E’ fiduciosa la Cisl sulla trattativa per il rinnovo dei contratti statali. Il tavolo che dovrà portare all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici bloccati dal 2009, è in corso tra governo e sindacati. La trattativa deve passare all’Aran, l’agenzia della contrattazione nelle pubbliche amministrazioni, dopo la firma dell’accordo politico lo scorso 30 novembre. Nell’intesa siglata dal ministro della Pubblica amministrazione e da Cgil, Cisl e Uil è stato previsto un incremento di 85 euro medi lordi per i lavoratori. Per applicare questo aumento ai contratti statali serviranno “5 miliardi in 3 anni”, secondo quanto affermato dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ieri al forum ‘Viva l’Italia’ dell’agenzia di stampa Agi. Furlan ha anche sottolineato, sempre in merito alla trattativa per il rinnovo dei contratti statali: “Incrociamo le dita perché la trattativa con il Governo è in corso, penso che porterà risultati positivi. Abbiamo fatto un accordo che vuole dare un contratto a milioni di lavoratori che aspettano da otto anni. E poi stiamo discutendo per avere un contratto che determini una vera riforma della Pubblica amministrazione” perché “non c’è qualità del servizio se non c’è qualità del lavoro”.



Il rinnovo dei contratti statali si intreccia con la riforma della Pubblica amministrazione. Il governo sta andando nella direzione di ridare più peso alla contrattazione. Secondo il testo che l’agenzia di stampa Ansa ha anticipato una delle novità che dovrebbe essere inserita nella riforma Madia sarebbe quella di un nuovo equilibrio tra legge e contratto nazionale per regolare i rapporti di lavoro nella Pubblica amministrazione. In futuro non sarebbe quindo più la legge a dettare ogni aspetto, ma conservando il ruolo di cornice invalicabile, rimetterebbe al contratto la possibilità di intervenire. Inoltre nel testo della riforma della Pubblica amministrazione sarebbe anche contenuta un’apertura sulla ‘voce’ da dare ai lavoratori. L’organizzazione degli uffici pubblici e la gestione dei rapporti di lavoro spettano alla dirigenza fatta salva la sola informazione ai sindacati oppure, ecco la novità che sarebbe prevista, altre formule di partecipazione sindacale se previste dai contratti.



Il rinnovo dei contratti statali deve far ripartire la contrattazione e superare i vincoli che erano stati posti dall’ex ministro Renato Brunetta. Lo sostiene la Cgil riguardo alla trattativa che deve essere avviata all’Aran per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici fermi dal 2009. Il responsabile del settore pubblico della Cgil nazionale Michele Gentile ha infatti dichiarato in un’intervista a RadioArticolo1, come riporta la testata d’informazione della Cgil Rassegna Sindacale, che sulla riforma della Pubblica amministrazione uno dei problemi “riguarda l’impianto della contrattazione, dove vanno assolutamente superati tutti i vincoli introdotti dalla Brunetta, al punto tale che la contrattazione era stata privata della propria titolarità e, di fatto, incentivava a superare il sistema di relazioni sindacali”. Un primo passo è stato fatto con la firma dell’accordo quadro tra governo e sindacati lo scorso 30 novembre e ora l’intesa deve essere definita con le parti sociali all’agenzia della contrattazione nelle pubbliche amministrazioni.



Per quanto riguarda le risorse da stanziare per il rinnovo dei contratti statali la Cisl stima che servano 5 miliardi in 3 anni. Lo ha affermato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ospite oggi del forum ‘Viva l’Italia’, il format video dell’agenzia di stampa Agi con i protagonisti della politica, dell’economia, della cultura e della società civile. Riguardo all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici bloccati da sette anni Furlan ha infatti chiarito che secondo i calcoli servirebbe quel budget per garantire un incremento di 80 euro per ogni lavoratore e lavoratrice. “La grande novità – ha sottolineato Furlan – deve essere che ritornino i temi dell’orario di lavoro, della flessibilità, della formazione dentro la contrattazione”. La leader della Cisl ha anche ricordato che nel Testo Unico si va verso il superamento della legge Brunetta e a riguardo ha poi sottolineato: “Noi non siamo spaventati dal sistema di valutazione dei lavoratori ma vanno definiti i parametri di qualità”.

Mentre si attende che la trattativa per il rinnovo dei contratti statali prosegua all’Aran, il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ribadisce che “bisogna rinnovare i contratti del pubblico impiego per sanare un’ingiustizia che dura da oltre sette anni”. Il sindacalista lo ha sottolineato nel suo intervento ieri alla Conferenza di Organizzazione della Uil di Milano e Lombardia. Barbagallo ha anche ricordato che “occorre apportare modifiche al Testo Unico sulla PA, altrimenti si rischia di complicare la stessa partita dei rinnovi”. Il leader della Uil ha anche ricordato all’appuntamento già fissato per il prossimo 21 febbraio al Ministero del lavoro: “Finalmente riprende il tavolo dedicato non solo alla seconda fase del tema previdenziale, ma anche agli ammortizzatori sociali e quelli nuovi, purtroppo sono solo virtualmente universali perché mancano le risorse”.

Va avanti la trattativa tra governo e sindacati per il rinnovo dei contratti statali bloccati da sette anni. A sottolinearlo è stato, come riporta la testata d’informazione della Cgil Rassegna Sindacale, Michele Gentile, responsabile del settore pubblico della Cgil nazionale, in un’intervista a RadioArticolo1. La contrattazione per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici fermi dal 2009 è ripresa con l’accordo firmato lo scorso 30 novembre dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e da Cgil, Cisl e Uil. Ora la trattativa che deve portare al rinnovo dei contratti statali deve continuare all’Aran, l’agenzia della contrattazione nelle pubbliche amministrazioni. Il sindacalista ha sottolineato che “in realtà, gli incontri di ieri (lunedì 13, ndr) all’Aran avevano all’ordine del giorno anche il Testo unico della pubblica amministrazione, che andrà in Consiglio dei ministri il 17 febbraio. Com’è ovvio, le due cose sono intrecciate, come lo erano nell’accordo del 30 novembre scorso, unitamente alle risorse economiche, che bisognerà aggiungere a quelle previste dalla legge di bilancio 2017, per arrivare a quota 85 euro di aumento. Gentile ha poi speigato che “dopo la legge Brunetta, i contratti si erano bloccati, perché quella norma aveva sottratto materie importantissime alla contrattazione. Dunque, il nuovo contratto presuppone il superamento della Brunetta. Grazie al protocollo del 30 novembre 2016, è previsto il riequilibrio fra leggi e contratti, da ritrovare nel Testo unico”. Durante l’incontro di lunedì scorso tra governo e sindacati è emerso proprio il fatto che i contratti nazionali, sono centrali nella riforma della Pubblica amministrazione. Si attende ora che l’iter prosegua per arrivare al rinnovo dei contratti statali con il relativo aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici.