Ancora non è avvenuto l’incontro tra Governo (con molti membri impegnati nella Direzione Pd ancora in corso) e sindacati sul fronte del rinnovo contratti statali: eppure, con tutte le novità inserite nella bozza di riforma Madia sulla Pubblica Amministrazione, è proprio il nodo dei contratti ad essere il più a rischio per via della mancanza di liquidità rispetto a quanto promesso nel novembre scorso. I 300 milioni di euro destinati in Manovra all’aumento degli stipendi rischiano addirittura di subire qualche lieve taglio che farebbe andare su tutte le furie le sigle sindacali: il tavolo di oggi e probabilmente anche dei prossimi giorni proverà a trovare un accordo, anche se i sindacati annunciano di non essere disposti a fare sconti rispetto a quanto previsto dall’accordo dello scorso novembre e si dicono pronti alla mobilitazione.
Nella bozza di riforma Madia sugli statali e la Pubblica Amministrazione, sarà inserito anche un larga parte sullo smartworking: il pubblico impiego infatti vuole essere riformato dal Governo verso nuove formule che abbattono le barriere da casa ad ufficio. Secondo l’idea del ministero Pa, l’obiettivo oltre al rinnovo dei contratti statali e all’aumento generale degli stipendi, sarebbe quello di raggiungere dei target per i servizi pubblici funzionanti e di qualità. Per questo motivo basta lunghi orari sulle scrivanie, ma puntare su smartworking appunto, oluzioni innovative e ‘family friendly’, per aiutare chi è dipendente e anche genitore. Secondo i primi rumors riportati dalla Rai, il governo che oggi incontrerà i sindacati sul tema statali, presenterà anche queste misure: «Spinta al telelavoro, part-time più semplice e un sistema che porti a stringere accordi tra amministrazioni e asili nido e scuole dell’infanzia, e tra enti per campi estivi (servizi aperti durante i periodi di chiusura delle scuole) dedicati ai figli dei dipendenti è la ricetta del ministero della P.a. insieme al dipartimento per le Pari opportunità per un supporto alla genitorialità».
Arriva finalmente il tanto atteso incontro tra Governo e sindacati sui temi del rinnovo contatti statali, sull’approvazione del Testo Unico sul pubblico impiego e in generali su tutti i nodi aperti della Pubblica Amministrazione. Il secondo appuntamento così importante, dopo quello propizio dello scorso 30 novembre, vede ancora gli stessi protagonisti nonostante il cambio di governo: sarà sempre il ministro Pa Marianna Madia con i tecnici dell’Aran ad incontrare le sigle sindacali principali per provare a raggiungere un accordo sul tema dei dipendenti pubblici, dagli stipendi fino all’ultimata grande riforma della Pa. Il rinnovo tanto discusso dei contratti con l’aumento medio ancora da fissare sarà il nucleo delle trattative; non da meno il Teso Unico sui licenziamenti, che pretendono numerose novità importanti sottoposte al giudizio e alla mediazione dei sindacati. Come riporta l’Ansa, «Verranno infatti intensificati i controlli per chi resta a casa in continuità di un fine settimana o di giornate festive, in determinati periodi di lavoro intenso nei quali è necessario assicurare continuità all’erogazione dei servizi all’utenza (ad esempio per scadenze fiscali); i contratti stabiliranno le sanzioni disciplinari. Inoltre le verifiche fiscali relative alle assenze per malattia saranno accentrate presso l’Inps, le fasce orarie di reperibilità saranno armonizzate e i controlli avranno cadenza sistematica e ripetitiva».
Nei contratti statali e nel rinnovo degli stipendi dei dipendenti pubblici, la giornata di oggi non sarà importante solo per l’incontro tra governo e sindacati, ma anche per la definizione degli ultimi dettagli della Riforma PA di Marianna Madia. Tra le varie anticipazioni del decreto che dovrà uscire entro metà febbraio, al più inizio marzo, l’Ansa ha confermato quanto si attendeva già dal primo tavolo sigle-Governo Renzi, ovvero una particolare “postilla” nel contratto degli statali. In sostanza addio al “6 politico” ovvero gli aumenti degli stipendi PA non saranno più garantiti in equa misura a tutti, ma differenziati in base al merito. Gli aumenti saranno proporzionati ai risultati da raggiungere in base ad obiettivi precisi e ad essere premiate saranno le “squadre”: questo ovviamente dovrà essere confermato, e domani nel confronto sarà certo uno dei temi più dibattuti, anche per capire se effettivamente la Riforma conterrà misure ben specifiche su tale “svolta” verso il merito.