Con il decreto sblocca risorse per il rinnovo dei contratti statali si chiarisce quanto il governo sta realizzando per arrivare all’aumento degli stipendi che i dipendenti pubblici aspettano dal 2009. Nell’intesa firmata lo scorso 30 novembre con i sindacati l’Esecutivo si era impegnato ad assegnare la quota prevalente del cosiddetto ‘fondone del pubblico impiego’ al rinnovo dei contratti statali. Si tratta di una partita contrattuale che vale 2,5 miliardi e con la prossima legge di Bilancio dovranno essere reperite le risorse che mancano per assicurare l’aumento di 85 euro medi lordi mensili, come stabilito nell’accordo quadro di fine 2016. Per arrivare poi al rinnovo dei contratti statali la trattativa deve proseguire all’Aran dopo che il ministro della Pubblica amministrazione Marianna madia avrà mandato gli atti di indirizzo per i quattro comparti (Pa centrale, scuola università, sanità e regioni e autonomie locali).
E’ negativo il commento della Uil dopo che, in merito al rinnovo dei contratti statali, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha annunciato che è stato firmato il decreto sblocca risorse. Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo fa sapere che il sindacato è preoccupato per la ripartizione del cosiddetto ‘fondone del pubblico impiego’. “Si scopre – dichiara Foccillo – che le risorse assegnate al rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici per il 2017, che si aggiungeranno ai 300 milioni già stanziati l’anno scorso, saranno pari a 600 milioni di euro e per il 2018 a 900 milioni. Non possiamo ritenerci soddisfatti di queste cifre, che, del resto, la stessa Ministra della Funzione Pubblica ha ritenuto siano “poco meno” della metà di quanto necessario ad un incremento contrattuale medio ‘non inferiore’ a 85 euro”. Il sindacalista sottolinea che “una ripartizione così operata, più che essere prevalentemente destinata ai contratti, sembra che rimandi tutto alla prossima legge di bilancio. Tutto ciò, dopo oltre sette anni di mancati rinnovi e dopo una pronuncia di illegittimità costituzionale che pesa dal 2015, non è più concepibile”.
Il decreto sblocca risorse per il rinnovo dei contratti statali è stato firmato: era previsto dalla legge di bilancio anche per quanto riguarda le assunzioni e il riordino della Pubblica amministrazione. Ad annunciarlo, come riporta Rainews, è stato ieri il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, a margine di un’iniziativa della Settimana della Pa aperta. Ora manca solo la decisione finale della Corte dei conti. Il ministro Madia ha sottolineato: “Continuiamo nella tabella di marcia, rispettando tutti gli impegni presi con il sindacato fin dall’accordo del 30 novembre”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo messo in fila tutto ciò che serve per fare i contratti pubblici, fermi da anni. Farò presto la direttiva all’Aran per riavviare la contrattazione e spero che tutto insieme, compreso la parte normativa, possa poi portare le parti a firmare presto un nuovo contratto”.
Per il rinnovo dei contratti statali e il conseguente aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, stipendi bloccati dal 2009, sono già stati stanziati 300 milioni di euro per il 2016, 900 milioni per il 2017 e 1,2 miliardi entro il 2018 per una cifra complessiva che si aggira intorno ai 2,4 miliardi di euro. Le risorse che ancora mancano per garantire gli aumenti di 85 euro medi lordi al mese, così come siglato nell’accordo del 30 novembre scorso, saranno reperite con le prossime manovre finanziarie.