I sindacati sono in attesa del rinnovo dei contratti statali che dovrebbe sbloccarsi questa settimana con l’approvazione del Testo Unico del pubblico impiego. La trattativa per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, stipendi che sono fermi da sette anni, era stata inizialmente sbloccata con la firma dell’accordo quadro lo scorso 30 novembre tra il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e i sindacati. Poi la trattativa, che sarebbe dovuta proseguire all’Aran, aveva subito un rallentamento. Ora la riforma della Pubblica amministrazione dovrebbe essere approvata e quindi dovrebbe ripartire la trattativa all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. La scorsa settimana, la Uil, uon dei tre sindacati firmatari dell’intesa dello scorso anno, aveva espresso un giudizio interlocutorio. Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, aveva sottolineato: “Abbiamo in particolare apprezzato la volontà di sistemare la questione del precariato, almeno in alcuni settori. Rimangono delle questioni aperte su cui ci confronteremo nei prossimi mesi”.
Giovedì nella Riforma Madia, che rilancerà i contratti statali e numerosi altri decreti sul mondo PA, sarà atteso finalmente il mondo della Pubblica Amministrazione dopo la mezza stroncatura della prima riforma prodotti dalla Corte Costituzionale. Nell’intervista di due giorni fa al Messaggero, il ministro Madia ha raccontato come il rilancio nelle assunzioni PA è un altrettanto punto importante della sua riforma che non verrà disatteso, secondo la titolare del Ministero PA. «Sulle assunzioni nel Testo Unico decidiamo che va ripreso un reclutamento regolare. In questi anni con la crisi si sono bloccate le entrate. Poi però servivano le professionalità e si sono usati i contratti precari. Queste persone, vittime di un cattivo reclutamento, saranno assunte se hanno già superato un concorso. Per gli altri ci saranno concorsi con posti riservati. Per il futuro se un giovane ambisce di mettere le sue capacità a disposizione della Pubblica amministrazione, deve poter fare un concorso». Secondo la Madia, tutti i decreti della riforma PA saranno sottoposti con parere positivo, questa volta, dalla Consulta; «Tutti i decreti legislativi approvati prima della sentenza, la stessa Corte ha confermato che rimanevano in vigore ed efficaci. La Consulta non ha rilevato un vizio di merito, ma su quattro delle 16 deleghe soltanto un vizio procedurale. Tra l’altro, cambiando idea rispetto alle decisioni precedenti e spiegando che si trattava di una sentenza “evolutiva”. Solo che innovava su un testo di riforma che era stato approvato un anno e mezzo prima. Posso dire che noi non abbiamo sbagliato», garantisce il ministro.
Dopo l’annuncio del ministro Madia sulla riforma della PA che verrà incardinata giovedì prossimo nel CdM, le reazioni sul fronte dei dipendenti statali sono di fondamentale attesa per conoscere i veri dettagli dei decreti post-sentenza Consulta. In mattinata domenica era già intervenuta il segretario Cisl Annamaria Furlan non lesinando alcune critiche alla riforma del governo; «I furbetti vanno puniti e il merito premiato, non c’è dubbio. Ma il ministro sbaglia se pensa di fissare per legge gli obiettivi su cui valutare i dipendenti pubblici», afferma il segretario nazionale Cisl, che comunque considera un passo avanti questa sofferta e travagliata riforma sul mondo dei statali. «Chiedo al governo di assicurare le risorse necessarie per il rinnovo del contratto, i famosi 85 euro mensili per dipendente: i due miliardi stanziati non bastano, ce ne vogliono altri due», sottolinea la Furlan in una lunga intervista a Repubblica. Da oggi fino a mercoledì sera serviranno per le ultime diplomazie sull’asse sindacati-PA per provare a limare gli ultimi dettagli, anche se pare che il ministro abbia praticamente chiuso la pratica con gli incontri della scorsa settimana.