Mancano ormai pochi giorni al 1° maggio, ma probabilmente solo l’Ape social riuscirà a prendere il via per quella data come previsto dalla riforma delle pensioni. Come ricorda pensionioggi.it, infatti, per l’Ape volontaria “il Governo deve ancora chiarire diversi aspetti della procedura tra cui lo scambio di informazioni tra Inps e settore bancario e assicurativo”, senza dimenticare che non sono state firmate le convenzioni con Abi e Ania riguardanti i tassi di interesse del prestito bancario e il costo dell’assicurazione sulla vita dei beneficiari della misura. Dunque bisognerà aspettare ancora e questo ritardo sta bloccando anche la Rita, con la quale gli iscritti alla previdenza complementare potrebbero accedere alla pensione anticipata riducendo o persino azzerando la decurtazione ventennale dell’assegno pensionistico. 



Non si ferma la battaglia dei lavoratori precoci per una riforma delle pensioni che contempli la Quota 41 per tutti, a differenza di quanto avviene con l’Ape social, che riserva il pensionamento dopo 41 anni di contributi solamente a una ristretta platea di persone con requisiti non facili da soddisfare. Sulla bacheca del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, un post avvisa che una rappresentanza del comitato lombardo del gruppo parteciperà alla trasmissione Dalla vostra parte, in onda alle 20:30 su Rete 4. Non è la prima volta che i precoci sono ospiti del programma di Maurizio Belpietro e con tutta probabilità parleranno anche della manifestazione che hanno in programma per l’11 maggio a Roma davanti a Montecitorio.



Giovanni Ardizzone è convinto che quando si fanno dei provvedimenti spot, come la riforma delle pensioni dei dipendenti regionali in Sicilia, senza tenere come riferimento principale esclusivamente la legge, i risultati non possono essere buoni. Il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana commenta così la decisione della Corte dei conti di rinviare la norma sul contributo di solidarietà sulle pensioni più alte degli ex dipendenti della Regione alla Corte costituzionale per valutarne la compatibilità con i dettati della Carta. “Difendendo l’Ars, quando c’era la rincorsa a chi voleva tagliare di più, ho difeso la Costituzione”, ha aggiunto Ardizzone, ricordando che ora è importante che la Legge di stabilità regionale sia fatta con “cautela” evitando provvedimenti spot, che alla fine rischiano solo di alimentare l’antipolitica.



La prossima settimana Governo e sindacati torneranno a incontrarsi per discutere sulla cosiddetta fase due della riforma delle pensioni, dedicata al futuro previdenziale dei giovani. A quanto sembra, oltre all’ipotesi di una pensione minima di garanzia, potrebbe arrivare sul tavolo anche la proposta di Pier Paolo Baretta di rendere gratuito il riscatto della laurea per gli studenti “meritevoli”. Jole Santelli chiede però che un intervento del genere non sia discriminatorio, perché se fosse indirizzato solo ai più giovani, rischierebbe di escludere anche una fascia di popolazione che è comunque penalizzata, come quella nata negli anni ’70. Per la deputata di Forza Italia, quindi, si potrebbe pensare di rendere fruibile questa misura a chi non raggiunge un determinato montante contributivo, di modo da evitare “discriminazioni” anagrafiche.

Il tema dei vitalizi dei politici si accompagna spesso al dibattito sulla riforma delle pensioni e ieri se n’è parlato molto durante la puntata di Quinta Colonna, la trasmissione di Rete 4. In studio era presente anche Massimo Bergamin. E secondo quanto riporta polesine24.it, il Sindaco di Rovigo ha chiesto ai parlamentari ospiti del programma, in particolare quelli della maggioranza, perché non cambiano le regole sui vitalizi, soprattutto alla luce dei dati Inps che parlano di assegni pensionistici che nella maggioranza dei casi sono inferiori ai 750 euro mensili. Bergamin ha anche ricordato che in Veneto Luca Zaia ha deciso di abolire i vitalizi per gli ex consiglieri regionali.