In vista della ripresa della trattativa per il rinnovo dei contratti statali, con i dipendenti pubblici che aspettano ancora l’aumento degli stipendi bloccati dal 2008, il sindacato della scuola Anief continua a contestare l’intesa siglata lo scorso 30 novembre dai sindacati confederali e dal governo. L’Anief ribadisce infatti la richiesta a Cgil, Cisl e Uil di non sottoscrivere il rinnovo dei contratti statali così come previsto dall’accordo firmato a fine 2016 con il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. E promuove il ricorso per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale nello stipendio tra i dipendenti della scuola e i lavoratori della Pubblica amministrazione (clicca qui per leggere tutto). Anche il Codacons da parte sua continua la propria battaglia al Tar per ottenere il risarcimento per i dipendenti pubblici per il mancato aumento degli stipendi. L’Associazione a difesa dei consumatori chiede “200 euro di risarcimento per ogni mese di ritardo dal 31 luglio 2015 fino all’effettivo rinnovo del contratto collettivo di settore, e 100 euro di indennizzo per mensilità dovuta, per ciascun anno, dal 2010 al 30 luglio 2015, per complessivi 13.000 euro a lavoratore” (clicca qui per leggere tutto). (aggiornamento di Stefania La Malfa)



Quando verrà avviato il tavolo tecnico per arrivare al rinnovo dei contratti statali e all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici? Non può partire se il ministro Marianna Madia non invia prima la direttiva. In tal senso dal ministero della Pubblica Amministrazione sono arrivate rassicurazioni circa il rispetto degli impegni presi con l’accordo firmato lo scorso 30 novembre, quando sindacati e governo hanno concordato l’aumento degli stipendi di 85 euro medi lordi al mese. Novità sono state registrate nei giorni scorsi, quando il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza con il quale ha anche stanziato 2,8 miliardi di euro per il pubblico impiego. Eppure i sindacati sono tutt’altro che soddisfatti della somma riservata per il rinnovo dei contratti statali ed è, quindi, ripartita la lotta sulle cifre. Tutte le parti sociali concordano però sulla necessità che il governo proceda con lo sblocco dell’aumento degli stipendi, che è fermo addirittura dal 2008. Servono, dunque, risposte concrete.



Resta ancora avvolta nel mistero la nuova negoziazione per il rinnovo dei contratti statali. I sindacati aspettano ancora la convocazione dell’Aran e intanto hanno espresso la loro contrarietà in merito alle disposizioni presenti nello schema del decreto legislativo del testo unico del Pubblico impiego. Secondo i sindacati sono molto distanti rispetto a quanto è stato stabilito nell’accordo del 30 novembre con il Governo. La tesi sostenuta dai sindacati, però, non è stata considerata dal Consiglio di Stato, che invece ha espresso parere positivo sullo schema di decreto. Secondo il Consiglio di Stato non ci sarebbe alcuno squilibrio a favore della legge, inoltre il decreto precisa gli ambiti di competenza spettanti alla legge e quelli che invece spettano alla contrattazione. «Il rilievo secondo cui l’intervento riformatore in esame potrebbe determinare un incisivo o, comunque, significativo ridimensionamento della fonte contrattuale a vantaggio di quella legislativa non appare fondato su dati positivi», ha scritto il Consiglio di Stato.