Quando sarà ripresa la trattativa per il rinnovo dei contratti statali? La direttiva che il ministro della Pubblica amministrazione deve inviare all’Aran per l’avvio del tavolo per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, potrebbe avvenire a breve. L’invio potrebbe essere fatto, come riferisce il Messaggero, a maggio, dopo che questa settimana i decreti Madia sulla riforma del pubblico impiego avranno ricevuto gli ultimi pareri dalle Commissioni di Senato e Camera. Dunque la firma del rinnovo dei contratti statali potrebbe essere vicina. I dipendenti pubblici aspettano dal 2008 lo sblocco dell’aumento degli stipendi. Lo scorso 30 novembre Cgil, Cisl e Uil hanno siglato un accordo politico per un incremento di 85 euro medi lordi mensili: poi la trattativa tra governo e sindacati ha subito un rallentamento con le parti sociali che hanno ripetutamente chiesto al ministro Madia il rispetto dei tempi. Ora sembra che la trattativa per il rinnovo dei contratti statali possa presto riprendere con la convocazione dei sindacati all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. (aggiornamento di Stefania La Malfa)



Il decreto legislativo proposto dalla ministra della Funzione Pubblica, Marianna Madia, per la modifica del Testo Unico sul pubblico impiego è lontano dall’accordo del 30 novembre scorso sul rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, che prevede un riequilibrio del rapporto tra legge e contratto. Anief aveva preso posizione prima di Pasqua, affermando che il prossimo rinnovo contrattuale non cambierà in maniera significativa la situazione stipendiale dei dipendenti pubblici. I 2,8 miliardi destinati ai rinnovi della Pubblica Amministrazione sono considerati una cifra decisamente più bassa rispetto a quella attesa. Il giovane sindacato si aspettava inoltre un approccio alla “Robin Hood”, cioè con aumenti maggiori per i lavoratori che percepiscono stipendi più bassi, ma non riceveranno più di 50 euro di aumento netto. Ma per Anief i dipendenti pubblici ne perderebbero altrettanti a causa del mancato adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale.



La trattativa tra il governo e i sindacati per il rinnovo dei contratti statali e l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici si preannuncia complicata, visto che Anief ha chiesto di non firmare le condizioni presentate, decisamente inferiori da quelle auspicate. Secondo il segretario nazionale Anief e segretario confederale Cisa, Marcello Pacifico, ogni dipendente pubblico dal settembre 2015 avrebbe dovuto ricevere 105 euro di aumento medio, cioè il 7% del proprio stipendio, tenendo conto di un reddito medio di 1.500 euro. «Questo non ce lo siamo inventati noi, ma ce lo ha detto la Corte Costituzionale», ha precisato Pacifico, secondo cui sarebbe assurdo firmare un rinnovo contrattuale a condizioni inferiori. Da qui la scelta di andare in tribunale: «Riteniamo umiliante e improduttivo cedere alle lusinghe di un Governo che ha come obiettivo primario quello di far sottoscrivere un contratto che lede i diritti dei lavoratori pubblici». E, infatti, Anief ha messo a disposizione dei dipendenti pubblici modelli di diffida per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale nello stipendio.

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