Sul fronte dei contratti statali e del rinnovo di tutti gli stipendi PA, l’attesa è forte per un (nuovo) inizio delle trattative tra Aran, sindacati e associazioni di categoria per i quattro comparti del pubblico impiego: Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e Ricerca, Sanità. Il ministro Madia nella scorsa settimana ha confermato come nelle immediate prossime settimane si attende l’invio degli atti d’indirizzo da parte del Ministero PA all’Aran (agenzia che rappresenta il Governo nelle trattative sui rinnovi dei contratti statali). Il nuovo contratto pare essere arrivato al capolinea nel suo iter di rimodulazione: come cifre si dovrebbe attestare sui 85 euro di media al mese e andrà a beneficio soprattutto delle fasce di reddito medio-basse che più hanno sofferto la crisi, secondo quanto ha precisato più volte la ministra Madia. Sono 5 i miliardi di euro che necessitano per coprire l’intera operazione e per far fronte all’emergenza, nella prossima legge di bilancio saranno messe altrettante risorse rispetto a quelle già stanziate, come ha ricordato anche nei giorni scorsi il ministro PA.



I tempi della riforma che andrà a rinnovare i contratti statali e ad alzare gli stipendi dei dipendenti pubblici dovranno vedere luce verde dal prossimo 14 marzo: a garantirlo ancora nessuna Commissione di Camera e Senato alle quali è stato assegnato il 28 febbraio per ricevere altrettanti pareri, visto che non scattate calendarizzazioni ufficiali. Il testo Unico PA per non è vincolante per queste commissioni, questo significa che il Governo può “forzare” i tempi senza dover tenere conto della “lentezza” delle commissioni, e per questo motivo il nuovo iter parlamentare potrebbe partire già dal prossimo 14 marzo. Stando alle anticipazioni del Mattino di Napoli, non sono previste proposte emendative allo schema di decreto legislativo: anche se questo non significa che non vi saranno modifiche, anche strutturali, al testo del rinnovo per i dipendenti statali. Il decreto legislativo che riassumerà il Testo Unico PA ridisegnerà la geografia del lavoro nelle Pa, a partire dalle disposizioni sui licenziamenti disciplinari alle misure per la stabilizzazione del precariato storico. Tempi stretti, visto che i pareri devono arrivare entro il 29 aprile quando sono stabiliti i termini anche per i pareti di Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e l’intesa con la Conferenza Stato-Regioni.



Rinnovo contratti statali e norme attuative della riforma Madia nel Testo Unico PA: i prossimi giorni saranno decisivi per capire cosa e quanto il Governo di quello che aveva promesso porterà al tavolo dell’ufficialità. Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, ha ricordato di recente che “rimane ancora un giudizio sospeso sulla normativa inserita nel Testo Unico, avendolo noi considerato insufficiente rispetto all’accordo del 30.11. Pertanto, dobbiamo ancora discutere per modificarne alcune parti in questi tre mesi prima del varo definitivo”. Dunque l’iter per arrivare al rinnovo dei contratti statali e all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici deve ancora essere concluso, nonostante sia stato firmato lo scorso 30 novembre un accorso quadro tra governo e Cgil, Cisl e Uil. La Uil chiede di arrivare presto al rinnovo dei contratti statali ma non solo: la richiesta è la stessa anche per quanto riguarda la questione del precariato. Foccillo sottolinea infatti: “Abbiamo apprezzato l’avvio di un percorso che potrà portare ad una soluzione, anche se graduale. Tuttavia, non vorremmo che gli ulteriori vincoli inseriti nel testo possano rallentare di molto la soluzione finale”. Lo scorso 27 febbraio il ministero della Pubblica Amministrazione, come ricorda l’agenzia di stampa Adnkronos, ha predisposto un decreto per l’assunzione di circa 2mila unità: sarebbero previste assunzioni di personale e dirigenti in varie aree dello Stato, 1.300 subito e il resto tramite concorsi da bandire.

Leggi anche

Pensione minima 2025/ Incremento al milione per "quasi tutti" (23 novembre)