendenti.



Governo e sindacati si troveranno per parlare di riforma delle pensioni il 21 febbraio. Sembra improbabile che si possa arrivare già a qualche forma di intesa o alla promessa di interventi capaci di scongiurare lo sciopero che l’Usb ha proclamato per l’8 marzo. Un’agitazione di 24 ore per rispondere all’appello del movimento delle donne “Non una di meno”. Sul tavolo non ci sono infatti misure particolari per le donne, anche se l’ex sottosegretario Tommaso Nannicini aveva parlato delle possibilità di introdurre una variante dell’Ape simile a Opzione donna, in modo che vi fosse la possibilità per le italiane di accedere alla pensione anticipata, in cambio ovviamente di una decurtazione dell’assegno. L’Unione sindacale di base, tra le ragioni dello sciopero, segnala il fatto che “non se ne può più delle discriminazioni salariali di genere fatte di livelli contrattuali più bassi, di una retribuzione fino al 20% inferiore a quella degli uomini a parità di mansione, di ricorso massiccio al part time involontario, di lavori non qualificati nonostante una maggiore scolarizzazione, di richiesta di dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione, di maggiori contratti atipici e precari da giovani e di pensioni da fame in vecchiaia”. In questo senso però forse il Governo qualcosa lo potrebbe fare, dato che la cosiddetta fase due del confronto con i sindacati è chiamata a esaminare proprio la possibilità di cambiare il sistema pensionistico per i giovani, di modo che non vengano penalizzati dalle carriere tardive e discontinue. Un occhio di riguardo, in un simile intervento, lo si potrebbe avere per le donne, tra i soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro.



Matteo Salvini attacca ancora Elsa Fornero e la sua riforma delle pensioni. Il Segretario federale della Lega Nord, commentando alcune recenti dichiarazioni dell’ex ministro del Lavoro, scrive in un post su Facebook: “Ancora parla… La Fornero dice che non mi perdona… Io credo, invece, che a non perdonare lei siano milioni di italiani rovinati dalla sua legge infame, che cancelleremo non appena saremo al governo. #votosubito”. A questo proposito va ricordato che ieri lo stesso Salvini, ospite della trasmissione L’aria che tira, aveva detto che sarebbe stato pronto a votare l’indomani stesso la proposta di legge di Cesare Damiano per riuscire a cambiare la Legge Fornero. Legge che la Lega Nord ha provato anche a cancellare raccogliendo le firme per un apposito referendum. Che è stato però poi dichiarato non ammissibile dalla Corte Costituzionale.

Carmelo Barbagallo torna a insistere sulla necessità di nuovi interventi sulla riforma delle pensioni, come per esempio la staffetta generazionale, di modo che non ci siano persone costrette a fare lavori molto proibitivi oltre una certa età, basti pensare al settore edile, e che i giovani trovino un’occupazione stabile, capace anche di aiutarli a decidere di mettere su famiglia. A tale proposito, il Segretario generale della Uil, ha detto che “stiamo insistendo per farci convocare dal Governo per realizzare la seconda fase. In particolare pensando a quei giovani che fanno lavori non sempre continuativi, cercando di garantire loro una base contributiva per dare loro una pensione decente quando saranno anziani”. Il Governo, attraverso il ministro Poletti, ha dato la sua disponibilità a riaprire il confronto. Ora non resta che vedere quando ciò avverrà.