Il “Jobs Act” per il lavoro autonomo di tutte le partite Iva è divenuto legge poco fa in Senato: con 158 sì, 9 no e 45 astenuti il ddl sui lavoratori autonomi collegati alla riforma del Lavoro ora è diventato legge a tutti gli effetti. Via libera alle novità in materia di infortuni, maternità, malattie, ma anche maggiori coperture e diritti per tutti i dipendenti autonomi e freelance nelle aziende di tutta Italia. Un punto abbastanza nodoso resta quello dello “smart working”, ovvero il lavoro agile promosso allo scopo di incrementare la competitivita’ e agevolare la conciliazione vita-lavoro. La nuova legge del Governo vede una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato da eseguire in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, e verrà applicato anche alle pubbliche amministrazioni.
Come giustamente annota l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi su Repubblica, serve un contratto scritto tra datore di lavoro e dipendente con indicazione del “diritto alla disconnessione” per permettere una vera agilità, mettendo a livello formale e riconosciuto il tempo di riposo del lavoratore, “nonché le misure (tecniche ed organizzative) necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro”, riporta il testo della legge. Da chiarire quali saranno gli strumenti di “controllo” del lavoratore attraverso i device digitali come smartphone e tablet: come riporta Repubblica, «il testo prevede che siano garantite le tutele contro infortuni e malattia, ma venendo meno il legame fisso con il luogo della prestazione si aprono problemi di definizione e responsabilità oggettiva». Ecco i punti principali in pillole del nuovo Jobs Act per le Partite Iva
Oggi può essere un giorno storico per tutti i lavoratori autonomi: il Senato infatti è pronto a licenziare il “Jobs Act” delle Partite Iva, dopo due anni di ping pong tra Camera e Senato e notevoli limature dal primo testo licenziato dall’allora governo Renzi. Nasce infatti oggi il primo Statuto dei lavoratori autonomi con notevoli novità attese da mesi, se non anni: la legge riconosce infatti maternità, malattie, e varie forme di tutele che fino ad oggi i lavoratori autonomi avevano ottenuto solo in parte o saltuariamente. Ora con lo Statuto che il Senato dovrà licenziare ci saranno nuovi accordi tra impresa e lavoratore autonomo con maggiori discipline per le aziende, le indicazioni dei tempi di riposo (il diritto alla disconnessone) e soprattutto i compensi dovranno essere gli stessi dei lavoratori dipendenti che svolgono le stesse mansioni all’interno della singola impresa. Passato alla Camera il 10 gennaio scorso, ora il testo passa dal Senato per la sua approvazione definitiva, cambiando per sempre il welfare dei lavoratori autonomi presente in tutta Italia, il cosiddetto “popolo delle partite Iva”.
Nel dettaglio, il testo del “Jobs act” per partite Iva è stato redatto in 22 articoli specifici da Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro alla Bocconi di Milano e presidente dell’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, e dei consiglieri economici di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini e Marco Leonardi. Le maggiori tutele arrivano sia sul fronte dei pagamenti, non sarà possibile saldare le fatture oltre i 60 giorni, ma anche sul piano dei riposi viene finalmente normata una legislazione coerente. Diritto alla disconnessione, esattamente come avviene per i lavoratori dipendenti e pubblici: il riposo del lavoratore dovrà essere svolto in parte all’interno in parte all’esterno dell’azienda. Inoltre, ai lavoratori “agili” (ovvero quelli introdotti allo smart working) dovrà essere riconosciuto un compenso economico pari a quello percepito dai colleghi che lavorano all’interno dell’impresa e inquadrati in contratti collettivi.
Notevole “rivoluzione” infine sul piano della maternità e delle malattie: chi svolge un’attività continuativa per un committente può essere più garantito sul fronte infortuni e malattie a lungo termine. L’attività lavorativa svolta con continuità presso un committente non dovrà essere considerata estinta ma sospesa, per un massimo di 150 giorni: ma non solo, ad esempio è scritto nel Jobs Act per partite Iva come ai professionisti con patologie oncologiche potranno essere riconosciuti i periodi di assenza dall’attività lavorativa alla pari della degenza ospedaliera, elemento che finora era a pura discrezione dell’azienda. Da ultimo, l’assegno di maternità non sarà più vincolato alla sospensione dell’attività lavorativa e come avviene per i lavoratori dipendenti “normali”, verrà erogato anche se la lavoratrice autonoma iscritta alla Gestione separata deve continuare a lavorare per rispettare dei contratti già stipulati. Non solo, la lavoratrice con partita Iva potrà concordare di essere sostituita da una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali richiesti.