FlixBus è un operatore, recentemente apparso nel mercato italiano ed europeo, della mobilità che si pone l’obiettivo di cambiare il modo di viaggiare di milioni di persone in Europa. Rappresenta, infatti, un connubio quasi unico tra start-up tecnologica, piattaforma di e-commerce e azienda di trasporti, che in pochissimo tempo ha creato la rete di autobus “intercity” più estesa d’Europa.
Grazie a un sistema di prenotazioni semplicissimo e a una rete in continua espansione, offre a chi viaggia la possibilità di scoprire il mondo, con un’offerta adatta a tutte le tasche (i prezzi possono arrivare addirittura fino a 1 euro). Con standard certamente elevati di comfort, sicurezza e sostenibilità, FlixBus può rappresentare, inoltre, un’alternativa di viaggio conveniente e green (come ci chiede anche l’Europa).
Il successo, almeno finora, di questa start-up di successo si è fondato sulla digitalizzazione dei mezzi di trasporto tradizionali (i biglietti si comprano solo on-line o tramite app). Con un sistema di prenotazioni all’avanguardia, l’App dedicata, il Wi-Fi gratuito su tutti i mezzi e la tracciabilità via Gps, si è provato, insomma, a creare un nuovo modo di muoversi. La parte smart e 2.0, tuttavia, lavora insieme a una rete di Pmi diffuse nei territori, responsabili della flotta degli autobus. Innovazione, spirito da start-up e un brand internazionale incontrano, insomma, l’esperienza e la qualità di un settore tradizionale.
Nel 2015 è iniziata l’espansione internazionale, in Italia, Francia, Austria, Paesi Bassi e Croazia anche con “rotte” verso Scandinavia, Spagna, Inghilterra ed Europa centro-orientale. I bus verdi sono diventati la rete di pullman a lunga percorrenza più estesa d’Europa. Dietro tutto questo c’è un team internazionale di quasi 1.000 dipendenti che operano tra Monaco di Baviera, Berlino, Parigi, Milano, Zagabria, Copenhagen, oltre alle migliaia di autisti distribuiti presso le aziende partner di tutta Europa.
In questo quadro nel cosiddetto “decreto Milleproroghe”, recentemente approvato dal Parlamento, è presente una norma cosiddetta “anti-FlixBus”, introdotta in virtù di un emendamento parlamentare, secondo cui al mercato dei servizi di linea interregionale a competenza statale potranno accedere solo raggruppamenti d’impresa la cui capogruppo svolga come attività principale il servizio di trasporto su strada. Dall’entrata in vigore del decreto, le società oggi operanti hanno 90 giorni per adeguarsi, che scadranno a fine maggio 2017.
Dietro tale tecnicismo, si nasconderebbe, purtroppo una conseguenza molto semplice: l’impossibilità per una società, appunto, come Flixbus (che non svolge direttamente il servizio di trasporto, ma si affida a una serie di piccoli e medi partner commerciali italiani, proprietari dei veicoli), di continuare a svolgere i suoi servizi anche in Italia come accaduto finora. Tutto ciò nonostante la compagnia di autobus verdi low-cost in un anno e mezzo abbia raccolto il favore di più di 3,5 milioni di clienti, abbia raggiunto più di 120 città e abbia, come già sottolineato prima, creato oltre 1.000 posti di lavoro.
Sembra, insomma, che, il governo, e la maggioranza parlamentare, abbia approvato l’ennesima norma pasticcio a discapito, prima di tutto, di tante piccole aziende italiane e dei loro dipendenti e, sempre in crescita nei numeri, clienti/consumatori. Scelte come queste, peraltro, suonano distoniche rispetto allo spirito europeo tanto celebrato in queste settimane che ha significato, prima di tutto, in questi primi sessant’anni di vita dell’Europa, per i nuovi cittadini europei maggiore libertà di movimento certamente per piacere, ma anche, per lavoro.