Cesare Damiano continua a essere criticato dai lavoratori precoci, che ancora si battono per una riforma delle pensioni che preveda Quota 41 per tutti. L’ex ministro ha infatti annunciato domenica, dalla propria pagina Facebook, che avrebbe partecipato a un incontro dedicato al tema del lavoro a Rimini. Non sono mancati i commenti al post di chi gli rinfaccia di aver sostanzialmente tradito le aspettative di molti lavoratori precoci che si erano battuti anche per una raccolta firme a favore del suo disegno di legge, che ancora giace in Parlamento, per cambiare la Legge Fornero. Damiano, dopo l’approvazione della Legge di bilancio, ha sostanzialmente fatto capire di essere soddisfatto dell’Ape, considerandolo una sorta di primo passo di introduzione della flessibilità pensionistica. Ma questo suo giudizio non è piaciuto a chi non ha visto migliorare affatto la sua situazione e che aveva riposto parecchie aspettative nel Presidente della commissione Lavoro della Camera.
Che ora finisce quindi per essere criticato, anche perché di Quota 41 sembra aver smesso di parlare, mentre fino all’anno scorso la considerava una delle priorità. Certo, nell’Ape social è stata inserita la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, ma solo per un numero limitato di persone. Così tra i lavoratori precoci c’è chi chiede a Damiano se sarà presente l’11 maggio in piazza Montecitorio, quando si terrà la loro manifestazione. L’ex ministro ancora l’anno scorso era infatti sceso in piazza con loro a Roma. Viste le recenti critiche c’è realmente da chiedersi se il deputato del Pd cercherà un chiarimento “faccia a faccia” con i precoci oppure no.
Le elezioni francesi hanno riportato in primo piano la proposta di riforma delle pensioni della Lega Nord. Marine Le Pen, infatti, vorrebbe far scendere l’età pensionabile a 60 anni e rendere comunque possibile l’uscita dal mondo del lavoro dopo 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Di fatto si tratta di quanto Matteo Salvini ha annunciato in caso di vittoria alle prossime elezioni. E in Italia certamente questo tipo di modifica avrebbe effetti più forti, considerato che l’attuale età pensionabile è posta a 66 anni e 7 mesi. Dunque si avrebbe un abbassamento delle stessa davvero notevole. Quanto ai 40 anni di contributi, si andrebbe incontro alla richiesta dei lavoratori precoci, addirittura con condizioni più favorevoli rispetto alla Quota 41.
Senza l’Ape volontario non si potrà dire completata la riforma delle pensioni voluta con l’ultima Legge di stabilità. E in attesa che arrivino tutti i decreti attuativi necessari, le banche potranno cartolarizzare i finanziamenti per l’Ape, grazie a una norma che è stata inserita nella manovra correttiva appena approvata dal Governo. Di fatto, quindi, i prestiti bancari che serviranno a finanziare l’Anticipo pensionistico degli italiani potranno essere inseriti in strumenti finanziari da cedede sul mercato e sicuramente risulteranno appetibili, visto che sono garantiti dalla futura pensione che dall’assicurazione sulla vita che il beneficiario dovrà stipulare.