Oggi è in programma il tavolo di confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e c’è attesa per sapere quali novità emergeranno rispetto soprattutto all’Ape social e a Quota 41. Di questo tema, insieme alla previdenza in generale, si potrebbe parlare questa sera a Night Tabloid, la trasmissione in onda in seconda serata su Rai 2. È stata infatti annunciata la presenza in collegamento di Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro il cui nome è associato alla riforma delle pensioni di fine 2011. Inoltre, vi sarà anche un’intervista a Maurizio Landini, Segretario generale della Fiom che negli ultimi giorni ha parlato anche di previdenza e della necessità di rivedere il sistema pensionistico. I due non dovrebbero avere un “confronto diretto”, ma sarà interessante sentire il loro parere sulle ultime novità in tema di pensioni.
Presto potrebbero arrivare i decreti attuativi sull’Ape e domani riprenderà il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Intanto c’è chi chiede che Opzione donna venga prorogata fino al 2018. Alcuni senatori del Movimento 5 Stelle hanno infatti presentato un’interrogazione parlamentare a Giuliano Poletti, evidenziando come le risorse stanziate nella Legge di stabilità 2016 proprio per Opzione donna non siano stati interamente utilizzate e dunque vi sia spazio per una proroga del regime sperimentale di accesso anticipato alla pensione per le donne “a costo zero”. I senatori pentastellati, secondo quanto riporta pensionioggi.it, hanno fatto anche presente al ministro del Lavoro il fatto che attraverso Opzione donna si determina un risparmio di medio lungo termine per le casse dello Stato, dato che chi vi ha accesso subisce un ricalcolo contributivo del proprio assegno pensionistico.
Ci sono delle novità per quel che riguarda l’interrogazione di Andrea Maestri e di altri deputati del Gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile sull’ottava salvaguardia degli esodati inserita nella riforma delle pensioni. Maestri ha infatti chiesto che il Governo non invii una risposta per iscritto, ma in commissione Lavoro della Camera. La replica dovrebbe arrivare nella prossima settimana. Nell’interrogazione si chiede come l’esecutivo intenda far fronte al fatto che ci sono degli esclusi dalla salvaguardia, nonostante fosse stato detto che si sarebbe trattato dell’ultima e definitiva, capace di sanare la situazione degli esodati. Vedremo quale sarà la risposta dell’esecutivo, che nel frattempo non ha ancora provveduto a ultimare i decreti attuativi sull’Ape.
C’è attesa per le novità che potrebbero emergere oggi dal confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Ufficialmente si dovrebbe parlare della cosiddetta fase due, ma dato che i decreti attuativi relativi all’Ape non sono stati ancora emanati, può darsi che le organizzazioni sindacali chiedano conto all’esecutivo o che quest’ultimo, prima appunto di rendere noti i testi degli stessi, li sottoponga all’attenzione di Cgil, Cisl e Uil. Del resto le tre confederazioni non hanno fatto mancare le loro osservazioni su quelle che potevano essere delle correzioni da apportare, specialmente per quel che riguarda l’Ape social. Correzioni non semplici, c’è da dirlo, in mancanza di un vero e proprio testo di base su cui poter fare le dovute e argomentate considerazioni. Non resta quindi che aspettare le prime dichiarazioni dei protagonisti del confronto.
La fase due del confronto Governo-sindacati sulla riforma delle pensioni dovrebbe riprendere domani, con un nuovo incontro tra le parti. Ancora non sono stati emanati i decreti attuativi sull’Ape e non è quindi da escludere che l’esecutivo li presenti alle organizzazioni sindacali, visto che Susanna Camusso aveva lamentato il fatto che finora non è stato possibile vedere un testo scritto su cui esprimere un giudizio chiaro. Da parte loro, i sindacati sono stati abbastanza chiari sui punti critici, specialmente per quel che riguarda l’Ape social. L’esecutivo, dall’altra parte, ha inviato sia segnali di disponibilità al dialogo e al confronto, sia di “fermezza” nel far capire che certi punti non possono essere cambiati. È assai probabile che sotto la sede del ministero del Lavoro, come nelle precedenti occasioni di incontro tra le parti, stazioneranno alcuni lavoratori precoci in presidio, per ricordare ancora una volta che vogliono la Quota 41 per tutti.
Ci vorrebbe una riforma delle pensioni anche per i lavoratori del mondo dello spettacolo. Dopo il passaggio dell’Enpals, il loro ente previdenziale, all’Inps, infatti, gli viene chiesto di versare nella gestione separata i contributi relativi al passato. mainfatti.it segnala che Chiara Gribaudo, vice presidente dei deputati Ps, e Antonino Moscatt, capogruppo Pd in commissione Difesa della Camera, hanno sollecitato il Governo a intervenire sul tema, aprendo un tavolo tecnico di confronto in grado di trovare una soluzione alla situazione che si è venuta a creare. Gli artisti, infatti, rischiano di vedersi recapitare delle cartelle esattoriali con tutto ciò che ne consegue. I sindacati di categoria finora non sono riusciti ad arrivare a un risultato concreto e per questo si sono mossi anche i parlamentari.
