I lavoratori precoci continuano la loro battaglia per una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41 e dopo aver cominciato a raccogliere adesioni a una petizione online per chiedere che il ddl Damiano venga discusso in Parlamento, hanno cominciato a raccogliere anche fisicamente le firme con dei banchetti nelle città. Oggi, per esempio, davanti alla Camera del Lavoro di Bologna si poteva esprimere il proprio consenso all’iniziativa dei precoci. Che, va detto, non avrebbe effetti solo per loro. Infatti la proposta di legge di Cesare Damiano, oltre alla Quota 41, prevede la flessibilità pensionistica a 62 anni, con una penalizzazione decisamente più conveniente rispetto a quella prevista dall’Ape. Senza dimenticare che si potrebbe andare in pensione a 62 anni, cioè un anno prima. I precoci sono fiduciosi e ritengono che riusciranno a raggiungere un buon numero di firme.



La camera dei Deputati dovrebbe affrontare nella prossima settimana in Commissione Lavoro, il disegno di legge 4196 presentato dall’onorevole Maria Luisa Gnecchi. Un ddl che ha come tema principale la riforma delle pensioni ed in particolar modo focalizzato sulla possibilità di estendere per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti del settore privato, l’opzione di uscita in deroga alla legge Fornero all’età di 64 anni. Entrando maggiormente nel merito, la proposta della Gnecchi è quella di correggere quanto evidenziato nella circolare Inps 196/2016 per rendere valutabili ai fini del conseguimento della pensione anticipata anche i contributi figurativi e da riscatto per coloro che avevano un lavoro costante da dipendete privato prima del 28 dicembre 2011. Un passaggio importante che andrebbe ad interessare una vasta platea di futuri pensionati. (aggiornamento di Francesca Pasquale)



Mentre il Governo Gentiloni è costretto a dipanarsi tra mille impellenze tra cui la cosiddetta seconda fase della riforma delle pensioni, arrivano le prime elaborazioni riguardanti l’effetto della Riforma Fornero sulle casse dell’Inps. Ad esempio la segreteria FNP Cisl di Bergamo ha voluto elaborare i dati resi noti dall’Inps per evidenziare un’analisi dalla quale è emerso come si sia arrivati ad un risparmio nella sola provincia di Bergamo di ben 9 milioni di euro. Lo studio riguarda le classi d’età compresa tra i 55 ed i 69 anni di età ed informa che dal 2011 ad oggi i titolari di pensioni di anzianità lavorativa sono scesi dai precedenti 92099 agli attuali 74829. In pratica a Bergamo e provincia ci sono circa 17 mila pensioni di anzianità in meno. Nell’analisi della FNP CISl si legge: “Più gente che rimane nel mondo del lavoro sopra i 60 anni, meno gente che entra sotto i 30”. (aggiornamento di Francesca Pasquale)



Silvio Berlusconi torna a puntare sulla riforma delle pensioni minime per il suo programma elettorale. L’ex Cavaliere ha infatti inviato un messaggio a una manifestazione di Forza Italia a Pescara, riassumendo i punti chiave del programma con cui l’anno prossimo cercherà di convincere gli elettori. “Proponiamo una pensione minima di 1.000 euro per tredici mensilità, proponiamo una pensione per le nostre mamme che dopo una vita di lavoro e di sacrifici hanno diritto a una vecchiaia serena e dignitosa”, sono le parole usate da Berlusconi, che ha anche rivendicato la proposta di abbassare le tasse, cosa che andrebbe a vantaggio anche dei pensionati. Inoltre, ha ricordato che Forza Italia è particolarmente attenta al Sud, che ha bisogno di infrastrutture e di maggior contrasto alla criminalità.

Governo e sindacati, nel loro confronto sulla riforma delle pensioni, devono affrontare anche il tema del futuro previdenziale dei giovani, che può essere messo a rischio anche dai bassi tassi di crescita del Pil. Problemi di bassi tassi, d’interesse però, potrebbero doverli scontare anche i fondi pensione. Lo mette in evidenza il Fondo monetario nel suo Global Financial Stability Report, in cui si evidenzia come le basse curve dei rendimenti potrebbero avere effetti negativi non solo sulle banche, ma anche sulle assicurazioni e quindi sui fondi pensione.  “I piani pensionistici forniti dai datori di lavoro in questo scenario tenderebbero a diventare meno attraenti rispetto ai piani a contribuzione definita, che offrono una maggiore portabilità. La crescente longevità inoltre probabilmente aumenterebbe la domanda per le assicurazioni sanitarie e per le assicurazioni a lungo termine di assistenza”, segnala il Fmi, secondo quanto riporta askanews.

Il tema della riforma delle pensioni continua ad essere tra i più caldi ed attuali sul fronte politico e sociale. Nella giornata di ieri a Firenze presso Palazzo Pegaso si è tenuto un importante convegno presenziato dal Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani, nel quale si è parlato anche e soprattutto di pensioni. Giani ha sottolineato, come riportato dal portale web GoNews.it : “Sono felice di ospitare relatori così qualificati per approfondire una questione di fondamentale importanza come il diritto alla pensione. La materia dei diritti pensionistici ha subito numerose trasformazioni negli ultimi anni. Ci troviamo davanti a una pluralità di disposizioni e a una vasta giurisprudenza, per una questione che interessa direttamente una fascia sempre più ampia di popolazione. Per questo è utile un momento di riflessione su quello che è un diritto intoccabile da un lato, sulla situazione socio – economica dall’altro”. (aggiornamento di Francesca Pasquale)

Governo e sindacati si sono incontrati nell’ambito del tavolo sulla riforma delle pensioni, ormai giunto alla cosiddetta fase due. Su questo fronte si è ancora a uno stadio preliminare, senza vere e proprie proposte definite, considerando che si è parlato di una pensione minima di garanzia, destinata in particolare ai giovani, ma già il Governo ha fatto sapere che occorre fare degli approfondimenti per capire quali platee sarebbero coinvolte, anche, probabilmente, per avere un’idea del costo di una simile misura. Dunque, come ha spiegato Giuliano Poletti, le parti hanno deciso di aggiornarsi al 4 maggio, quando si comincerà a parlare di previdenza complementare. Il ministro del Lavoro ha infatti ricordato che questa è collegata al trattamento previdenziale e dunque “serve un approfondimento tecnico”.

La fase due del confronto sulla riforma delle pensioni tra Governo e sindacati sta per entrare nel vivo e secondo Maurizio Petriccioli si potranno affrontare temi molto importanti “per ridisegnare la capacità del sistema previdenziale di offrire risposte efficaci alle esigenze di flessibilità nel pensionamento e di adeguatezza delle prestazioni previdenziali future che interesseranno soprattutto le giovani generazioni”. Il Segretario confederale della Cisl ha chiaro su quali punti occorra fare leva per raggiungere questo risultato. Anzitutto facendo sì che l’aumento dell’aspettativa di vita non leda il principio di flessibilità pensionistica insito nel sistema contributivo, con il quale è possibile andare in pensione percependo una pensione in base ai contributi versati. Inoltre, Petriccioli ha ricordato l’importanza di istituire una pensione di garanzia per i giovani, oltre che incentivare la previdenza complementare.