Nella partita dei contratti statali e del rinnovo dell’intero settore del pubblico impiego, è stato confermato in questi giorni il piano straordinario triennale di assunzioni rivolto a tutti i precari delle pubbliche amministrazioni, verso tutti quelli che non hanno superato una procedura concorsuale e che attualmente lavorano con contratti a tempo determinato presso le PA. Viene stabilito dalla riforma Madia con un’articolazione sul triennio 2018-2020 al fine di superare il precariato, ridurre il ricorso ai contratti a termine e valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato ed interesserà tutte le pubbliche amministrazioni, anche quelle territoriali. Il piano dovrebbe interessare circa 50mila lavoratori con contratto a tempo determinato nel pubblico impiego, con almeno tre anni di servizio anche se non continuativo gli ultimi otto anni. Il decreto prevede, inoltre, la possibilità per gli enti in parola di prorogare i corrispondenti rapporti di lavoro flessibile con i soggetti che partecipano al piano straordinario fino alla loro conclusione.
Rimane la polemica sul rinnovo dei contratti statali che sono fermi dal 2009 nonostante siano stati firmati lo scorso 8 marzo i decreti sblocca risorse. Nel complesso le risorse che saranno stanziate entro il 2018 per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici si aggirano intorno ai 2,4 miliardi di euro: ai decreti sblocca risorse manca ora solo il via libera della Corte dei conti. Poi il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia dovrà inviare una direttiva all’Aran per riavviare la trattativa che dovrà portare la rinnovo dei contratti statali. Ma nel dettaglio, i veri tempi della riforma che andrà a rinnovare i contratti statali e ad alzare gli stipendi dei dipendenti pubblici, dovranno vedere luce verde dal prossimo 14 marzo: a garantirlo ancora nessuna Commissione di Camera e Senato alle quali è stato assegnato il 28 febbraio per ricevere altrettanti pareri, visto che non sono scattate calendarizzazioni ufficiali. Il testo Unico PA per non è vincolante per queste commissioni, questo significa che il Governo può “forzare” i tempi senza dover tenere conto della “lentezza” delle commissioni, e per questo motivo il nuovo iter parlamentare potrebbe partire già dal prossimo 14 marzo. Stando alle anticipazioni del Mattino di Napoli, non sono previste proposte emendative allo schema di decreto legislativo: anche se questo non significa che non vi saranno modifiche, anche strutturali, al testo del rinnovo per i dipendenti statali. Il decreto legislativo che riassumerà il Testo Unico PA ridisegnerà la geografia del lavoro nelle Pa, a partire dalle disposizioni sui licenziamenti disciplinari alle misure per la stabilizzazione del precariato storico. Tempi stretti, visto che i pareri devono arrivare entro il 29 aprile quando sono stabiliti i termini anche per i pareti di Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e l’intesa con la Conferenza Stato-Regioni.