E immancabile arriva la gelata smentita di Lufthansa che suona come un fulmine a cielo già in tempesta per Alitalia, in attesa del commissariamento: “Abbiamo una chiara intenzione di non acquistare Alitalia”, è “abbastanza” netto il direttore finanziario di Lufthansa, Ulrik Svensson, replicando ad una secca domanda sulla posizione dei tedeschi su eventuali interessamenti alla rilevazione della compagnia italiana. Ieri Calenda e Delrio si erano detti speranzosi in una possibile “scalata” tedesca dopo i guai finanziari ed organizzativi di Alitalia, ma ecco subito la secca smentita. Intanto Bloomberg riporta un rumors su un altra compagnia aerea che potrebbe essere interessata all’acquisto dell’ex compagnia di bandiera: sarebbe Malaysia Airlines che pare si sia candidata per prendere (in leasing) un decina di Airbus A330. Intanto il cda oggi dovrà lanciare il commissariamento, primo innegabile e indispensabile punto di azione per poter andare a sezionare le eventuali offerte di mercato.



Come già preannunciato ieri, le ipotesi di una cessione di Alitalia in piena fase commissariamento (e rischio liquidazione) sono tutte riferibili alla soluzione tedesca di Lufthansa: il salvataggio della compagnia italiana non è però semplice e i tedeschi vogliono, giustamente, rassicurazioni che al momento la compagnia aerea in piena crisi al momento non può garantire. «Invece di pensare a un prestito ponte per tenere gli aerei in volo fino alla vendita dei pezzi pregiati o alla chiusura non serve. Meglio sarebbe un investimento di Cassa Depositi e Prestiti che, per un tempo limitato e finalizzato, dia ad Alitalia le risorse necessarie a metterla nelle condizioni di discutere con Lufthansa o con un altro investitore o acquirente», risponde al Corriere della Sera, il leader Cgil Susanna Camusso. Le condizioni di vendita devono essere molto chiare però, ripetono sia i sindacati che il governo stesso (che prosegue nel bocciare l’ipotesi nazionalizzazione). Secondo il Corriere però i problemi non sarebbero certo pochi anche con l’ingresso di Lufthansa: da un lato, pare quasi sicuro, i tedeschi sarebbero interessati a prendere Alitalia solo dopo il fallimento a costo ovviamente “zero”. Secondo ordine di problemi, il personale accettato che i tedeschi prenderebbero in dote sono solo 3mila su 12 mila: insomma, ipotesi Lufthansa è l’unica possibile ma con problemi enormi di organizzazione e con taglio al lavoro che ai dipendenti ovviamente non piacerà per niente.



Prosegue la corsa di Alitalia verso un nuovo commissariamento, come diretta conseguenze del referendum dove i dipendenti hanno rifiutato il pre-accordo tra sindacati e azienda che avrebbe permesso la ricapitalizzazione da due miliardi. Oggi si terrà il cda dove verranno ufficializzate le procedure verso il commissariamento dell’azienda, e probabilmente verranno già tirati in ballo i primi nomi per assolvere questo delicato compito nei prossimi mesi di sopravvivenza di Alitalia. In un lungo intervento ieri, il ministro Carlo Calenda ha ricordato come «il nuovo commissario deve assicurare la continuità dell’azienda e trovare un acquirente per Alitalia che sappia gestirla». Nessuna nazionalizzazione, nessun aiuto concreto dello stato con un nuovo salvataggio pubblico, semmai «l’unica cosa sarà avere un prestito ponte dallo Stato, intorno ai 300, 400 milioni per assicurare sei mesi di gestione», conclude Calenda. I rumors in questi ultimi giorno post-referendum portano nuove voci su interessamento di Lufthansa per la compravendita di Alitalia, il che non guasterebbe di certo e andrebbe nella direzione sperata dal governo (“o vendita o liquidazione”). Secondo Calenda – che avrebbe in questo modo irritato e non poco il candidato alla segreteria Pd Matteo Renzi – «Il management operativo ha sbagliato moltissimo, anche con una certa dose di arroganza ma questo non vuol dire che ci sia la possibilità di tornare ad un management pubblico che non mi pare abbia fatto meglio nel corso degli anni».



In attesa degli sviluppi che si avranno oggi dal cda di Alitalia dopo la “batosta” del referendum, il premier Gentiloni ha ricevuto i ministri legati al piano sulla compagnia aerea (Poletti, Calenda e Delrio), dicendosi molto deluso e preoccupato dalla situazione che si sta delineando in questi giorni attorno all’ex compagnia di bandiera. «Bisognerebbe essere in grado di stare sul mercato per competere. Da parte mia c’è stata delusione per il fatto che l’opportunità dell’accordo tra aziende e sindacati non sia stata colta», ha commentato ieri sera il Presidente del Consiglio prima di entrare in riunione con i suoi ministri. Ha ribadito con forza che l’ipotesi della nazionalizzazione, come del resto annunciato anche prima del referendum, è da scartare: «Sulla questione Alitalia bisogna dire la verità, l’ho già detta prima, lo dico anche adesso: non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione di Alitalia». Proprio su questo punto è arrivata la “bacchettata” di Renzi che non vorrebbe escludere alcuna possibilità e che ieri, tramite il responsabile della comunicazione Anzaldi, ha ribadito come il nuovo segretario Pd (che ovviamente spera di essere lui stesso, ndr) convocherà numerosi tavoli con il governo per fare il possibile e non far fallire Alitalia.