Dopo l’incontro Governo-sindacati sulla riforma delle pensioni, i lavoratori precoci si preparano a una manifestazione nazionale da organizzare entro aprile. Roberto Occhiodoro, uno degli animatori della pagina Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, dopo aver spiegato le novità emerse dal confronto tra le parti, in particolare con la criticità rappresentata dai disoccupati a seguito di scadenza del contratto, che non rientrerebbero quindi nella platea di Ape Social e Quota 41, chiama gli altri precoci a raccolta, per una manifestazione che dovrà servire proprio a far sì che vengano adottati dei correttivi atti a evitare delle situazioni di disparità davvero difficili da mandar giù. E che rischiano, evidenzia Occhiodoro, solamente di creare divisioni tra i possibili beneficiari degli interventi. Su Ape social e lavoratori precoci il confronto tra Governo e sindacati non è concluso. Lo chiarisce Roberto Ghiselli, parlando ai microfoni di RaioArticolo1. La “fase uno” della riforma delle pensioni non è quindi ancora chiusa, perché se è vero che i decreti attuativi sull’Ape sono in arrivo, ha spiegato il Segretario confederale della Cgil, “vi sono alcuni aspetti, per noi significativi, che ancora non hanno trovato una risposta positiva. Per questo abbiamo chiesto e in parte ottenuto la disponibilità del governo a fare ulteriori approfondimenti”. In particolare, ha spiegato il sindacalista, l’accesso all’Ape social e le misure per i lavoratori precoci sono i punti su cui c’è più criticità. Nello specifico, per quel che riguarda i sei anni continuativi per lo svolgimento di lavori gravosi e lo stato di disoccupazione a seguito di scadenza di un contratto a tempo indeterminato.



Mentre Governo e sindacati si incontravano per parlare di riforma delle pensioni presso la sede del ministero del Lavoro, ieri mattina davanti a Montecitorio si è tenuta una manifestazione cui hanno preso parte i lavoratori precoci, gli esodati ancora esclusi dalle salvaguardie finora approvate e i comitati che chiedono la proroga di Opzione donna fino al 2018. Walter Rizzetto è uscito dal palazzo della Camera e ha incontrato i manifestanti, facendo con loro il punto della situazione rispetto alle loro richieste. Su Quota 41, il deputato di Fratelli d’Italia ha riconosciuto che è sacrosanto che dopo 41 anni di lavoro una persona possa accedere alla pensione. Alle manifestanti per Opzione donna, Rizzetto ha spiegato che una parte della maggioranza ha detto chiaramente che non ci sono speranze sulla proroga. Per questo il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera ha preso l’impegno di battersi per far sì che i fondi stanziati per Opzione donna non vengano distolti nel caso ci siano dei risparmi. Riguardo gli esodati ancora senza salvaguardia, ha spiegato che è inammissibile che ci siano ancora persone prive di tutele. Dal suo punto di vista, se ci sono degli esclusi è chiaro che non ci si può fermare all’ottava salvaguardia, ma bisogna andare avanti per una risoluzione definitiva. Il deputato di Fratelli d’Italia ha quindi esortato i manifestanti a tornare ancora in piazza per far sentire la loro voce, garantendo che si farà portavoce delle loro richieste. Inoltre, ha dichiarato che si batterà perché venga cancellato il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita.



Si è concluso il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, ma i decreti attuativi relativi all’Ape non sono ancora pronti. Giuliano Poletti al termine dell’incontro ha infatti fatto sapere ai giornalisti che si sta continuando a lavorare per far sì che venga rispettata l’entrata in vigore dell’Anticipo pensionistico prevista per il 1° maggio e che quindi “presenteremo a breve i decreti attuativi”. Il ministro del Lavoro ha poi spiegato che si è cominciato ad affrontare il tema della cosiddetta fase due, incentrata sul futuro previdenziale dei giovani. E ha fatto sapere che Governo e sindacati hanno già fissato un nuovo incontro in merito, per il 6 aprile. Una settimana dopo le parti torneranno a vedersi per parlare di governance dell’Inps. E a questo incontro parteciperà anche il ministero dell’Economia. 



Più che di una riforma delle pensioni, ci sarebbe bisogno che gli italiani in quiescenza fossero a conoscenza di tutte le prestazioni cui hanno diritto. Lo ha evidenziato Carlo Fatuzzo, a proposito dei cosiddetti diritti inespressi, ovvero di quelle somme cui si avrebbe diritto da parte dell’Inps, ma che i pensionati non sanno nemmeno di poter reclamare, spiegando che “in tantissimi casi, i pensionati interessati sono anziani, con poca o nessuna dimestichezza con i moderni strumenti tecnologici, in tanti casi vivono soli, insomma si penalizza, nei fatti, chi già è penalizzato”. Il Segretario nazionale del Partito Pensionati chiede quindi che si torni all’invio via posta del cedolino pensionistico e che venga assegnato d’ufficio ogni integrazione cui si ha diritto, senza che sia obbligatorio presentare domanda per averla.