I lavoratori precoci si preparano a scendere in piazza per continuare a chiedere una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41 per tutti. Non solo l’11 maggio a Roma, ma anche il 1° maggio nelle varie piazze d’Italia, in occasione delle manifestazioni per la Festa del lavoro. Per quella data è anche previsto l’avvio dell’Ape social, che contiene anche la Quota 41 per una limitata platea di persone. Tra l’altro ci sono dei precoci che non hanno capito se potranno o meno usufruire di questa misura. Del resto, nonostante manchino pochi giorni all’inizio della data prevista per l’accoglimento delle domande, mancano le indicazioni precise che sono contenute nei decreti attuativi firmati da Paolo Gentiloni la scorsa settimana. In ogni caso la richiesta dei precoci resta chiara: la Quota 41 deve valere per tutti e non solo per determinate categorie.
Nel suo consueto punto settimanale sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna Social, Orietta Armiliato ha ricordato che Michele Emiliano, uno dei candidati alla segreteria del Pd, per cui domani si terranno le primarie, ha promesso di battersi per inserire nel sistema previdenziale Opzione donna. La cosa ha indispettito e irritato la Armiliato, che non esita a definire la promessa del Governatore pugliese una “marchetta elettorale” in zona Cesarini. Va anche detto che Emiliano, durante una delle sue iniziative elettorali, ha anche incontrato dei lavoratori precoci, esprimendo il suo favore per Quota 41. Dunque il magistrato sembra essere l’unico tra i candidati alle primarie ad aver parlato di riforma delle pensioni durante queste settimane di campagna. Solo un modo per conquistare voti o davvero Emiliano vorrà fare quello che non è stato fatto negli ultimi anni?
La riforma delle pensioni per i politici è un tema che sta tornando alla ribalta in questi giorni, anche perché in Sicilia la proposta di tagliare i vitalizi fatta dal Movimento 5 Stelle è stata bocciata dall’Assemblea regionale. I pentastellati hanno quindi proposto di applicare la “delibera Di Maio” ai consiglieri, portando quanto meno i requisiti pensionistici allo stesso livello previsto per i comuni cittadini, ovvero quelli della Legge Fornero. Il Quotidiano di Sicilia si è fatto spiegare da Giancarlo Cancelleri, che è stato candidato alla Presidenza della Sicilia per M5S, che la proposta non avrebbe carattere retroattivo, ma varrebbe per gli attuali consiglieri, che il 6 giugno raggiungeranno la fatidica soglia dei 4 anni e 6 mesi per maturare il diritto al vitalizio. Dunque c’è poco tempo per approvare una legge, che lo stesso pentastellato riconosce che con tutta probabilità verrà “messa da parte” da chi non vuole rinunciare ai suoi privilegi.
Il Consiglio di Stato negli ultimi giorni è stato chiamato in causa per valutare i profili di legittimità del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri inerente ai nuovi strumenti relativi al settore delle riforme della pensioni ed approvato nello scorso mese di dicembre nell’ambito dell’ultima legge di stabilità. Secondo alcune fonti piuttosto attendibili e come riportato dal portale PensioniOggi, il Consiglio di Stato avrebbe suggerito al Governo alcuni modifiche. Nello specifico oltre alla questione della retroattività dell’Ape sociale dovuta al ritardo dello stesso decreto attuativo, sarebbero state richieste riguardanti l’alleggerimento degli oneri probatori che i lavoratori interessati dovranno produrre per dare testimonianza concreta dell’essere in possesso delle condizioni di accesso all’Ape. Inoltre, nel caso in cui nel corso dell’anno ci possa essere il superamento dei limiti reddituali, l’Ape sociale già percepita diventi indebita solo nella misura corrispondente all’eccedenza dello stesso reddito percepito.
I principali strumenti del pacchetto della riforma della pensioni ed approvato all’interno dell’ultima legge di stabilità, sono ormai vicini alla loro messa in vigore. In particolare l’attenzione è rivolta nei confronti dell’anticipo pensionistico grazie al quale sarà permesso un ingresso per l’appunto anticipato fino ad un massimo di 3 anni e 7 messi nel sistema previdenziale a fronte di costi che variano da situazione a situazione. A causa dei ritardi accumulati dall’approvazione dei decreti attuativi il che non rende disponibile ad esempio l’Ape sociale a partire dal primo maggio come invece inizialmente previsto, il Consiglio di Stato ha suggerito alcune modifiche al decreto ed in particolare il Governo dovrebbe riconoscere la decorrenza retroattiva per permettere ai soggetti interessati di beneficiare dei trattamenti dalla data prevista (1 maggio) una volta terminata la prevista fase di monitoraggio che dovrebbe arrivare al massimo entro il 30 settembre. Vedremo se effettivamente si andrà verso questa situazione.
