Con l’incontro tra Governo e Sindacati è stato ratificato e segnato tutto quanto andrà immesso nel Piano Madia sulla Pubblica Amministrazione, che comprenderà le assunzioni dei precari nella PA come la riforma sui contratti dei dipendenti pubblici e tutti gli elementi di discussione sul tema PA in questi ultimi due anni di accordi. La bozza del nuovo Testo Unico per il pubblico impiego prevede un piano di assunzioni straordinario destinato ai lavoratori della Pubblica Amministrazione, in particolare a coloro che hanno superato il concorso e che sono precari da almeno un triennio. I prossimi step del Testo Madia arriverà in Aula nei prossimi giorni, con questo iter: i contenuti nuovi arrivano in Consiglio dei Ministri il prossimo 17 febbraio. L’odg è stato anticipato dal quotidiano della Pubblica Amministrazione, e prevede: la nuova normativa sui licenziamenti e alcune novità che riguardano la concessione di flessibilità, telelavoro e altri servizi di conciliazione lavoro-famiglia ai dipendenti pubblici.
Sul piano assunzioni PA l’incontro sindacati-governo prosegue nella direzione della trattava: tra i punti in discussione non marginale sarà la scelta sulle date da cui far decorrere i tre anni fissati per la fine del precariato di ogni lavoratore del Pubblico Impiego. Secondo fonti sindacali, si potrebbe parlare di cinque anni, «quindi se si inizia nel 2018, il conto partirebbe dal 2013, che poi e’ l’anno in cui, secondo la ragioneria generale dello stato, le stabilizzazioni hanno esaurito la loro spinta». Altre sigle però vorrebbero andare ancora più indietro, fino addirittura al 2009: stando a quanto riporta Rai News, «L’arco di tempo entro cui far rientrare l’anzianita’ minima rappresenta quindi un nodo ancora da sciogliere. ed e’ per questo altrettanto azzardato stabilire una platea, posto che i contratti a tempo nella p.a. sono poco piu’ di 80 mila concentrati nella sanita’ e negli enti territoriali (dati aran), mentre i co.co.co si fermano poco sotto le 38 mila unita’».
Prende finalmente forma il progetto di riforma Madia sulle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, un piano pensato da metà legislatura e portato avanti con non poche difficoltà in termini di accordi e ritardi, oltre che le consuete coperture di fondi che stanno diventando la “croce” anche della partita sui contratti statali. Resta il tavolo di ieri con i sindacati dove tra gli altri punti il piano Assunzioni della PA è stato proposto e condiviso con le altre forze sindacali. Come anticipa Rai News, il Piano coprirà il triennio che va dal 2018 al 2020 e si snoderà su un doppio binario. «Da una parte si da’ la possibilità di trasformare in fisso chi già lavora in una data amministrazione a tempo determinato ed e’ stato selezionato tramite concorso; dall’altra si consentirà di aprire bandi che destinino almeno il 50% dei posti disponibili al personale interno con contratti di lavoro flessibile». Nel dettaglio, chi avrà già fatto un concorso per assunzioni potrà essere assunzioni senza doverne fare di nuovi, mentre per tutti gli altri ci sarà la possibilità di poter partecipare ad un concorso contando su una riserva di posti a loro dedicati.
Dopo mesi di voci e anticipazioni su quanto dovesse essere inserito nella riforma Madia nel settore del piano assunzioni della Pubblica Amminstrazione, si è giunti praticamente al varo del piano stilato dal ministro PA su tutti i temi aperti nel Pubblico Impiego. «Il piano straordinario di assunzioni per il superamento del precariato storico della Pubblica amministrazione interesserà quanti hanno maturato almeno tre anni di servizio, anche non continuativi», è filtrato dall’Ansa confermando le voci degli ultimi giorni. L’anzianità richiesta dunque dal mondo della PA per poter definitivamente uscire dalla forma del precariato sarebbe fissata dal ministro Madia a 3 anni: nelle bozze della riforma Madia finora circolate, infatti, il numero di anni non era ancora stato specificato. Si tratta anche di dare risposte all’Europa, che da tempo ha acceso un faro sui contratti a termine nella Pa, riporta ancora l’Ansa. Uno die punti certamente maggiormente graditi dalle parti sociali, che restano invece ancora profondamente distanti dal ministro Madia per quanto riguarda contratti statali e Testo Unico dei dipendenti pubblici.