Sul rinnovo dei contratti statali la Uil continua a chiedere la governo il rispetto dell’accordo per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici bloccati da sette anni. L’intesa è stata firmata dai sindacati e dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia lo scorso 30 novembre ma ancora si attende l’avvio della trattativa vera e propria all’Aran. Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo ribadisce che “lo scorso 30 novembre, il Governo ha firmato con il sindacato un patto a cui va data attuazione. Rivendichiamo quei contenuti che devono essere inseriti nel Testo Unico e nella direttiva da inviare all’Aran. I lavoratori pubblici aspettano i rinnovi contrattuali: pertanto, bisogna fare presto e avviare immediatamente i tavoli. Il Governo cos’altro attende? Non si può più aspettare: dalle parole si passi ai fatti”. Negli ultimi giorno la Uil ha ribadito più volte la necessità di non allungare più i tempi e di concludere il rinnovo dei contratti statali visto che i dipendenti pubblici aspettano l’aumento degli stipendi dal 2009.
Metà febbraio si avvicina e il decreto del ministro Madia sui contratti statali, sul rinnovo del settore pubblico e sulle nuove regole per i licenziamenti all’interno della Pubblica Amministrazione. Il decalogo annunciato dal ministero della Pubblica Amministrazione vedrà nuove norme e una generale stretta molto dura, sulla carta, sui cosiddetti “furbetti” del cartellino che nelle amministrazioni stanno da anni generando autentici scandali e soprusi verso gli onesti lavoratori della Pubblica Amministrazione, la maggiorate. Oltre al fattore licenziamenti e a quello annoso del rinnovo per i contratti statali – la trattativa con i sindacati ancora non decolla e le misure si attendono a giorni per ratificare quanto avvenuto già lo scorso 30 novembre 2016 – un terzo punto sembra invece essere inserito nel decreto Madia e riguarda le visite fiscali in malattia. «Un polo unico della medicina fiscale in capo all’Inps, che si occuperà di statali e non solo di privati. Nel decreto Madia sarà sancita la novità, con l’obiettivo di rafforzare l’efficacia degli accertamenti grazie al ‘cervellone’ informatico dell’Inps, che permette di fare verifiche mirate. Dovrebbe essere assicurata anche la continuità professionale per i medici iscritti alle liste speciali. Ci dovrebbe poi essere la possibilità di condurre accertamenti ripetuti. Dovrebbero inoltre essere armonizzate le fasce orarie di reperibilità», riportano le indiscrezioni di Rai News.
Mentre il ministro Madia mette a punto gli ultimi dettagli del decreto sui contratti statali e sulle varie situazioni per i licenziamenti della PA, spunta un dato che preoccupa sia i sindacati che soprattutto il ministero generale della Pubblica Amministrazione. La Cgia di Mestre ha infatti pubblicato questa mattina una cifra molto precisa sugli sprechi della macchina statale e delle varie amministrazioni: 16 miliardi di euro ogni anno, sono queste le uscite denunciate come allarme dalla Cgia per cui si potrebbe invece fortemente tagliare e risparmiare. Si va dal fisco alla sanità passando per le stesse amministrazioni locali: il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha riconosciuto il problema ma allo stesso tempo ha sconsigliato il governo dal «prendersela con i lavoratori della pubblica amministrazione». Un elemento certamente e assolutamente urgente da sottoporre per provare a capire dove e come tagliare: con fondi che a questo punto potrebbe essere molto utili, ad esempio, per la copertura degli aumenti agli stipendi dei lavoratori statali.
La Uil continua a rivendicare il rispetto dell’accordo sul rinnovo dei contratti statali. L’intesa politica è stata firmata lo scorso 30 ottobre dalla Uil e dagli altri due sindacati Cgil e Cisl e dal governo rappresentato dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, ha ribadito ieri la richiesta al governo riguardo al rinnovo dei contratti statali con il relativo aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. E lo ha fatto smentendo che nell’accordo siglato fossero contenute penalizzazioni per i lavoratori. “Secondo alcune indiscrezioni di stampa – spiega Foccillo – il ministero della Funzione Pubblica starebbe lavorando a una bozza di decreto sul testo unico che individuerebbe dei meccanismi di penalizzazione sul salario di produttività collettiva nel caso di aumento del tasso di assenteismo. Sempre secondo indiscrezioni, quest’ipotesi sarebbe addirittura già stata prevista nell’accordo del 30 novembre. Ciò non è vero ed anzi, se questo decreto fosse confermato, non potremmo considerarci un Paese civile. Non è possibile, infatti, che se è uno a sbagliare, poi siano puniti tutti gli altri”.
Arrivano le novità del decreto Madia sui contratti statali e soprattutto sul tanto chiacchierato “decalogo” contro le situazioni da “alert” per possibili licenziamenti all’interno della Pubblica Amministrazione. Si avvicina la data di metà febbraio quando il decreto del Ministro PA verrà licenziato dal Consiglio dei Ministri e crescono le indiscrezioni sul contenuto del testo. Tra tutti il decalogo per i licenziamenti dei furbetti del cartellino e simili è certamente la stretta più importante: «L’elenco precisa le situazioni ‘a rischio’, esplicitandole, tra cui le gravi e reiterate violazioni del codice di comportamento (accettare regali costosi, abusare dell’auto di rappresentanza). Nel decreto, previsto per metà febbraio, dovrebbe anche essere stabilito che in caso di procedura ordinaria entro tre mesi, non più quattro, l’azione deve essere conclusa. Resta fermo il licenziamento sprint, di 30 giorni, per il furbetto del cartellino, che dovrebbe essere esteso a tutte le forme illecite che portano a licenziamento accertate in flagranza», riporta l’indiscrezione di Ansa. Sanzioni però non solo per i lavoratori Pa “furbetti” ma anche per i dirigenti che non si accorgono o peggio si “girano dall’altra parte” compiendo dunque illecito.