Benché l’Inps continui a chiamare “Osservatorio sul precariato” (un vezzo che fa il verso a un luogo comune consolidato sulla mistica della precarietà) il report periodico sui flussi del mercato del lavoro è la fonte più completa ed esaustiva per avere un quadro preciso degli andamenti dell’occupazione. I dati del mese di gennaio 2017 erano attesi per avere un primo riscontro dei cambiamenti intervenuti per quanto riguarda gli incentivi alle assunzioni (la fase delle vacche grasse è terminata). Nella legge di bilancio per il 2017 si prevede, per il solo settore privato, uno sgravio contributivo per le nuove assunzionicon contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, anche in apprendistato, effettuate dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2018. Il beneficio contributivo spetta, a domanda ed entro specifici limiti di spesa, entro 6 mesi dall’acquisizione del titolo di studio, per l’assunzione di studenti che abbiano svolto presso il medesimo datore di lavoro attività di alternanza scuola-lavoroo periodi di apprendistato. Il nuovo sgravio contributivo consiste nell’esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro (ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche e con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail), nel limite massimo di 3.250 euro su base annua e per un periodo massimo di 36 mesi.
Nonostante ciò, occorre riconoscere che il rapporto tra assunzioni e cessazioni resta positivo. Nel settore privato, si registra un saldo pari a +142mila, superiore a quello del corrispondente mese del 2016 (+117mila) e inferiore a quello osservato nel 2015 (+162mila), in pieno boom dell’incentivazione di carattere triennale del valore di 8.060 euro l’anno. Più interessante è il dato riportato a base annua (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi). A gennaio 2017 risulta positivo e pari a +351mila. Tale risultato è la somma della crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+49mila), dei contratti di apprendistato (+29mila) e dei contratti a tempo determinato (+268mila).
Tali tendenze sono in continuità con le dinamiche osservate nei mesi precedenti, soprattutto per quanto riguarda la consueta preferenza per l’utilizzo del contratto a termine, nonostante i maggiori oneri che l’assunzione a termine comporta per i datori. Complessivamente, le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel mese di gennaio 2017 sono risultate 511.000: sono aumentate del 7,3% rispetto a gennaio 2016. Sono aumentate soprattutto le assunzioni di apprendisti (+20%) e quelle a tempo determinato (+13,5%), mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-9%). Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato sono risultate 42mila, segnalando una lieve riduzione rispetto a gennaio 2016 (-1%), esito di una crescita delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato (+4,6%) e di una contrazione dei rapporti di apprendistato confermati alla conclusione del periodo formativo.
Le cessazioni nel complesso sono state 368.000 in aumento rispetto all’anno precedente (+2,7%): a crescere sono le cessazioni di rapporti a termine (+10,6%), mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono diminuite (-9,2%). I licenziamenti sono stati pari a 46.900 (41.600 nello stesso mese dell’anno scorso). In prevalenza si è trattato di licenziamenti per cambio appalto e, in secondo luogo, per motivi disciplinari, mentre sono diminuiti i recessi per ragioni economiche (-7%). Continua la contrazione delle dimissioni (-14% su gennaio 2016). Secondo l’Inps su questa contrazione ha inciso l’introduzione, a marzo 2016, dell’obbligo della presentazione on line. Tale valutazione a noi sembra discutibile dal momento che anche la legge n.92/2012 (riforma Fornero) aveva introdotto una procedura rivolta a rendere trasparenti le dimissioni. La contrazione delle dimissioni può essere attribuita anche al miglioramento della situazione occupazionale.
Sono disponibili i dati definitivi relativi all’esonero contributivo biennale (di cui alla legge di bilancio 2016): le assunzioni agevolate sono state pari a 411.000 cui si aggiungono 204mila trasformazioni di rapporti a termine beneficiarie del medesimo incentivo. In totale, i rapporti agevolati sono stati 615mila, pari al 38% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato. Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (51,9% contro 55,3% di gennaio 2016) in linea con quanto osservato nei mesi precedenti. Per quanto riguarda i voucher, a febbraio 2017, ne sono stati venduti 9,1 milioni, con una contrazione del 4,9% rispetto al valore corrispondente del febbraio 2016. Si vede che la tracciabilità dei buoni-lavoro ha funzionato.