La questione del rinnovo dei contratti statali – i dipendenti pubblici attendono l’aumento degli stipendi dal 2008 – si intreccia con quella della riforma della Pubblica Amministrazione. Come sottolinea il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo il rinnovo dei contratti statali dovrà portare al “giusto e dovuto riconoscimento delle professionalità” della Pubblica Amministrazione. Secondo il sindacato si tratta di un riconoscimento che dovrà accompagnare il processo con il quale “facilitare il pensionamento del personale in servizio e, contemporaneamente, agevolare lo sblocco del turn over e stabilizzare i tanti giovani precari della PA”. Foccillo spiega infatti che si sta assistendo al graduale invecchiamento degli addetti delle pubbliche amministrazioni e il processo indicato è la sua risposta secondo il sindacato. “Dal 1° gennaio 2012 – ricorda il sindacalista – la riforma Fornero ha inasprito i requisiti di accesso alla pensione, fissandoli a 66 anni per gli uomini e per le donne del pubblico impiego e prevedendo, poi, un innalzamento graduale dei requisiti anagrafici che hanno portato ad oggi l’età pensionabile a 66 anni e 7 mesi. Tali requisiti sono, inoltre, soggetti agli adeguamenti alla speranza di vita che produrranno ulteriori slittamenti dell’età di vecchiaia fino a raggiungere la soglia dei 70 anni nel 2050”. (aggiornamento di Stefania La Malfa)



Non è ancora conclusa la trattativa per il rinnovo dei contratti statali. Il tavolo tra governo e sindacati, per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, dopo la firma dell’accordo quadro dello scorso 30 novembre, deve proseguire ora all’Aran. Ma perché questo avvenga il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia deve inviare la direttiva con la quale il tavolo potrà essere aperto. Il ministro Madia, lo scorso 8 marzo, annunciando la firma del decreto sblocca risorse per il rinnovo dei contratti statali, ha sottolineato che l’invio della direttiva all’Aran sarebbe avvenuto in tempi brevi. I sindacati sono però ancora in attesa di essere convocati all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. E la Uil, attraverso una nota del segretario confederale Antonio Foccillo, chiede al governo di “accelerare i tempi per la definizione della direttiva all’Aran” per il rinnovo dei contratti statali. “Non è più possibile – spiega Foccillo – attendere oltre, visto che, come emerso da recenti indagini, l’alto livello di tassazione e l’alto costo della vita del Paese hanno fatto sì che il potere d’acquisto di uno stipendio italiano sia notevolmente inferiore a quello della maggior parte dei Paesi europei”. Oltre al blocco della contrattazione che sta andando avanti da 8 anni nel settore pubblico il sindacalista punta il dito contro “le politiche di blocco occupazionale in entrata, a cui, per lo più, si sono sovrapposti interventi legislativi miranti ad innalzare l’età di uscita dal lavoro, con la conseguenza di rendere sempre più elevata l’anzianità media degli occupati nel settore pubblico”.

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