La Stampa ha deciso di fare un fact checking delle dichiarazioni d Matteo Renzi a Otto e mezzo, la trasmissione di La 7, mercoledì. Una di queste riguardava il reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle, mediante il quale si darebbe vita a una riforma delle pensioni, dato che le minime verrebbero portate a 780 euro. Per l’ex Premier i pentastellati vorrebbero finanziare questa misura con 100 milioni l’anno presi da vitalizi e pensioni d’oro, quando in realtà costa dai 20 ai 96 miliardi. Il quotidiano torinese fa notare che le stime sui costi della misura variano molto a seconda della platea dei beneficiari, senza dimenticare che il Movimento 5 Stelle conta di coprirla con 5 miliardi derivanti dalla centralizzazione degli acquisti della Pa, 2,5 miliardi da tagli alle spese militari, più tagli ai costi della politica per oltre un miliardo di euro.



I decreti attuativi sull’Ape, la grande novità della riforma delle pensioni, non sono arrivati prima di Pasqua. E l’avvio al 1° maggio, anche se riconfermato più volte, si complica, considerando che l’Inps dovrà varare delle circolari per rendere accoglibili le domande per l’Anticipo pensionistico. In questo senso Davide Baruffi, con un post su Facebook, ha voluto ricordare che l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha un Presidente che “si incarica ogni settimana di far sapere all’opinione pubblica il proprio pensiero sull’operato di Governo, Parlamento, parti sociali, ecc. Però emana circolari con drammatico ritardo – tenendo quindi bloccati i nostri provvedimenti – e con contenuti spesso arbitrari che travisano le norme (sempre e solo in termini peggiorativi per i lavoratori, naturalmente)”. Il deputato del Pd ha voluto quindi attaccare Boeri, ma ha anche ricordato che con le circolari l’Inps non è molto celere. E ciò non lascia ben sperare per l’Ape.



Nell’Ape social, una delle novità della riforma delle pensioni, c’è una disparità di trattamento davvero poco piacevole e ingiusta. Difatti, chi si trova in situazione di disoccupazione a seguito di scadenza di contratto non ha diritto di accedere all’Anticipo pensionistico, mentre chi è stato licenziato sì. Due persone che non potranno quindi usufruire dell’Ape social pur essendo disoccupati hanno fatto sentire la loro voce ieri a Mi manda Rai Tre, dove era ospite anche Titti Di Salvo. La deputata del Pd ha voluto evidenziare che l’Ape social è sperimentale e che ci sarà quindi la possibilità di correggere in corsa i parametri di accesso, già dalla prossima Legge di bilancio. Un segnale di speranza, anche se non è facile né da un lato andare avanti ancora un anno senza reddito, né dall’altro fidarsi di promesse che potrebbero non essere mantenute.



Francesco Cavallaro ha evidenziato la necessità di un patto per lo sviluppo in Italia che privilegi il lavoro. Il Segretario generale della Cisal, durante un convegno alla Camera dei deputati, ha detto che è arrivato il momento di reagire al declino della nostra società, anche facendo cessare degli interventi di politica economica dannosi, come lo sono stati in alcuni casi quelli di riforma delle pensioni. Secondo quanto riporta Adnkronos, infatti, Cavallaro ha dichiarato che “i ripetuti blocchi dei contratti del pubblico impiego, il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, un sistema previdenziale i cui effetti disastrosi si ripercuoteranno in misura sempre maggiore sui pensionati, sono l’esito di manovre di cassa che hanno annichilito il Paese”.

Il post sul blog di Beppe Grillo riguardante il programma del Movimento 5 Stelle in tema di lavoro e riforma delle pensioni continua a far dibattere. Titti Di Salvo, dalle pagine dell’Huffington Post, ricorda che se i pentastellati segnalano la necessità di cambiare la Legge Fornero, il Pd ha già cominciato a farlo, “introducendo l’idea che a seconda del lavoro deve essere diversa l’età per andare in pensione e stilando un ampio elenco di lavori gravosi (dalle maestre di asilo ai lavoratori in edilizia) in aggiunta a quelli usuranti”. La parlamentare dem ha anche ricordato come questi cambiamenti siano avvenuti in accordo con i sindacati, i quali, secondo il Movimento 5 Stelle, non dovrebbero nemmeno esistere.

