Che fine hanno fatto i decreti attuativi necessari per l’Ape, la novità della riforma delle pensioni? Tito Boeri, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, ha spiegato che l’Inps sta lavorando con il ministero del Lavoro e quello dell’Economia, oltre che con palazzo Chigi, per la loro messa a punto, anche perché l’Istituto nazionale di previdenza sociale avrà un ruolo molto importante, dato che sarà lì che i richiedenti dovranno rivolgersi per avviare le pratiche relative all’Anticipo pensionistico.  A questo proposito Boeri ha detto che si tratta di una grande sfida per l’Inps. “Abbiamo bisogno di risorse, in termini di qualità e di competenze che oggi non abbiamo. Bisogna dare informazioni giuste e adeguate. Sono scelte complesse e le persone devono essere messe in condizione di decidere”, ha aggiunto. 



Ieri Governo e sindacati hanno tenuto un altro incontro nell’ambito del riaperto confronto sulla riforma delle pensioni. Tuttavia non si è parlato di previdenza, ma di lavoro e ammortizzatori sociali. Secondo quanto riporta corrierequotidiano.it, Giuliano Poletti a seguito della riunione avrebbe ricordato che ci sono ancora due incontri programmati tra le parti: il 23 marzo per parlare della fase due delle pensioni e il 30 marzo per discutere della governance dell’Inps. Non è chiaro che ci sarà, prima ancora del 23, un confronto sui decreti attuativi dell’Ape. Infatti, dopo il precedente incontro che non era stato “conclusivo” sul tema, ci si aspettava una ripresa, anche perché i decreti attuativi non sono stati emanati. Non è da escludere, però, che possa essere il 23 stesso il giorno scelto per proseguire il confronto sul tema.



Al tavolo sulla riforma delle pensioni riaperto con il Governo, i sindacati hanno chiesto di poter valutare modifiche alle platee dell’Ape social, sulle quali avevano già espresso alcune perplessità alla fine dello scorso anno. E Alessandro Genovesi ha voluto spiegare perché è importante che ci siano dei cambiamenti, visto che ancora i decreti attuativi sull’Ape non sono stati emanati. “Se non vi saranno interventi e verranno quindi mantenuti i 36 anni di contributi di cui gli ultimi 6 continuativi, l’Ape agevolata per gli operai edili sarà inesigibile”, ha spiegato il Segretario generale della Fillea-Cgil. Le sue parole sono piuttosto importanti se si pensa che senza questa modifica, tolto il pensionamento attraverso l’Ape volontario, che però ancora non si sa quanto costerà al pensionando, c’è chi si ritroverebbe costretto a lavorare in cantiere o sui ponteggi oltre i 66 anni di età. Secondo Genovesi saranno circa 500 gli operai che potranno accedere all’Ape social, posto che sono almeno 23.000 quelli che hanno più di 63 anni e stanno continuando a lavorare. Senza considerare che “i potenziali beneficiari sono quasi tutti operai di imprese strutturate che, facendo ora i capi cantiere, coordinando magari lavori esteri, grazie anche alle buone relazioni sindacali, sono già scesi dalle impalcature”. Resta invece aperto, ha aggiunto il sindacalista il problema di tantissimi operai che cambiano spesso azienda o lavorano in quelle piccole e dunque non hanno la possibilità di essere capi cantiere. “Il governo sulla carta riconosce che sono lavoratori impegnati in attività gravose e pericolose, ma nella pratica li lascia fino a 70 anni sulle impalcature o a trasportare carichi pesanti o a stare 8 ore con il martello pneumatico nelle mani. Non so come si possa definire una cosa simile, a me viene in mente solo una parola: truffa”, è la conclusione di Genovesi.



Il Movimento 5 Stelle, tramite Luigi Di Maio, va all’attacco del Governo Gentiloni invitandolo a votare la riforma delle pensioni per i parlamentari presentata dai 5 Stelle per poi dimettersi. “Presidente Gentiloni, se vuole lasciare il ricordo di un briciolo di giustizia, dica a i suoi di approvare la nostra proposta sulle pensioni dei parlamentari. Poi chiuda la porta, spenga la luce e ci faccia andare al voto”, ha detto il vicepresidente della Camera dopo l’intervento del Premier in aula in occasione delle comunicazioni al Parlamento precedente al Consiglio europeo. Di Maio ha anche aggiunto: “Ricordatevi di questo gruppo parlamentare che avete ingiuriato, deriso e calunniato per anni: nella prossima legislatura sarà tre volte più grande e potremo fare quello che non avete fatto per il popolo italiano”.

Elsa Fornero, autrice di una riforma delle pensioni ormai criticata da più parti, è tornata a parlare di previdenza. Nello specifico di Opzione donna. Intervistata da Restate scomodi, trasmissione di Radio 1, ha difeso la scelta fatta nell’equiparare l’età pensionabile delle donne a quella degli uomini anche nel settore privato e ha riconosciuto che ci possono essere delle ragioni che inducono le italiane a voler andare in pensione prima. Tuttavia ha anche evidenziato che esistono delle esigenze collettive e se è vero che Opzione donna fa risparmiare lo Stato perché c’è il ricalcolo contributivo dell’assegno, è altrettanto vero che vivere da pensionati con assegni bassi può diventare alla lunga un aggravio per il welfare. Dunque per la Fornero il pensionamento anticipato non andrebbe generalizzato, ma previsto solo in caso di ragioni particolari.