Anche la Cgil contesta le risorse previste nel Def per il rinnovo dei contratti statali. Dopo il varo del Documento di Economia e Finanza da parte del Consiglio dei ministri lo scorso martedì 11 aprile, la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, ha sottolineato in una nota che si tratta di “un passaggio fumoso che non ci rassicura affatto”. Sorrentino spiega che nel Def “ci sono scritte cose vaghe quando al contrario i contratti si fondano su certezze. Quelle stesse certezze messe nero su bianco con l’accordo del 30 novembre scorso, sottoscritto tra governo e sindacati per l’avvio delle trattative per il rinnovo dei contratti pubblici, e che il ministro dell’Economia non ha il potere unilaterale di mettere in discussione”. Dunque per quanto riguarda l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, stipendi che sono bloccati dal 2008, la Cgil chiede chiarimenti al ministro dell’Economia Padoan. I chiarimenti chiesti non riguardano solo il rinnovo dei contratti statali ma anche la stabilizzazione dei precari: “ci sarà bisogno di un finanziamento specifico e aggiuntivo oltre quello relativo alle risorse per i contratti”, specifica Sorrentino. (aggiornamento di Stefania La Malfa)
Non è ancora chiusa la trattativa per il rinnovo dei contratti statali, nonostante l’approvazione martedì scorso del Def da parte del governo. Dopo le critiche della Cgil e della Cisl, arrivano anche quelle dell’Anief, il sindacato della scuola. L’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici riguarda infatti anche il mondo della scuola. Ma le risorse previste nel Def non soddisfano l’Anief che sottolinea come “i 2,8 miliardi di euro in arrivo, attraverso il Documento di economia e finanza per il 2017, in buona parte destinati proprio ai rinnovi 2016-2018 del contratto della Pubblica Amministrazione, rappresentano infatti una cifra fortemente più bassa rispetto a quella attesa”. Secondo i calcoli effettuati dal sindacato i dipendenti pubblici “a fronte di meno di 50 euro netti in busta paga ne perderanno altrettanti per il mancato adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale” e i dirigenti scolastici avranno “addirittura 200 euro in meno”.
Per questi motivi l’Anief ha deciso di ricorrere e chiede ai sindacati confederali di non firmare il rinnovo dei contratti statali. Il presidente di Anief-Cisal Marcello Pacifico spiega che “se calcoliamo un reddito medio di 1.500 euro, l’aumento che va applicato ammonta a 105 euro. Quelli che, da oltre 20 mesi, il personale della scuola dovrebbe vedersi assegnati. E il doppio ai dirigenti scolastici, il cui stipendio tabellare rimane invece dimezzato rispetto ai colleghi del comparto privato”.