Per Cesare Damiano occorre che venga varata una riforma delle pensioni che porti alla nascita di una “pensione di cittadinanza”. Soprattutto per aiutare i giovani, tema di cui dovranno occuparsi Governo e sindacati nella cosiddetta fase due del confronto sulla previdenza che si è da poco riaperto. L’ex ministro del Lavoro avanza questa proposta nel momento in cui Matteo Renzi parla di un “lavoro di cittadinanza”, sottolineando che non è chiaro cosa voglia intendere l’ex Premier con questo termine, mentre invece è del tutto evidente che ci sono giovani che rischiano di avere una pensione molto bassa, quindi qualcosa per loro andrebbe fatto, a partire dalla proposta che lui stesso che Marialuisa Gnecchi hanno depositato alla Camera: 442 euro di pensione di base finanziata dalla fiscalità generale a fronte di 15 anni di contributi versati.



Questa settimana, esattamente mercoledì 1° marzo, Governo e sindacati torneranno a confrontarsi sulla riforma delle pensioni. Susanna Camusso ha già fatto sapere che sarà un’occasione importante per verificare la dimensione della platea degli italiani che potranno usufruire dell’Ape social grazie ai testi dei decreti attuativi che l’esecutivo dovrà presentare. È noto infatti che le organizzazioni dei lavoratori, oltre che sull’Ape volontario, avevano espresso delle perplessità proprio sui criteri di accesso all’Ape social, che non comporta costi per chi vi fa ricorso, per via del rischio di non comprendere qualche categoria che a rigor di logica dovrebbe essere tutelata, come, per esempio, quella dei lavoratori edili. 



L’Inps in una nota pubblicata in settimana ha di nuovo affrontato il problema della riforma pensioni 2017 attraverso una scadenza particolare come quella per i lavoratori addetti a mansioni usuranti. «C’è tempo fino al 1 marzo 2017 per presentare le istanze destinate ad accertare il diritto alla fruizione dei benefici previsti dal d.lgs. 67/2011. Il termine summenzionato è rivolto ai lavoratori che maturano i requisiti agevolati per l’accesso al trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2017, mentre chi li matura dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018 avrò tempo fino al 1° maggio 2017». Interessati a questo messaggio dell’Inps sono i tutti i lavoratori dipendenti addetti alle mansioni ritenute usuranti: nello specifico, si tratta di mansioni il cui svolgimento non solo è particolarmente faticoso, ma anche incidente su fattori come l’aspettativa di vita o il rischio professionale di particolare intensità, ad esempio lavori svolti il galleria, cava o miniera, ma anche lavori notturni, svolti da addetti alla c.d. “linea catena”, conducenti di determinati veicoli, e altri, riporta lo Studio Cataldi sul proprio sito internet. «Questi lavoratori dovranno raggiungere entro i termini summenzionati il requisito anagrafico, ossia 61 anni e 7 mesi, nonché 35 anni di contribuzione con il perfezionamento del quorum 97,6 determinato dalla somma dell’anzianità anagrafica e di quella contributiva».



La Riforma Pensioni al vaglio del governo con i sindacati vede una svolta sulla copertura bancaria in vista dell’Ape, la misura più importante contenuta nella Manovra Economica del Governo Renzi-Gentiloni. Secondo il Sole 24 Ore, il Governo che incontrerà mercoledì prossimo i sindacati nel secondo importante vertice dopo quello di gennaio, proporrà un patto con Abi e Ania per la stipula di un protocollo di intesa per andare a definire in maniera certa e sicura il previsto bancario e l’assicurazione nel caso di premorienza del pensionando o pensionato. «Tra i primissimi decreti attuativi che dovrebbero essere resi noti ci sarebbe quello dell’incidenza sul rateo di rimborso per ogni anno di anticipo pensionistico: si viene così finalmente a determinare concretamente il costo dell’Ape su cui fino ad ora sono state fatte solo ipotesi non suffragate dai fatti», riportano i colleghi del quotidiano economico milanese.