I lavoratori precoci in questo periodo stanno raccogliendo firme per la petizione a sostegno della discussione in Parlamento del ddl Damiano, che prevede una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41 per tutti, cui si può aderire anche on line su change.org. La piattaforma per le petizioni online ospita però altri importanti richieste in ambito previdenziale. Per esempio, in queste ora ha cominciato a circolare una petizione indirizzata a Roberta Pinotti, in qualità di ministra della Difesa. A proporla è Carlo Baldino, che segnala come dall’ottobre scorso ci siano circa 2.500 militari in pensione che stanno aspettando dalla loro Cassa previdenza di avere quanto di loro spettanza. Infatti, si legge nella petizione, dopo le dimissioni dell’allora presidente “stranamente riconfermato nel mese di aprile del c.a., sono stati immotivatamente sospesi i pagamenti”. Nel testo si segnala anche che ci sono numerosi militari, alcuni in precarie condizioni economiche, che non ricevono la pensione da agosto 2016. “Siamo stanchi, molto, di questa situazione: chiediamo solo quello che ci spetta di diritto e che chi è deputato ad investigare, se lo ritenga opportuno, chiarisca il perché delle dimissioni del Presidente poi rieletto dopo 7 mesi”, scrive Baldino.
Nella petizione si chiede anche di fare chiarezza sul fatto che la gestione della Cassa di previdenza è stata affidata a Banca Marche, istituto che è passato attraverso un fallimento alla fine del 2015. Il dubbio è che i fondi dei militari possano essere stati utilizzati per acquistare prodotti finanziari a rischio. Ovviamente si vogliono avere anche spiegazioni sulle ragioni che hanno portato alla sospensione dei pagamenti che si sta protraendo.
Sembra difficile immaginare che da martedì prossimo si possa presentare la domanda per accedere all’Ape social. Dato infatti che in Gazzetta ufficiale non è apparso nulla circa i decreti attuativi su una delle novità più importanti della riforma delle pensioni, è lecito dubitare che il 2 maggio, considerando che il giorno prima è festivo, gli sportelli dell’Inps siano pronti ad accogliere le domande dei potenziali beneficiari delle misura. Tuttavia non mancherà chi si recherà lo stesso agli uffici dell’Istituto nazionale di previdenza sociale per avere informazioni. Del resto si è anche detto che la prima e più importante finestra per presentare le domande si chiuderà il 30 giugno, quindi i tempi sono decisamente stretti e chi vuole usufruire dell’Ape social non vorrà farsi sfuggire l’occasione.
Volontaria partirà certamente in ritardo rispetto a quanto preventivato nella riforma pensioni. Il decreto attuativo, infatti, non è ancora stato firmato ed è difficile pensare che entro l’inizio di settimana prossima si possa essere pronti per accogliere le domande di Anticipo pensionistico. Secondo Il provvedimento del Governo dovrebbe introdurre una sorta di clausola di garanzia nel caso in cui nel 2019 ci sia un innalzamento dei requisiti pensionistici dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita: verrebbe infatti allungato il tempo di percezione dell’Ape, in modo da non lasciare il pensionando senza alcun tipo di sostentamento economico in attesa di entrare effettivamente in pensione. Ma quanto ci vorrà per il decreto attuativo? Non arriverà prima di metà maggio. Mentre già in settimana, a meno di clamorose sorprese, il Consiglio di Stato dovrebbe far pervenire il suo parere riguardo l’Ape social, in modo che si possa poi procedere alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei provvedimenti adottati dal Governo.
L’Inps sarebbe inoltre già pronta con le circolari esplicative, in modo da far partire al più presto la procedura di accoglimento delle domande. Del resto chi la presenterà dopo il 30 giugno ed entro il 30 novembre entrerà in una sorta di lista d’attesa dove avranno la precedenza coloro che sono più vicini al pensionamento. I quali potrebbero dover aspettare l’inizio del 2018 per avere l’assegno Ape. Dunque ci sarà quasi certamente una “corsa” a presentare le domande entro fine giugno, così da poter sfruttare la prima finestra utile per l’Ape social, anche perché le risorse stanziate sono limitate.