Anche Vittorio Feltri ha partecipato al convegno sul welfare dei millenials organizzato da Obiettivo Italia. Il direttore di Libero ha voluto evidenziare che quando si parla di riforma delle pensioni ultimamente ci si concentra molto sugli effetti che hanno sui giovani, ma ci si dimentica che anche gli anziani stanno pagando il prezzo di assegni sempre più bassi e a volte insufficienti a soddisfare tutti i consumi di prima necessità. “Poveri giovani? Nessuno dice poveri anziani”, ha detto Feltri secondo quanto riportato da Intelligonews. Il giornalista ha anche criticato le proposte di riforma avanzate dal Movimento 5 Stelle e da Forza Italia, evidenziando che non viene spiegato bene dove si recuperano le risorse per realizzarle.

Ancora c’è attesa per i decreti attuativi dell’Ape, la novità principale della riforma delle pensioni che dovrebbe prendere il via dal 1° maggio. Dell’Anticipo pensionistico si è discusso nella puntata di diMartedì, in cui è stata ospite in collegamento Elsa Fornero. L’ex ministro del Lavoro ha voluto spiegare che dal suo punto di vista l’Ape rappresenta un’innovazione e non certo una truffa, con cui si cerca di dire agli italiani, in un modo non proprio chiarissimo, che la tanto criticata legge che porta il suo nome il Governo non la può cambiare, perché non ci sono le condizioni finanziarie per farlo. La professoressa torinese ha ricordato che grazie alla sua riforma delle pensioni c’è stato un contributo importante alla stabilizzazione dei conti pubblici italiani e quindi metterla in discussione vuol dire creare una destabilizzazione finanziaria. Il Governo ha quindi pensato a due interventi, uno di tipo sociale e l’altro no, per consentire un pensionamento anticipato. Per la Fornero, non ci sarà un grande utilizzo dell’Ape volontaria, proprio per il fatto che occorre “pagarsela”. Tuttavia è proprio questa la ragione per cui Massimo Giannini, anch’egli ospite della trasmissione, ritiene che l’Ape sia una truffa, dato che per avere qualcosa per cui si sono versati dei contributi occorre chiedere un prestito a una banca.

Bisognerà in ogni caso attendere i decreti attuativi per capire se l’Ape volontaria sarà realmente un flop, visto che ancora non si sa quanto costerà. In questo senso Alessandra Moretti, presente in studio, ha voluto specificare che i decreti sono pronti e sono al vaglio del Consiglio di Stato e ha poi confermato che l’Ape sociale partirà il 1° maggio, come ha detto il ministro Poletti.

Occorre riscrivere le regole per andare in pensione e bisogna passare all’aliquota unica fiscale. Sono queste le proposte principali del consiglio direttivo della Confael illustrate dal suo Segretario generale. Per Domenico Marella, dunque, una riforma delle pensioni sarebbe necessaria nel nostro Paese, perché, secondo le sue dichiarazioni riportate da Askanews, “cercare di abbinare la defiscalizzazione delle nuove regole di pensione” può aiutare a far ripartire il mercato del lavoro, contribuendo a fermare la fuga di cervelli in atto, “le nostre grandi conoscenze cha hanno i nostri giovani che ahimè spesso e volentieri lasciano l’Italia perché trovano opportunità molto concrete all’estero per dimostrare le loro capacità”.

I Vigili del fuoco tornano a chiedere al Governo di equiparare le loro retribuzioni e pensioni a quelle degli altri corpi dello Stato. Non è la prima volta che Conapo evidenzia la necessità di una riforma delle pensioni e delle busta paga che sani una disparità esistente tra forze che svolgono lavori ugualmente importanti. Antonio Brizzi, Segretario generale del sindacato, è “tornato alla carica” ora che il Governo ha dato il via libera al Def, dove peraltro sono previsti interventi riguardanti gli stipendi dei dipendenti pubblici. Il sindacalista ha ricordato che le risorse finora stanziate sono insufficienti e indirizzate, dal ministero dell’Interno, “a personale amministrativo che nulla ha a che vedere con il rischio e con il soccorso”.