Quella del rinnovo dei contratti statali continua ad essere una delle questioni ancora aperte sul tavolo del governo che dovrà far ripartire la trattativa all’Aran con i sindacati per arrivare alla firma dell’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Il rinnovo dei contratti statali riguarda anche il mondo della scuola: oltre all’aumento degli stipendi degli insegnanti c’è anche il tema, come ricorda il sindacato Udir, del merito professionale dei presidi introdotto con la Legge 107/15. Il sindacato sottolinea che proprio quest’anno in cui è iniziata la valutazione dei dirigenti scolastici “la loro retribuzione di risultato diminuirà drasticamente e il cosiddetto Fondo unico nazionale verrà tagliato di almeno il 10%”. Questo significa, spiega l’Udir, che i dirigenti scolastici italiani potrebbero avere “un premio di risultato mensile striminzito, pari in media a 150 forse 200 euro lordi”. “Se si vuole fare una valutazione che abbia un minimo di senso, bisognerebbe almeno reintegrare questa somma nel corrente anno scolastico – dice Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce Udir -: qualche risorsa aggiuntiva potrebbe venire dal conferimento della RIA dei pensionati, ma si tratterà di somme non importanti, anche perché ormai sono davvero pochi i dirigenti scolastici che godono dei questa ‘voce’ “. Clicca qui per leggere tutto. (aggiornamento di Stefania La Malfa)
Dopo mesi di scontri e con il fronte dei contratti statali ancora non chiarito – come del resto l’intera riforma Madia ancora “appiedata” dalle trattative non concluse con i sindacati – i precari della Pubblica Amministrazione hanno indetto uno sciopero per giovedì prossimo, 30 marzo 2017. Parteciperanno contro il decreto-Madia i lavoratori precari della Pa, della Sanità, degli Enti Locali, della Ricerca Universitaria, ma anche Ministeri, Vigili del Fuoco e lavori socialmente utili. In pratica dunque quasi tutti i settori del Pubblico Impiego che chiederanno a gran voce a Roma a Palazzo Vidoni (sede del Ministero Pa) la risoluzione della “grana” riforma Madia. «È l`ora della stabilizzazione per tutti, senza distinzioni – si legge in una nota del sindacato Usb – come pretende invece di fare il decreto Madia, già parzialmente bocciato dalla Corte Costituzionale, in base a tipologia contrattuale o sistema di pagamento, escludendo così larghe fasce di lavoratori. Stabilizzare i precari è fondamentale per riconoscere ai lavoratori il diritto al futuro e assicurare ai cittadini la continuità dei servizi».
Sul fronte dei contratti statali e sul settore pubblico “fermo” come paghe da ormai molti anni, si muove ancora il sindacato Anief da tempo schierata contro la Pubblica Amministrazione e il Miur in quanto “in ritardo per i rinnovi dei contratti”. Mentre è ancora atteso l’esito delle trattative sul rinnovo del contratto statale raggiunto di massima a novembre scorso, il sindacato pone attenzione sugli aumenti con un comunicato “di fuoco” contro la Pa. «Scorrendo i dati contenuti nell’ultimo dossier dell’Istituto nazionale di Statistica sulle retribuzioni contrattuali, emerge che per gli statali, dal comparto della scuola a quello delle forze dell’ordine, la variazione nel 2016 è pari a zero rispetto a sei anni prima, con l’unica eccezione dei vigili del fuoco che hanno ottenuto un aumento del 3,1%». L’incremento certificato da Istat ha smosso forse anche qualcosa nella Pubblica Amministrazione visto che pare il mInistro Madia intenzionato a convocare a breve le trattative per spingerle ad un accordo in tempi se non rapidi quantomeno brevi in modo da dare risposte al settore del pubblico impiego che da anni chiede un segnale dal mondo della politica.