Potrebbe essere ancora lunga la strada verso la firma del rinnovo dei contratti statali che i dipendenti pubblici aspettano da otto anni con il relativo aumento degli stipendi. I contratti statali sono bloccati dal 2008 e nel 2015 la Corte Costituzionale ha stabilito l’illegittimità di tale blocco. Il tavolo della trattativa tra governo e sindacati è stato però lungo e non si è ancora concluso. Un passo importante per arrivare a definire l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici è stato fatto lo scorso 30 novembre con la firma dell’accordo quadro tra il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Nell’intesa è stato previsto un incremento salariale di 85 euro medi lordi mensili. Lo stanziamento delle risorse per il rinnovo dei contratti statali è però uno dei temi ancora sul tavolo visto che, come annunciato dallo stesso ministro Madia, entro quest’anno dovrebbero essere stanziati circa la metà dei fondi necessari per garantire l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici previsto dall’intesa di fine 2016. La restante parte dovrebbe essere quindi stanziata il prossimo anno: alcuni sindacati, come per esempio quello della scuola Anief, hanno espresso le proprie critiche su questo punto e dunque l’iter per arrivare al rinnovo dei contratti statali potrebbe riservare ancora ostacoli da superare. (aggiornamento di Stefania La Malfa)
I sindacati continuano a chiedere al governo, per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali, il rispetto dell’accordo quadro dello scorso 30 novembre. A fine 2016 infatti Cgil, Cisl e Uil hanno firmato con il governo un’intesa per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, stipendi che sono fermi dal 2008. Nell’accordo che è stato siglato è stato stabilito un aumento degli stipendi di 85 euro medi lordi mensili: la trattativa deve però ora proseguire all’Aran e i sindacati sono in attesa dell’apertura del tavolo dopo che il ministro della Pubblica Amministrazione avrà inviato la direttiva. Il rinnovo dei contratti statali non è però la sola questione sul tavolo: c’è anche infatti la riforma della Pubblica Amministrazione con lo sblocco del turn over e la stabilizzazione dei precari. Nei giorni scorsi il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo ha ricordato che “con l’accordo del 30 novembre scorso abbiamo voluto impegnare il Governo a porre un freno al fenomeno del precariato avviando un percorso di stabilizzazione degli addetti coinvolti, riaprendo, di conseguenza, le porte della P.A. attraverso la facoltà loro riconosciuta – nello schema di decreto del nuovo Testo unico del Pubblico Impiego – di bandire nuovi concorsi”. La Uil chiede quindi al governo non solo il rispetto dei tempi per il rinnovo dei contratti statali ma anche di “arginare il problema della precarietà”.