A quanto pare le speranze per una riforma delle pensioni che contempli una proroga di Opzione donna non sono del tutto tramontate. Yuri Torri, Consigliere regionale in Emilia-Romagna, ha infatti presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta chiedendo se non ritenga opportuno intraprendere azioni presso il Governo di Roma affinché il regime sperimentale di accesso anticipato alla pensione per le donne venga prorogato almeno fino al 2018. Torri, secondo quanto riporta knews.it, ha precisato che tale proroga potrebbe essere finanziato usando i fondi già stanziati per Opzione donna e che non sono stati completamente utilizzati. Resta da capire se la Giunta, guidata da Enrico Rossi, fuoriuscito dal Pd, risponderà positivamente all’interrogazione.
In attesa dei decreti attuativi sull’Ape, negli ultimi giorni si è tornati a parlare di un’altra novità della riforma delle pensioni, ovvero della quattordicesima che è stata aumentata ed estesa ad altri pensionati che fino all’anno scorso non ne avevano diritto. La quattordicesima arriverà anche agli italiani residenti all’estero, come ha ricordato in una nota Alberto Porta, deputato del Partito democratico eletto nella circoscrizione Sudamerica. Dunque anche i pensionati che non risiedono più nel nostro Paese potranno vedersi accreditata a luglio una cifra che può superare anche i 600 euro. Porta, nella sua nota, ha voluto però ricordare una proposta di legge che ha presentato e che ora è all’esame del Parlamento. “La mia proposta di legge intende eliminare il diffuso fenomeno degli importi pensionistici bassi elevando da 1/40mo a 1/20mo del trattamento minimo italiano il minimale pensionistico mensile per ogni anno di contribuzione versato in Italia, in modo tale che per ogni anno di contributi versati in Italia si passi dall’importo minimale attuale di 13 euro a un importo minimale di 26 euro (per 5 anni di contributi si passerebbe da un minimo di 65 euro ad un minimo di 130 euro)”. Si tratta di un intervento che, come si capisce, sarebbe destinato agli italiani residenti all’estero e in grado di aumentare i loro assegni. Su questo fronte non mancano le proposte anche per i pensionati del nostro Paese, da parte però di altre forze politiche. Per esempio, il Movimento 5 Stelle, tramite il reddito di cittadinanza, punta a portare le pensioni minime a 780 euro al mese. Non c’è ancora una proposta di legge in merito, ma anche Silvio Berlusconi vorrebbe intervenire sulle minime, portandole però a 1.000 euro esentasse.
Maurizio Landini torna a parlare di riforma delle pensioni, spiegando che occorre abbassare l’età pensionabile, anche per fare in modo che si creino opportunità lavorative per i giovani. Il Segretario generale della Fiom, parlando nello stabilimento Leonardo di Grottaglie, in provincia di Taranto, ha anche criticato il sistema contributivo. Secondo quanto riporta l’Ansa, il sindacalista l’ha definito “una cavolata perché alla fine della carriera ti ritrovi con una pensione pubblica che non ti permette di vivere e questo è inaccettabile”. Landini ha anche evidenziato che l’Italia è il Paese con la più alta età pensionabile d’Europa e ha anche sottolineato come per creare posti di lavoro occorra ridurre l’orario lavorativo, non aumentarlo.
I lavoratori precoci non intendono certo fermarsi nella loro battaglia per una riforma delle pensioni che contempli Quota 41 per tutti. Sabato alcuni rappresentanti del gruppo 41xtutti lavoratori uniti ha incontrato Luigi Bobba e le telecamere di Rete 7 hanno ripreso parte del loro colloquio. Il sottosegretario al Welfare ha cercato di ricordare che l’Ape social comincia a intervenire in favore dei precoci, inoltre ha spiegato che non si è lontani dall’approvazione definitiva dei decreti attuativi. I precoci da parte loro hanno ricordato che quando vuole, come nel caso dei fondi per le banche, il Governo è molto rapido. Inoltre, hanno evidenziato come si rischi di arrivare ad approvare Quota 41 per tutti quando non servirà più, visto che si comincia a lavorare sempre più tardi.
Il Governo sta continuando a mettere a punto i decreti attuativi relativi all’Ape e Swg ha condotto un sondaggio per capire cosa pensano gli italiani dell’Anticipo pensionistico. L’Economia, l’inserto del Corriere della Sera, riporta i risultati, spiegando che il 53% degli italiani è d’accordo con la possibilità di accedere alla pensioni in anticipo in cambio di una decurtazione ventennale del proprio assegno. Il 24% è poco d’accordo e il 14% lo è per niente. Tuttavia a settembre 2015, la percentuale di favorevoli alla flessibilità pensionistica era pari al 59%. “L’impressione è che il rapporto tra uscita anticipata e grado di riduzione dell’assegno oggi sia valutato di più”, ha spietago Maurizio Pessato, Presidente di Swg.