Riguarda anche il rinnovo dei contratti statali lo sciopero della scuola oggi 17 marzo 2017. Nelle piazze di varie città docenti e personale Ata sono scesi in piazza per protestare contro i decreti attuativi della Buona Scuola. Ma tra le questioni oggetto di contestazione c’è anche quella dell’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici che sono bloccati dal 2009. La trattativa deve proseguire all’Aran, dopo la firma lo scorso 30 novembre dell’accordo quadro tra governo e sindacati, ma ancora il tavolo non è stato aperto. E lo scontro tra sindacati e governo riguarda anche le risorse stanziate per il rinnovo dei contratti statali. La Cub scuola di Torino sottolinea, come riporta La Repubblica, che lo sciopero della scuola oggi riguarda anche il blocco dei contratti: “Lo sciopero è l’inizio di un percorso di lotta che svilupperemo nelle assemblee di scuola e con tutte le iniziative necessarie sino allo sciopero a oltranza in occasione degli scrutini”.
I sindacati sono sempre più contro il governo per la questione del rinnovo dei contratti statali. L’aumento degli stipendi è atteso dal 2009 dai dipendenti pubblici: è infatti da quella data che i contratti statali sono bloccati. Lo sblocco sembrava vicino dopo la firma lo scorso 30 novembre, dell’accordo quadro tra governo e Cgil, Cisl e Uil, per un aumento degli stipendi di 85 euro medi lordi mensili. Poi la trattativa sarebbe dovuta proseguire all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, ma manca la direttiva da parte del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Lo stesso ministro ha annunciato nei giorni scorsi che l’invio della direttiva all’Aran avverrà a breve: Madia lo ha dichiarato quando ha annunciato, lo scorso 8 marzo, la firma del decreto sblocca risorse per il rinnovo dei contratti statali. Una parte delle risorse saranno stanziate il prossimo anno e su questo punto sono arrivate le critiche del sindacato della scuola Anief. Secondo il presidente Marcello Pacifico “è ormai sempre più chiaro che lo stipendio rimarrà sostanzialmente fermo fino al 2021”. L’Anief chiede agli altri sindacati di non firmare il rinnovo dei contratti statali e allo stesso tempo, per quanto riguarda il mondo della scuola, annuncia ricorsi “per recuperare come aumento da settembre 2015 la metà del costo dell’inflazione prevista per legge (13,5%) e certificata dalla Ragioneria dello Stato e per garantire la progressione di carriera a tutti fin dal terzo anno di servizio nel rispetto del principio della parità retributiva e della giurisprudenza comunitaria”.