Dal 2017 è in vigore la facoltà per le pensioni degli Agenti iscritti alla Fondazione Enasarco (agenti e rappresentanti di Commercio) con la particolarità dell’uscita anticipata: secondo quanto riportato dall’ultima Manovra Economica del governo Gentiloni, il nuovo anno porta con sé un anticipo del pensionamento per gli agenti iscritti alla Fondazione, che prevede una possibilità di uscita anticipata con decurtazione del 5% sul computo totale. Da quest’anno gli agenti uomini che non raggiungono i requisiti minimi per pensionarsi alla normale età di vecchiaia potranno chiedere l’anticipazione della pensione di uno o due anni accettando una riduzione strutturale sull’assegno pensionistico. I requisiti sono chiariti dallo stesso regolamento Enasarco: iscritti devono avere maturato almeno 65 anni di età, 20 anni di anzianità contributiva e la quota 90 (valore determinato dalla somma tra età anagrafica e anzianità contributiva). L’importo della prestazione anticipata è ridotto del 5% per ogni anno di anticipazione rispetto all’età anagrafica altrimenti necessaria per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia, tenuto conto di tutti i requisiti previsti inclusa la quota 92 che scatterà dal 2018, riporta il portale Pensioni oggi.

I lavoratori precoci questa settimana hanno manifestato sotto la sede del ministero del Lavoro dove Governo e sindacati si sono incontrati per riaprire il confronto sulla riforma delle pensioni. Tra pochi giorni potranno anche incontrare direttamente Marco Leonardi, il consulente di palazzo Chigi che ha sostituito Tommaso Nannicini al tavolo delle trattative, per ripresentargli la loro richiesta di approvare Quota 41 per tutti. E non sono mancate presenze di alcuni membri del gruppo “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” nelle trasmissioni televisive. Insomma, sembra che l’anno sia iniziato con grande carica per i lavoratori precoci. E se non sono in piazza o in televisione, continuano a mobilitarsi anche da casa, attraverso il computer. Recentemente hanno infatti cominciato a promuovere una petizione online sulla piattaforma Change.org in cui si chiede al ministro del Lavoro, al Presidente del Consiglio, a quello della Repubblica e a quello della Camera, che il ddl 857, famoso anche come ddl Damiano, venga discusso alla Camera. Il traguardo delle 30.000 adesione è infatti vicino, ma i lavoratori precoci vorrebbero raccoglierne molte di più e per questo ricordano che la proposta di legge non contiene solo Quota 41, ma anche la flessibilità pensionistica a 62 anni con una formula che è certamente più conveniente rispetto all’Anticipo pensionistico che ancora non è entrato in vigore, ma che potrebbe essere anche un flop se chiederà un’eccessiva penalizzazione sugli assegni di chi vi farà ricorso.

Con il voto di fiducia alla Camera, il decreto Milleproroghe è stato convertito in legge. A differenza della riforma delle pensioni, al suo interno non vi sono misure che interessano gli italiani vicini all’età di pensionamento, come lo è stata, ad esempio, l’Ape. Anzi, proprio il fatto che sul testo sia stata posta la questione di fiducia da parte del Governo ha impedito che venissero introdotti degli emendamenti, come quelli depositati da Walter Rizzetto, che chiedevano di prorogare Opzione donne, il regime sperimentale per accedere alla quiescenza dopo 35 anni di contributi, compiuti 57 anni e tre mesi di età, in cambio del ricalcolo contributivo pieno dell’assegno pensionistico. Nel decreto milleproroghe c’è quindi un solo intervento previdenziale, che interessa chi in pensione c’è già: la conferma che per tutto il 2017 (con l’eccezione che c’è stata a gennaio), il pagamento delle pensioni avverrà nel primo giorno bancabile del mese.

In attesa di novità sulla riforma delle pensioni, arriva un’indagine sicuramente curiosa e molto utile per chi ancora deve decidere che lavoro fare da grande. Itinerari previdenziali ha infatti stilato la classifica delle professioni che garantiscono la pensione più alta. Al primo posto si piazzano i notai, davanti ai professori universitari e ai giornalisti. Tuttavia tutte queste professioni vengono sorpassate, prendendo in considerazione anche enti e organi costituzionali, dai giudici della Corte Costituzionale, dai parlamentari e dai consiglieri regionali. Va detto che la classifica si basa sui dati del 2015 e ancora si avverte poco il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Dunque in futuro le posizioni tra le varie professioni potrebbero cambiare.