Da mesi le domande purtroppo sono le medesime con la situazione dei contratti statali e del rinnovo per gli stipendi della Pubblica Amministrazione che procedono a passo di lumaca: siamo entrati nella settimana ancora una volta decisiva e si spera che le Primarie del Pd possano far finire il periodo di “stanca” del governo e rimettere in moto tutte le prossime scadenze importanti, una su tutte la riforma Madia su Pubblico Impiego. Anche sul fronte scuola, forse il più caldo all’interno della Pa, i problemi rimangono aperti con l’aumento degli stipendi che ancora è sotto discussione e non da tutti accettati gli 85 euro di media previsti dal Governo; la cifra non è semplice da quantificare comunque, onde evitare di ripiombare nell’incubo dei ricorsi alla Corte Costituzionale come avvenuto in passato davanti a soluzioni che a livello legale e organizzativo si sono dimostrate insufficienti. Secondo i sindacati di base, ad esempio, stimano che per recuperare un vero potere di acquisto l’aumento medio dovrebbe essere di 210 euro, ma è evidente che a quelle cifre il governo non può e non vuole arrivare; saranno ancora una volta le trattative a definire una linea che al momento però rimane alquanto ipotetica e lontana dalla soluzione. (agg. di Niccolò Magnani)



La trattativa per il rinnovo dei contratti statali, che prevede l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, ripartirà presto. La ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, sta per firmare la “direttiva madre”, cioè l’atto di indirizzo sui contratti, a cui si dovranno ispirare i rinnovi. Dopo otto anni di stop, la svolta è vicina. Sono molti i temi in ballo: dalle assenze per malattia alle tutele per il precariato. Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, i prossimi giorni saranno decisivi, perché sono attesi gli ultimi pareri sulla riforma del pubblico impiego. Questa settimana i decreti Madia, che sono all’esame delle commissioni di Senato e Camera, dovrebbero terminare il giro. A quel punto l’atto di indirizzo verrà firmato e inviato all’Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo nella trattativa con i sindacati. Nell’atto di indirizzo comunque dovrebbero esserci anche accenni al welfare aziendale e al telelavoro.



Rinnovo dei contratti statali: i tempi sono maturi per i dipendenti pubblici. Finalmente, visto che manca da otto anni. Una sentenza della Corte Costituzionale ha sancito la bocciatura del blocco voluto dalla Legge Fornerno nel 2012, ma il rinnovo non è stato ancora messo a punto. E i lavoratori statali non hanno ricevuto alcun adeguamento degli stipendi, senza dimenticare le indennità di vacanza mancanti. A fine novembre 2016 sindacati e governo hanno raggiunto un accordo che prevedeva aumenti medi pro capite di 85 euro lordi, ma la Legge di Bilancio non ha stanziato fondi a sufficienza per coprire gli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici. Ad oggi i dipendenti non potrebbero sperare in più di 35,90 euro al mese, anche se il governo spera di aggiungere fondi con la prossima Legge di Bilancio e con l’aiuto degli Enti Locali. La trattativa necessita di punti fermi e regole certe su cui confrontarsi, motivo per il quale l’atto di indirizzo acquisisce ulteriore importanza.

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