Mentre il ministro Madia conferma l’imminenza del rinnovo per i contratti statali e l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, arrivano buone notizie anche sul piano diretto delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Stando ancora alle promesse del ministro Pa nei giorni crisi, è già pronto un decreto per 1300 chiamate già firmato dalla Madia, con le posizioni aperte nella Pa a cui si aggiungeranno altre 800 posti da mettere a bando: dirigenti, ruoli per Beni Culturali, Inps, Ministro Giustizia e e Pubbliche Amministrazioni Locali, sparse sul territorio. Tale decreto firmato e prossimo all’approvazione, dovrà aprire le porte del Pubblico Impiego e concluderà l’operazione sulla mobilità delle Province, i nuovi ingressi fanno capo ai budget accumulati nelle diverse annate.
I dipendenti pubblici aspettano ancora la firma del rinnovo dei contratti statali per un aumento degli stipendi bloccati dal 2009. Il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha annunciato nei giorni scorsi che il governo “è pronto alla firma” del rinnovo dei contratti statali dopo tanti anni. I sindacati chiedevano da settimane la prosecuzione della trattativa che era stata avviata con l’intesa politica firmata lo scorso 30 novembre: in quell’occasione il ministro Madia e Cgil, Cisl e Uil avevano firmato l’accordo quadro per un aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici di 85 euro medi lordi. Poi però la trattativa non era proseguita all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e i sindacati avevano chiesto la governo di rispettare l’intesa siglata. Ora, alla luce delle ultime dichiarazioni del ministro Madia, sembra che la firma del rinnovo dei contratti statali sia vicina. La Uil, per bocca del suo segretario confederale Antonio Foccillo, dopo le affermazioni di Madia ha espresso apprezzamento per quanto dichiarato dal ministro ma ha sottolineato che ora c’è bisogno della direttiva all’Aran “per avviare in concreto le trattative che, comunque, sono importanti, perché dovranno cambiare le norme che riguardano i contratti”.