Arrivano nuove parole contro la riforma delle pensioni targata Fornero. Intervistato da Libero, Maurizio Sacconi spiega che “la Commissione europea ci chiedeva una sola cosa dopo avere collegato l’età di pensione all’aspettativa di vita: la fine del pensionamento anticipato senza limiti in presenza dei quarant’anni di anzianità contributiva. La riforma Fornero va oltre le richieste, alza drasticamente l’età di pensione, mantenendo anche l’ancoraggio alla vita attesa, come in nessun Paese industrializzato. Ma soprattutto non dispone una fase transitoria per le persone già prossime alla precedente età di pensione. La realtà si vendica e produce ben otto salvaguardie che amplificano le sperequazioni tra coetanei e determinano oneri rilevanti”. L’ex ministro è intervenuto anche sulla riforma delle pensioni inserita nell’ultima Legge di stabilità, spiegando che “non ha risolto il problema per tutti, ma ha prodotto ulteriori segmentazioni. L’Ape funzionerà solo se gratuita, cioè social”.
Riprende oggi al ministero del Lavoro il confronto che era stato riaperto da Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Tuttavia le parti non dovrebbero affrontare temi previdenziali, ma discutere di lavoro e ammortizzatori sociali. Non è escluso che si approfitti dell’occasione per verificare se la bozza delle modifiche alle modalità di utilizzo dei voucher cui l’esecutivo sta lavorando possa essere ritenuta o meno accettabile dalla Cgil. Che sul tema ha proposto un referendum su cui gli italiani saranno presto chiamati a esprimersi. Resta il fatto che di pensioni si tornerà a parlare il 13 marzo, quando dovrebbe riprendere il discorso iniziato la scorsa settimana sui decreti attuativi relativi all’Ape che ancora non sono stati emanati. E il confronto odierno potrebbe anche rappresentare un momento di confronto “non ufficiale” su questo tema. Del resto i sindacati hanno presentato delle richieste, in particolare sull’Ape social, e stanno aspettando che il Governo, a seguito di verifiche e approfondimenti, dia la sua risposta. Oggi, dato che le parti si ritroveranno al tavolo, potrebbero fare comunque un punto breve proprio sullo stato dell’arte di questi approfondimenti. Ma si tratta di una possibilità piuttosto remota, proprio perché la “delicatezza” del tema Ape difficilmente si sposerebbe con una discussione breve tra le parti. Non resta quindi che aspettare e vedere se al termine dell’incontro qualcuno dei protagonisti fornirà ai giornalisti dei dettagli sui temi che sono stati trattati.
Sembra in arrivo una riforma delle pensioni importante per mettere fine a dei privilegi. Tito Boeri sarà ospite questa sera di Nemo Nessuno escluso, la trasmissione di Rai 2, e secondo le anticipazioni fornite, il Presidente dell’Inps spiegherà che è in arrivo una circolare, ora al vaglio del ministero del Lavoro, che impedirà il perpetrarsi di un vantaggio riservato ai sindacalisti. In particolare, molti di loro “alla fine della loro carriera hanno versato copiosamente contributi per rimpinguare la loro posizione previdenziale” e far aumentare l’importo della pensione. “Io mi auguro che i sindacati accolgano questa come una notizia positiva perché vuol dire intervenire su una situazione che li ha posti in una condizione diversa rispetto agli altri lavoratori”, è un’altra delle dichiarazioni di Boeri.
Intervistato da Il diario del lavoro Guglielmo Loy ha affrontato un tema che durante il periodo in cui si discuteva la riforma delle pensioni è emerso diverse volte: l’apporto dei lavoratori stranieri al sistema previdenziale. “Quando si afferma che gli immigrati pagano le pensioni agli italiani si coglie una verità, laddove l’apporto del lavoro straniero paga la pensione a circa 640 mila italiani. Ma è una verità temporanea perché, in prospettiva, anche gli immigrati accederanno al sistema pensionistico e si livellerà il saldo tra versamenti e benefici”, ha spiegato il Segretario confederale della Uil. Di certo del tema si parlerà ancora, anche perché sta riemergendo il dibattito su una legge relativa allo ius soli.
Governo e sindacati torneranno a incontrarsi per parlare di riforma delle pensioni e della cosiddetta “fase due” del confronto aperto lo scorso anno, la quale prevede una certa considerazione del lavoro di cura ai fini previdenziali. Orietta Armiliato, con un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha tenuto a precisare che si tratta di “un importante argomento che coinvolge tutta la platea femminile e non solo coloro che si occupano di familiari con handicap”. È inutile però pensare a una proroga di Opzione donna. Per le ragioni che la stessa Armiliato ha più volte esposto sulla pagina Facebook del Comitato, l’esperienza del regime sperimentale di accesso anticipato alla pensione varato nel 2004 deve considerarsi conclusa. Ciò non toglie che si possano studiare nuovi interventi per far sì che le donne possano raggiungere la pensione con un po’ di anticipo.
Con l’arrivo della Festa delle donne è riemerso, con tanto di dati eloquenti, la situazione di disparità di trattamento salariale che le donne subiscono rispetto agli uomini. Una situazione che influisce per forza di cose anche sulla pensione che si andrà a incassare. Più efficace di una riforma delle pensioni sarebbe quindi un’effettiva parità salariale tra uomini e donne. In questi giorni su questo tema la Cgil terrà delle assemblee. Intanto si spera che la politica prenda in considerazione delle misure per cercare di attenuare il fenomeno. Magari anche con dei correttivi specifici per il sistema previdenziale, anche per aiutare le donne che sono più avanti con gli anni e hanno avuto una carriera contributiva non felicissima.