Passato un giorno intero dopo l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni aumenta la delusione non solo per la mancata emanazione dei decreti attuativi sull’Ape, ma anche per le indiscrezioni relative al contenuto degli stessi. Si parla infatti di una finestra di soli due mesi per presentare la domanda di accesso all’Ape social e a Quota 41: finestra che è già stata ribattezzata “tagliola”, perché i più malevoli ritengono che la scelta di questo periodo limitato di tempo sia stata fatta per non dare l’opportunità a tutti gli aventi diritto di accedere all’Anticipo pensionistico senza penalizzazioni. Se a questo si aggiunge il fatto che l’Ape volontario viene già bollato come flop si capisce perché monti la delusione su delle misure che, subito dopo la presentazione della Legge di bilancio, erano state presentate come una grande innovazione per superare le rigidità della Legge Fornero.
Dopo l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni i lavoratori precoci hanno ancora più voglia di prima di manifestare per chiedere che Quota 41 sia estesa a tutti. Sul gruppo Facebook “41xtutti lavoratori uniti” vengono ricordati i prossimi appuntamenti, a partire dalla manifestazione in programma domani a Montecitorio, cui parteciperanno anche gli esodati esclusi dall’ottava salvaguardia e i comitati che chiedono la proroga di Opzione donna. Sabato è poi in programma un presidio davanti alla sede Rai di Milano. Quel che non va giù ai precoci è il fatto che il Governo si trinceri dietro la mancanza di risorse per interventi sulla previdenza, quando, viene fatto notare, 20 miliardi per le banche sono stati trovati in meno di una settimana.
Con la riforma delle pensioni acquista sempre più importanza il riscatto dei periodi di studio per conseguire la laurea. Il cumulo contributivo gratuito rende possibile “a chi ha sperimentato forme diverse di lavoro di assicurarsi un’unica pensione (non solo di vecchiaia o invalidità, ma anche di anzianità contributiva) e senza alcuna penalizzazione economica (ogni ente pensionistico liquiderà il proprio segmento secondo il metodo in uso pro quota)”. Dunque i requisiti pensionistici diventeranno più raggiungibili e in alcuni casi potranno essere a portata di mano proprio riscattando gli anni di studio per la laurea. “L’operazione comporta il pagamento di un onere di riscatto, dilazionabile in 120 rate mensili senza applicazione di interessi e con il beneficio della completa deducibilità fiscale di quanto pagato annualmente”. Il quotidiano di Confindustria ricorda che “dal momento che il costo del riscatto è legato anche al momento della richiesta, un ulteriore risparmio sarà raggiunto da chi attiverà l’opzione prima di aver intrapreso una qualsiasi attività lavorativa (quindi in status di inoccupazione): il costo del riscatto sarà pari a poco più di 5.100 euro per ogni anno di studio, anche se, durante il pagamento delle rate, il richiedente avvierà un’attività lavorativa”. Resta il fatto che il cumulo contributivo gratuito al momento non può essere usato da chi intende accedere a Opzione donna o da chi vorrebbe poter usare l’ottava salvaguardia degli esodati. Inoltre, sembrerebbe non utilizzabile nemmeno per accedere alla Quota 41 che è stata prevista all’interno dell’Ape social. Per qualcuno, dunque, riscatto o no, la pensione resta (ingiustamente) lontana.
Dal confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni sono emersi alcuni dati interessanti relativi all’Ape. Per quanto concerne quella social, è previsto che le domande per accedervi possano essere presentate dal 1° maggio al 30 giugno. Molto probabile quindi che si creino delle vere e proprie corse agli sportelli per cercare di avere accesso all’Anticipo pensionistico senza penalizzazioni. A proposito di quest’ultime, il sito del Quotidiano Nazionale segnala che, in relazione all’Ape volontaria, il Governo avrebbe confermato “il calcolo sulla rata del prestito annunciato nei mesi scorsi pari al 4,5-4,7% per ogni anno di anticipo ,ma su una media di importo dell’85% della pensione (nel caso di tre anni di anticipo) e solo per 12 mesi (mentre la rata sulla pensione si paga su 13 mesi e per 20 anni)”.
