E’ contrario alla firma del rinnovo dei contratti statali, così come ipotizzata dall’accordo firmato da governo e Cgil, Cisl e Uil, il sindacato della scuola Anief. Secondo l’Anief la firma sarebbe “un vero tradimento dei lavoratori” perché “secondo la normativa vigente e la sentenza della Consulta dell’estate 2015, in attesa della firma del contratto, dal mese di settembre 2015 lo Stato avrebbe dovuto versare a ogni dipendente pubblico 105 euro di aumento medio, riconducibile a una busta paga mensile di 1.500. Ossia, il 7 per cento del proprio stipendio, salvo recuperare l’altro 50 per cento alla firma del contratto”. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, sottolinea che è “sempre più chiaro che lo stipendio rimarrà sostanzialmente fermo fino al 2021”. L’Anief sta depositando i ricorsi “per recuperare come aumento da settembre 2015 la metà del costo dell’inflazione prevista per legge (13,5%) e certificata dalla Ragioneria dello Stato e per garantire la progressione di carriera a tutti fin dal terzo anno di servizio nel rispetto del principio della parità retributiva e della giurisprudenza comunitaria”.



Mentre si attende che il rinnovo dei contratti statali si concluda quello delle risorse resta un tema di dibattito e scontro a distanza tra sindacati e governo. Cgil, Cisl e Uil hanno firmato con il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, lo scorso 30 novembre, un accordo quadro per un aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici di 85 euro medi lordi mensili. Lo scorso 8 marzo il ministro Madia ha poi annunciato la firma del decreto sblocca risorse, sottolineando che si tratta per il momento della metà dello stanziamento necessario per il rinnovo dei contratti. Le risorse assegnate per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici ammontano a “per il 2016 300milioni, per il 2017 900milioni (600+300) e per il 2018 1,2 miliardi (900+300 milioni). In tutto ci vorranno 2,5 miliardi di euro per garantire aumenti medi mensili di 85 euro”, come sottolineato dal ministro Madia. Il governo stesso quindi ha ammesso che si dovrà aspettare l’anno prossimo per garantire le risorse per il rinnovo dei contratti statali così come stabilito dall’accordo di fine 2016. Tra i sindacati le reazioni non sono state del tutto positive. E c’è chi, come il sindacato della scuola Anief chiede di non firmare il rinnovo perché, come spiega il presidente Marcello Pacifico, “un accordo, tenendo conto di questa situazione, si potrebbe chiudere dunque solo garantendo 103 euro in più. Esattamente come è avvenuto nel settore privato”.

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