Il Consiglio dei Ministri ha deciso e la data per i due referendum sul Jobs Act e il mondo del lavoro – voucher e appalti nello specifico – è stata decisa e incardinata pochi minuti fa: si terrà il prossimo 28 maggio 2017, ecco la nota del Cdm appena presentata e firmata dal premier Gentiloni. «Il Consiglio dei ministri – riferisce Palazzo Chigi nel comunicato finale della riunione dell’esecutivo – ha approvato il decreto per l’indizione dei referendum popolari relativi alla ‘abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti’ e alla ‘abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)’. Le consultazioni referendarie si svolgeranno domenica 28 maggio 2017». Una decisione politica molto importante che cade di fatto un mese dopo le primarie del Pd con un nuovo segretario che potrà tirare la campagna elettorale verso il nuovo referendum, dopo quello dello scorso 4 dicembre 2016. In molti pensavano ad un tira e molla del governo per attendere nuove elezioni, e invece la decisione di fissare la data prima dell’estate mette al sicuro chi temeva un rinvio ad infinitum. I due testi referendari erano stati presentati dalla Cgil dopo una ingente campagna di raccolta firme che prevedeva anche un terzo referendum, quello sul reintegro dell’Articolo 18 dopo il Jobs Act, bocciato però dalla Consulta lo scorso gennaio. «Ci troviamo di fronte, invece, all’ennesima legge che permette la degradazione del lavoro, che sostituisce lavoro ordinario e contrattato con i voucher, l’ultimo gradino della precarietà», spiegava oggi Susanna Camusso (leader Cgil) in un’intervista a Repubblica. 



Il prossimo 28 maggio urne aperte per i due referendum sul mondo del lavoro: voucher e appalti, ma niente reintegro dell’articolo 18 che invece è stato sbocciato dalla Consulta a gennaio dopo l’ingente raccolta firme del sindacato Cgil. Ma vediamo nel dettaglio i due quesiti di questo referendum Cgil: il primo referendum richiede l’abolizione dei voucher, ossia la retribuzione del lavoro accessorio attraverso dei buoni. Nel secondo referendum si chiede invece l’abolizione dell’articolo 29 del decreto legislativo 10 settembre 2003, cioè il ripristino della responsabilità dell’azienda appaltatrice, oltre a quella che prende l’appalto, in caso di violazioni subite dai lavoratori, norma che era stata cancellata dalla legge Biagi, in seguito modificata dalla legge Fornero. Sempre nell’intervista a Repubblica, la leader Cgil ha spiegato che l’unico modo possibile per evitare il referendum sarebbe quello di utilizzare «i buoni lavoro solo dalle famiglie, acquistati all’Inps e non in tabaccheria, per retribuire, infine, la prestazione occasionale e accessoria di disoccupati di lunga durata, pensionati e studenti». (Niccolò Magnani)

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