L’incontro sulla riforma delle pensioni tra Governo e sindacati è stato utile, ha detto Roberto Ghiselli. Tuttavia le risposte dell’esecutivo “sono state su molti punti del tutto insufficienti”, ha evidenziato il Segretario confederale della Cgil. “Abbiamo espresso delle perplessità, in particolare sulle procedure che si intendono adottare: la fissazione di una data rigida entro cui presentare le domande, il criterio dei sei anni di lavoro continuativo nelle attività gravose, che rischia di escludere interi settori come l’edilizia, l’impossibilità per i lavoratori disoccupati per scadenza del contratto a termine di rientrare fra i lavoratori precoci o nell’Ape social”, ha detto il sindacalista. Il quale ha anche spiegato che alcune questioni verranno affrontate di nuovo nell’incontro in programma giovedì tra le parti, quando si dovrebbe affrontare anche il tema della cosiddetta fase due, relativa al futuro previdenziale dei giovani.
Il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni non sembra aver portato i frutti sperati dalle organizzazioni sindacali. Lo si intuisce anche dalla nota diffusa dalla Uil in cui Domenico Proietti chiede all’esecutivo di “accelerare la definizione dei decreti attuativi del pacchetto previdenza contenuto nell’ultima legge di bilancio per evitare ulteriori ritardi”. Nonostante dunque siano passati praticamente tre mesi dall’approvazione della Legge di bilancio, ancora i decreti attuativi non sono stati messi a punto e per questo il Segretario Confederale della Uil evidenza che “è necessario varare provvedimenti in tempi utili e che rendono esigibile per i cittadini le importanti innovazioni introdotte in particolare per i lavoratori precoci, il cumulo contributivo gratuito, i lavori usuranti e l’Ape sociale”. I temi elencati ci fanno capire che i sindacati non si sono limitati a parlare solamente dell’Ape. “La Uil” continuerà nelle prossime ore a sollecitare il Governo per una rapida e positiva soluzione dei problemi ancora aperti”, conclude Proietti. Il che ci fa capire che appunto ci sono questioni che sono rimaste irrisolte nonostante l’incontro.
La battaglia per Quota 41 dei lavoratori precoci prosegue in questi giorni. Dal gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti si ricorda l’importanza della manifestazione in programma giovedì davanti a Montecitorio. Non è chiaro quando il Governo prenderà una decisione definitiva su Quota 41 contenuta nell’Ape social, ma è intanto importante far vedere ai politici quanti si è e che si è pronti a scendere in piazza per ciò in cui si crede. E il gruppo 41xtutti lavoratori uniti ha invece tenuto un presidio in piazza a Torino. Alcuni rappresentanti hanno incontrato Alessandro Di Battista, esponente del Movimento 5 Stelle, che ha ben presente la battaglia per Quota 41 e che ha già avuto modo di “sposare” la loro richiesta. Vedremo a quali risultati porterà la battaglia.
La riforma delle pensioni ha portato nuovi cambiamenti nel sistema previdenziale italiano, ma resta ancora difficile riuscire a capire quando è possibile accedere alla quiescenza. alessandrianews.it, riporta infatti alcune storie di cittadini che ancora non hanno capito quando potranno raggiungere l’agognata meta pensionistica. Agognata perché ci sono anche degli esodati che ancora non sanno se potranno accedere a una salvaguardia o meno. Fattore decisamente di non poco conto, se si considera che vivono in una sorta di “limbo”, piuttosto che di disoccupazione piena senza ammortizzatori sociali o sussidi, in attesa della pensione. Non va meglio a chi avrebbe i requisiti per accedere all’Ape: senza decreti attuativi è impossibile fare le proprie valutazioni per vedere se vale la pena lasciare il lavoro o meno. Andare in pensione, insomma, non è così semplice.